Scorci architettonici e paesaggistici profondamente mutati

Con oltre 16mila diapositive e centinaia di fotografie, il lascito del dott. Antonio Mirković all'archivio del CRS di Rovigno, è una testimonianza storica risalente agli anni della seconda metà del secolo scorso

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Scorci architettonici e paesaggistici profondamente mutati
Leandro Budicin, Raul Marsetič e Corrado Ghiraldo. Foto: ROBERTA UGRIN

Una grande mole di materiale, soprattutto fotografico, che include tutte le città e i borghi della penisola istriana. È questo il lascito del dott. Antonio Mirković all’archivio del CRS, presentato ieri nella sala conferenze dedicata al ricordo dell’illustre storico rovignese Bernardo Benussi, presso il Centro di Ricerche storiche di Rovigno.

“L’importante fondo che custodiremo con grande attenzione mettendolo appena possibile a disposizione di studiosi, ricercatori e appassionati di storia istriana, ci è stato gentilmente donato dal collega nonché prof. Corrado Ghiraldo. Tutto il materiale è stato attentamente registrato e catalogato da Leandro Budicin, archivista del CRS mentre nei prossimi mesi procederemo con la digitalizzazione del materiale. Ricordo sempre con gioia il dott. Mirković, benvoluto da tutti per la sua gentilezza e disponibilità. Con il CRS lo legava anche un lungo rapporto d’amicizia e collaborazione e tra l’altro nel 2015 è stato proprio il Centro a pubblicare il suo libro intitolato ‘L’Istria nei miei ricordi’”, ha spiegato il direttore del CRS, Raul Marsetič.

La società del periodo
“La parte più importante del materiale della collezione di Antonio Mirković è costituita da ben 16mila diapositive e diverse centinaia di fotografie che riguardano in pratica tutte le località dell’Istria e non solo. Il materiale fotografico va per lo più dagli anni ‘60 agli anni ‘90 del secolo scorso, ed è straordinario in quanto spesso unico, immortalando scorci urbani, architettonici e paesaggistici oggi profondamente mutati. Le diapositive mostrano una società ancora rurale, cittadine dal fascino antico ma dall’aspetto desolato e spesso povero se paragonato ad oggi. Le fotografie del dott. Mirković rivelano un’Istria arcaica e piena di bellezze accanto a una natura ancora fiorente e paesaggi liberi ma anche centri urbani e paesi con edifici abbandonati,
oggi per fortuna tanti ristrutturati e meglio conservati. Il lascito comprende pure l’Onorificenza dell’Ordine della Stella d’Italia nel grado di Cavaliere ricevuta dal dott. Mirković nel 2013 e anche il Premio della Città di Pola ricevuto nel 2017. Nel complesso, si tratta di materiale, prima di tutto quello fotografico, estremamente interessante che siamo orgogliosi di poter includere nel patrimonio documentario del CRS”, si è detto fiero Raul Marsetič.

Conobbe l’animo della gente locale
Il prof. Corrado Ghiraldo ha invece voluto ricordare alcuni tratti biografici della vita del dott. Antonio Mirković, il quale è stato amico di famiglia del padre di Ghiraldo. “Il dottor Antonio Mirković (1929-2018), essendo stato un grande amico di mio padre e di tutta la nostra famiglia, ha voluto lasciarci tutti i documenti, scritti, annotazioni, fotografie e in particolar modo tantissime diapositive (circa 16mila). Quale luogo migliore del Centro di Ricerche storiche di Rovigno per custodire questo piccolo tesoro? Infatti, in questa sede, in futuro, interessati e ricercatori avranno l’opportunità di consultare documenti, scritti e annotazioni per creare così dei nuovi lavori di ricerca, usando anche foto e diapositive, importantissime testimonianze visive, che serviranno pure per rivedere e ricordare l’Istria.
Con il passare del tempo, l’impegno lavorativo del nostro medico si era trasformato anche in amicizia con la nostra famiglia, un legame che continuò anche dopo il suo pensionamento e durò fino alla sua scomparsa. Il dottor Mirković, oltre ad esser stato un ottimo medico, era pure un appassionato fotografo di paesaggi istriani, un eccellente conoscitore della storia e in particolare di quella istriana, un valido interlocutore in temi riguardanti l’evolversi delle condizioni socio-economiche e politiche in loco, senza nel contempo trascurare di segnalare il ruolo e l’influenza storica esercitata da parte delle contermini entità statali. L’avere avuto per anni l’occasione e la possibilità di vivere e lavorare in diverse località della penisola istriana gli aveva offerto anche l’opportunità di conoscere ‘in loco’ il vero animo delle genti di queste terre. Negli ultimi anni infatti volle scrivere un libro, intitolato ‘L’Istria nei miei ricordi’, edito dal Centro di Ricerche storiche di Rovigno tra le ‘Monografie – Extra serie I’ del 2015. L’insieme dei singoli brani di ‘storia’ regionale così collezionati e poi messi in risalto, assurgono a memorie scevre di ingerenze di parte e quindi utili e indispensabili per approfondire la conoscenza dell’ambiente divenuto, con il passare dei secoli e il sovrapporsi degli avvenimenti, crogiuolo delle genti istriane. Ed è questa l’Istria che appunto possiamo trovare anche nei suoi scritti, annotazioni, fotografie e tante diapositive di questo archivio”, ha raccontato il prof. Corrado Ghiraldo.

Superamento dei confini regionali
A prendere poi la parola è stato Leandro Budicin, archivista del CRS, il quale ha spiegato in che cosa consiste l’archivio del dott. Antonio Mirković donato da Corrado Ghiraldo. “L’archivio è costituito da diapositive di fotografie di varie città istriane, slovene ma anche del Montenegro, Romania, Austria, Svizzera e Italia (in particolare Sardegna, Calabria, Sicilia, Orvieto, Siena). Ritraggono vedute di città e paesi, palazzi, case, piazze, chiese, campanili, archi, logge, sculture, bassorilievi, paesaggi, coste, laghi, fiumi, flora, fauna nonché scorci di vita quotidiana. Nell’archivio ci sono inoltre un proiettore per diapositive, negativi vari, foto personali, foto stampe, cartoline di Pola, audiocassette varie, videocassette, la Targa I Premio del XVI Concorso d’Arte e di Cultura Istria Nobilissima del 1983, l’Onorificenza dell’Ordine della Stella d’Italia nel grado di Cavaliere del 2013, il Premio Città di Pola del 2017, tre quadri, documenti personali e infine molti scritti e annotazioni su vari paesi istriani che possiamo collegare direttamente alle fotografie e soprattutto alle tante diapositive, discorsi vari, disegni/schizzi e documenti”, ha concluso Leandro Budicin.

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