L’installazione luminosa di Kari Kola sopra l’Arena

L’anfiteatro ha fatto da rampa di lancio per lo spettacolo «Impact with Light» del rinomato artista finlandese, autore anche delle luci che nel 2018 avevano illuminato Stonehenge in Gran Bretagna

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L’installazione luminosa di Kari Kola sopra l’Arena
Il fascio di luce sopra la città. Foto RAMI SAARIKORPI

Prima un’incredibile, affascinante, magica aurora boreale, poi, a distanza di un paio di giorni, cioè notti, altre strane e inspiegabili luci hanno rischiarato il cielo di Pola. Che cosa sta succedendo? Quale strano fenomeno si sta manifestando? Eh… l’aurora boreale è merito di Madre Natura (la facciamo breve, naturalmente: la spiegazione per intero sarebbe più articolata), le luci fashion portano la firma dell’artista finlandese Kari Kola, vero maestro di luci. La millenaria Arena ha fatto da cornice, o forse sarebbe meglio dire di rampa di lancio per lo spettacolo “Impact with Light”. avete presente il detto “Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato”? Sì? Bene. Nel nostro caso si potrebbe dire “chi ha visto ha visto”. Proprio così; perché l’installazione luminosa ha avuto una notte di vita: è stata pensata e accesa per celebrare la Giornata internazionale della luce (istituita dall’Unesco) e la Giornata mondiale del vivere insieme in pace (voluta dall’Onu). Naturalmente avendo nell’obiettivo l’arte e la cultura.

Video: MedVid produkcija Janne Tanskanen

Un pioniere dell’art light

Chi è Kari Kola? Un pioniere dell’art light, noto per le sue installazioni king size che illuminano gli iconici monumenti culturali. Un esempio su tutti (e tenetevi forte): Stonehenge, uno dei monumenti antichi più leggendari, antecedente le piramidi d’Egitto. Ve l’immaginate il megalitico colosso di pietra dell’età del bronzo vestito di luci del domani? Ebbene, è successo: Stonehenge ha avuto le sue luci d’autore nella Giornata del patrimonio mondiale nel 2018, così come il massiccio Connemara (Irlanda) nel 2020. Nel prestigioso carnet del light artist ora c’è anche l’Arena, perché di monumentali assi nella manica ce li ha anche Pola.

L’illuminazione dell’Arena curata da Kari Kola. Foto RAMI SAARIKORPI

“Impact with Light” ha voluto sottolineare l’importanza dell’arte e della cultura nella promozione della pace e del benessere. Quest’installazione durata il tempo di un lampo (è proprio il caso di dirlo) è stata realizzata appositamente in un tempo ristretto; come un atto di guerriglia. “Sono preoccupato del caos nel quale il mondo precipita – dice Kola –. Creare qualcosa di bello, unicamente per amore dell’arte, mi dà la speranza in qualcosa di positivo. È un memento di quello che possiamo fare, raggiungere. Voglio ispirare gli altri a creare, a seguire i sogni e a dare un proprio contributo alla bellezza nel mondo”. Un sentimento che rispecchia lo spirito della Giornata internazionale della luce (che celebra la potenza della luce nella scienza, nella cultura e nell’arte) e della Giornata mondiale del vivere insieme in pace (che promuove l’armonia tra le genti). Come messaggio potrebbe bastare, ma il fatto che lo scrigno di tutto sia stata l’Arena, dà all’evento un significato aggiunto. Un luogo storico diventa scenografia per l’arte di Kola, ed enfatizza il ruolo dell’arte e della cultura nella cura e salvaguardia della pace e del benessere nel mondo. L’installazione celebra la potenza della luce, simbolo universale che in tutte le culture ha connotati positivi.

Il festival Visualia

“Impact with Light” è nato dalla collaborazione tra Kari Kola, SGM Light, Visualia Festival e il Museo archeologico dell’Istria. A proposito di Visualia. Il direttore del festival, Marko Bolković, ricorda che quest’anno si svolgerà la decima edizione. Proprio per celebrare questo anniversario tondo si è partiti un po’ prima sui soliti tempi di realizzazione e quale momento migliore se non la Giornata internazionale della luce. Kari Koli ha preso parte all’edizione festivaliera del 2015 e da allora ha cullato il sogno di fasciare di luci l’Arena. Quest’anno ci è riuscito. Adesso aspettiamo Visualia e quello che saprà regalarci per le vie della città. Da parte del direttore del Festival, i ringraziamenti sono andati, oltre che a Koli, anche al Museo archeologico dell’Istria.

Kari Kola e Marko Bolković. Foto Kola/Bolković

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