Pinocchio, un capolavoro dalle infinite chiavi di lettura

Le docenti Elis Deghenghi Olujić e Rita Scotti Jurić, protagoniste della storia del Dipartimento d'Italianistica polese, sono state le interpreti del romanzo di Carlo Collodi, «Le avventure di Pinocchio»

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Pinocchio, un capolavoro dalle infinite chiavi di lettura
Liana Diković, Elis Deghenghi Olujić e Ritta Scotti Jurić. Foto: ARLETTA FONIO GRUBISA

Le celebrazioni del 140.esimo anniversario dalla prima pubblicazione del romanzo di Carlo Collodi, “Le avventure di Pinocchio” promosse dalla Comunità degli Italiani di Pola in collaborazione con la Biblioteca civica, l’ente prescolare italiano “Rin Tin Tin”, la SEI “Giuseppina Martinuzzi” e la SMSI “Dante Alighieri”, hanno conosciuto ieri una nuova, oltremodo preziosa dimensione culturale salendo a livello universitario e di lezione accademica. Due conferenze improntate sull’approfondimento letterario per un’opera “immortale” hanno trasformato la sala degli spettacoli della CI in una vera e propria aula di facoltà, dove hanno trovato sistemazione soprattutto gli studenti del Dipartimento di Italianistica di Pola, per fare incetta di contenuti eccome essenziali nell’apprendimento di quella parte di corso che tratta di letteratura per l’infanzia.

Eternità e attualità
Ammesso che ci sia una vera linea di demarcazione tra la medesima e la lettura destinata agli adulti, a celebrare l’”eternità” di Pinocchio ci hanno pensato due eccellenti oratrici: Elis Deghenghi Olujić e Rita Scotti Jurić, già docenti della Facoltà di Studi Interdisciplinari, italiani e culturali di Pola, protagoniste della storia del Dipartimento d’Italianistica polese, con all’attivo un imponente curricolo professionale costituito da incarichi organizzativi, intensa attività pedagogica, ricerca scientifica, pubblicazioni e altro ancora. Assolte le parole di benvenuto espresse da Liana Diković, responsabile del Servizio bibliotecario per la CNI presso la Biblioteca civica di Pola, ecco subito presentato “Pinocchio, un’icona universale: spunti di riflessione per comprendere l’universalità del personaggio nato dall’estro di Carlo Goldoni”. Nel farlo accomodare in sala con il suo mondo “insieme fisico e metafisico, reale e simbolico”, Elis Deghenghi Olujić si è resa interprete di stupendi significati, che ancora si possono estrapolare da quell’inconfondibile figura di burattino. Perché è il burattino, non il bambino, che affascina con la sua imperfezione generando l’allegoria della vita. Dunque, come sentito, “Pinocchio” è un classico che citando Calvino “non ha mai finito di dire quel che ha da dire”, e che dicendo come Paul Hazard è uno di quei “libri che danno le ali”.

Un’icona che parla a tutti
“Le avventure di Pinocchio” si inseriscono tra quei capolavori che sono “opere che parlano ancora all’infanzia di ogni latitudine e contengono in sapiente equilibrio ingredienti che rispondono ai gusti, agli interessi e alle esigenze immutabili dell’anima bambina”. La relatrice ha sottolineato che “Collodi ha creato un capolavoro la cui universalità, perennità e attualità del messaggio è stata attestata dalla ricchezza di simboli e significati che racchiude, e dalle infinite chiavi di lettura che offre – allegorica, strutturalistica, simbolica, antropologica, filologica, psicanalitica, religiosa. Al bando i personaggi “edificanti” di “Cuore” di De Amicis, da quanto spiegato, Pinocchio “possiede il senso dell’avventura e della trasgressione, un gusto per la beffa e il gioco che lo sottraggono a una definizione troppo schematicamente moralistica”… “ Egli “è un’icona universale capace di parlare a tutti che tocca corde molto profonde, come altri grandi personaggi dei testi classici per l’infanzia”, “è una delle più riuscite metafore dell’infanzia”, “la quintessenza dell’infanzia” che rimane interessante finché resta burattino, “un personaggio poetico, una vera incarnazione della poesia, la sua poesia è la poesia dell’infanzia stessa”.

Un’opera anche per adulti
A sorgere spontanea è una domanda. “Pinocchio è veramente un libro per bambini? Da una prima esegesi a un’analisi ermeneutica” è il percorso compiuto da Rita Scotti Jurić partendo dalle strategie necessarie a “salvaguardare l’esperienza infantile da invasori e oppressori telematici, e non, indesiderati e unificanti”. Il trucco sta “nell’offrire un’educazione di qualità indubbia e insostituibile come quella messa a disposizione dalla letteratura che si rivolge all’uomo, gli insegna e mette a suo servizio aiutandolo a maturare l’intelligenza e la sensibilità, rendendolo moralmente forte”. L’opera di Collodi, è stata ieri definita “un serbatoio di grandi temi” fino a segnalare che” l’insegnamento per percorsi tematici di questo libro si riferisce agli aspetti più importanti e universali della condizione umana e si concentra sulle grandi questioni tematiche che riguardano il destino umano”.

Sette temi principali
In sostanza, l’anzidetto intervento ha messo a fuoco sette temi che normalmente non vengono associati a un testo definito “per bambini”: la menzogna, caratteristica essenziale di Pinocchio, che si ricollega al tema antropologico del contrasto verità-bugia; la leggerezza, intesa come superficialità; la coscienza, ossia quella parte di noi che sa la differenza tra giusto e sbagliato; la genitorialità, ovvero l’amore puro, incondizionato e sconfinato che per i figli è sempre gratuito; la libertà quale tematica che traspare dal rapporto Mangiafuoco/burattini; la speranza che anima l’azione del burattino desideroso di cambiare il suo cuore; il pentimento e la rinascita. Tali sono i pregi del libro, che Rita Scotti Jurić ne suggerisce la rilettura in età adolescenziale ottemperando a uno dei tanti compiti della letteratura: quello di dare inizio non solo ad una maturazione intellettuale ma anche ad un’educazione emotiva in grado di generare autoconsapevolezza, relazione ed empatia. Pinocchio rappresenta dunque il personaggio della letteratura italiana che in maniera più netta è uscito dalla pagina scritta per entrare nell’universo dell’immaginario collettivo globale, non solo occidentale. La sua vicenda assume i connotati di un vero e proprio romanzo di formazione in cui il protagonista giunge alla maturazione soltanto dopo aver completato un significativo percorso esperienziale.

Carlo Collodi, la scuola e gli alunni al giorno d’oggi
Non è cosa da tutti detenere la predisposizione necessaria a diventare gente che sa recitare su un palcoscenico, ma Petra Blašković, polese di nascita e prima attrice del Teatro Nazionale Croato di Osijek, ha ieri colto a tradimento gli allievi delle prime e seconde classi dei licei generale, scientifico e linguistico della Scuola Media Superiore Italiana “Dante Alighieri” di Pola. Volenti o nolenti si sono ritrovati addosso i panni di Pinocchio, del maestro e dei compagni di banco in una significativa trasposizione di quello che poteva essere il mondo scuola di 140 anni or sono. Bullismo e mortificazione, intolleranza nei confronti del diverso, atteggiamenti di insofferenza ostentati contro lo scolaro che si distingue nello studio, la cattiveria delle manipolazioni dirette ai più fragili, gli scherzetti giocati per attizzare i sensi di colpa, la sfida a marinare la scuola e a snobbare le responsabilità: se questo, che Carlo Collodi ha descritto quasi un secolo e mezzo fa, lo ritroviamo oggi nei telegiornali, sotto forma di cronache di violenza ed aggressione a scuola, allora si può ben dire che nulla sia cambiato se non peggiorato. Ha così ottenuto risposta la domanda “Ma Pinocchio che cosa c’entra con noi che siamo adolescenti?”, posta dalla nostra attrice fin dalle prime puntate del suo ciclo di laboratori organizzati nell’ambito della tre giorni dedicata all’opera collodiana. Pinocchio dice “io non son venuto qui per essere il vostro buffone. Io rispetto gli altri e voglio essere rispettato” e, mentre gli altri fanno eco “perché gli scolari che studiano fanno sempre scomparire quelli, come noi, che non hanno voglia di studiare”, lui ribatte “E il maestro che dirà?” subito zittito con un “ Il maestro si lascia dire. È pagato apposta per brontolare tutto il giorno”. E via recitando con quella birba di Pinocchio che è in effetti la scuola di sempre, una sempiterna lezione di vita.
Il programma prosegue oggi alle ore 9 con un laboratorio per giovani. Alle 9.30 e alle 11 si terrà lo spettacolo P.I.N.O.C.C.H.I.O.

L’attrice Petra blašković con gli alunni della “Dante”.
Foto: ARLETTA FONIO GRUBISA

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