Ligio Zanini e Piero Soffici. Commosso omaggio canoro

L'artista e musicista Sergio Preden Gato, accompagnato dalle «Volpi», si è esibito in concerto a Villa Antonio, sede della Comunità degli Italiani di Abbazia

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Ligio Zanini e Piero Soffici. Commosso omaggio canoro
Il protagonista Sergio Preden Gato affiancato dalla sua band. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Si è tenuta ieri alla Comunità degli Italiani di Abbazia una serata dedicata alla musica, ma anche alla poesia in dialetto rovignese. L’artista e musicista Sergio Preden Gato, il quale ha iniziato la sua carriera nel 1953, all’età di sette anni, quando si è esibito per la prima volta davanti al pubblico alle Serate rovignesi, ha eseguito una serie di canzoni, accompagnato dalla band “Le volpi”, con testo di Ligio Zanini e musica di Piero Soffici. La serata è stata condotta dalla bravissima connazionale Rosanna Bubola, che ha introdotto gli artisti, ma ha parlato anche delle canzoni e dei temi che propongono.

”Con questa serata vogliamo rendere omaggio a due persone, due autori di musica e poesia – ha spiegato Bubola –. Non è facile parlare di poeti e non è facile offrire un omaggio al più grande poeta e compositore rovignese. Zanini e Soffici hanno partecipato a un progetto comune dal quale sono nate otto canzoni, ovvero otto poesie musicate”. La prima canzone, “Bulistro”, parla dell’esodo in maniera allegorica. Bulistro è la brace che rimane dopo che il fuoco si è spento, ma che continua a vivere sotto la cenere. La brace rappresenta le persone che se ne vanno.
La seconda canzone parla del periodo quando Zanini insegnò a Salvore, dove fondò la Comunità degli Italiani locale. Nella canzone Zanini si rivolge ai bambini consigliando loro di studiare.
Nella quarta canzone, “Finché la barca va”, Zanini commenta con ironia le ingiustizie sociali. Nel repertorio di Gato c’erano anche “El cucal Filippo”, nella quale Zanini ricorda il suo amico gabbiano che gli faceva compagnia mentre pescava ed era suo confidente. Gato ha eseguito anche altre canzoni nelle quale Zanini racconta le tribolazioni della vita e nelle quali l’ascoltatore può riconoscere elementi della sua prigionia sull’Isola calva. Nella seconda parte della serata il cantante ha eseguito canzoni di Piero Soffici, come “Adio mar”, che parla dell’esodo dei rovignesi con le battane fino a Ponente, in Italia, ma anche altri brani nei quali viene raccontata la Rovigno di una volta. Bubola ha parlato di Soffici spiegando che il musicista rovignese, seppur poco conosciuto nelle nostre terre, è stato direttore dell’orchestra di Sanremo, sassofonista e compositore. Ha scritto la celebre canzone “Stessa spiaggia stesso mare”, ma anche “Perdono”, eseguita da Caterina Caselli. Oltre a numerosi connazionali, alla serata musicale ha presenziato anche la presidente del sodalizio locale, Sonja Kalafatović.

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