«Dobbiamo scongiurare la radicalizzazione»

Un numeroso pubblico ha presenziato al consueto appuntamento, con il quale si è voluto rendere omaggio a tutti coloro che hanno dato la propria vita affinché la Croazia potesse raggiungere l’indipendenza e la libertà

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«Dobbiamo scongiurare la radicalizzazione»
È stato il Cubetto (Museo civico), quest’anno, a ospitare l’Accademia solenne per la Giornata dello Stato. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

l Cubetto, sede dislocata del Museo civico, ha ospitato mercoledì scorso l’Accademia solenne organizzata in occasione della Giornata dello Stato, una delle più importanti festività nella storia della Repubblica di Croazia. In ricordo di tutti i combattenti caduti durante la Guerra patriottica, l’evento è iniziato con un minuto di raccoglimento. Numeroso il pubblico presente in sala, tra cui il sindaco Marko Filipović con i suoi vice, Sandra Krpan e Goran Palčevski, il presidente della Regione, Zlatko Komadina con i suoi collaboratori, deputati al Sabor e rappresentanti del Ministero della Difesa, dell’Università di Fiume, della Questura litoraneo-montana e delle varie associazioni dei difensori.

A rivolgersi per primo ai convenuti è stato il sindaco con un discorso lungo e sentito. “Da ben 34 anni celebriamo con grande orgoglio questa giornata, giorno in cui è stato costituito il primo Sabor pluripartitico, eletto in modo democratico e che ha segnato l’inizio di tutta una serie di eventi. Prese il via l’agonia della guerra guidata da un’idea fascista che aveva come fine distruggere la Croazia e cancellare la libertà e la democrazia. Le lotte sono durate quattro anni, tante vite sono state perse, ma non ci siamo arresi e oggi siamo liberi. I difensori volontari che sono partiti per primi per il fronte di guerra erano quelli di Fiume, delle isole e del Gorski kotar, anche se non eravamo zone direttamente interessate dal conflitto. Per ricordare questi eroi, per l’amore verso la nostra terra e le generazioni future, cerchiamo di onorare e ricordare il loro contributo, con Accademie del genere, con la posa di corone, con monumenti e vie dedicate loro. Sono state 230 le vittime di questi territori e migliaia i feriti. Non posso, però, fare a meno di pensare che oggi, nonostante tutto, non viviamo nella libertà per la quale loro hanno combattuto, nella Croazia che hanno sognato. Di recente abbiamo avuto occasione di vedere, nel corso della costituzione dell’XI legislatura del Sabor, che è in atto il tramonto della democrazia e dei suoi valori. Ci sono fatti storici di cui non dobbiamo vergognarci e che raccontano la liberazione della Croazia e di Fiume dal fascismo”, ha detto il primo cittadino, soffermandosi poi su eventi accaduti di recente dopo le elezioni parlamentari.

Marko Filipović.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Marginalizzazione dei problemi veri
“Mi chiedo, ascoltando di come alcuni pongono delle condizioni per entrare a far parte della coalizione al potere, come possa succedere che i rappresentanti di una minoranza vengano isolati. Minoranza che ci rappresenta e che vive nel nostro Paese, proprio come tutti gli altri che in questa coalizione sono i benvenuti. Sono questi i valori per i quali i nostri difensori hanno combattuto? Abbiamo un governo che dovrebbe essere al servizio delle necessità di tutta la società oppure ci sono coloro che non sono ben visti? Non si tratta soltanto dei membri di alcune minoranze, ma anche delle donne, dato che nemmeno la convenzione di Istanbul, che dovrebbe proteggerle, non è ben vista da parte della maggioranza parlamentare. Purtroppo, non sentiamo parlare di come migliorare lo standard di vita dei cittadini, ma sentiamo parlare di ‘priorità’ quali la costruzione del Museo delle vittime del comunismo, di come le donne siano esseri di secondo ordine, che non hanno bisogno di protezione. Ci si preoccupa del fatto che qualcuno si senta più donna o più uomo, oppure sventoli la bandiera arcobaleno, come se questi fossero i nostri problemi maggiori, mentre i problemi veri vengono marginalizzati. Non si parla dei giovani, che migrano all’estero, di come non siamo pronti ad accogliere chi fugge dalle proprie terre in cerca d’aiuto, dimenticando che anche noi eravamo al loro posto tanti anni fa, quando si fuggiva dalla guerra. Il tutto perché qualcuno ha deciso che così deve essere. Ecco, questi sono i veri problemi. A causa di pensieri come questi, in Europa c’è tanta radicalizzazione. Dobbiamo combattere, ma non con le armi, bensì con la libertà, con i fatti, l’istruzione e la prevenzione per evitare che le idee fasciste diventino parte della nostra società. Dicono che Fiume sia stata da sempre ‘rossa’. Non importa il colore. Fatto sta che Fiume è stata da sempre un bastione per quanto riguarda la libertà e la tolleranza, la democrazia e i diritti umani. Per questo motivo spesso diamo fastidio agli altri. Ebbene, ben venga, perché noi combattiamo per i veri valori, quali una società di diritti, per lo sviluppo e l’istruzione, la tutela dei cittadini. Abbiamo tanti problemi con i quali ci scontriamo ogni giorno, tra i quali anche i lavori attualmente in corso, che però eleveranno lo standard di vita. Dobbiamo avere pazienza, non è facile lo so. Forse non sembra vero, ma ci stiamo dando da fare affinché la città sia a misura d’uomo, dove ogni giorno si festeggerà la democrazia. Perché questo è il Paese per il quale i nostri difensori hanno dato la loro vita”, ha concluso il sindaco augurando a tutti la Giornata dello Stato.

Regione aperta e tollerante
Zlatko Komadina ha voluto ribadire quanto detto dal sindaco, soffermandosi anch’egli sui fatti che avvengono in seno al Sabor e che stanno provocando alla società nuovi scontri e divisioni. “Mettendo in dubbio i diritti delle donne e delle minoranze, la libertà mediatica, mettendo in primo piano il dominio del discorso dell’odio al posto della cultura del dialogo, la revisione dei fatti storici, l’incitamento all’intolleranza verso persone che sono giunte da varie parti del mondo in cerca di un lavoro per sfamare le proprie famiglie, vengono violati gravemente i principi democratici, il che ci preoccupa. Siamo nel periodo postelettorale. Ci stiamo avviando verso le elezioni europarlamentari e quelle presidenziali. Sarebbe bello che i diretti interessati usassero lo spazio per una partita all’insegna del fair play e non per diatribe che creano disappunto tra i cittadini i quali hanno sempre meno voglia di recarsi alle urne. Fiume sarà anche una ‘fortezza rossa’, ma sono fiero di vivere in una città in cui esiste il pensiero libero, con persone che rispettano il diverso, dove ci sono tolleranza e rispetto verso tutte le razze e religioni. Vogliamo che la nostra Regione rimanga un posto sicuro in cui vivere, aperto e tollerante, dove tutti hanno diritto ad avere una chance. Questo dovrebbe essere lo scopo di tutto lo Stato”, ha concluso Komadina.
Nella parte artistico culturale si sono esibiti la klapa femminile “Luka” e le alunne della SE “Nikola Tesla”, Elena Kolić e Neva Glumac.

Zlatko Komadina.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Ceri e fiori per ricordare le vittime
Come da tradizione, mercoledì scorso, prima dell’Accademia solenne, i rappresentanti della Città con il sindaco Marko Filipović, della Regione con il vicepresidente Vojko Braut, della Questura e delle varie associazioni dei difensori della Guerra patriottica, affiancati dai rappresentanti dei vari partiti e consiglieri cittadini, hanno posto corone di fiori e ceri presso i cimiteri di Drenova e Tersatto, nonché sul Ponte dei difensori in Delta, per ricordare tutti colori che hanno dato la vita per l’indipendenza del Paese.

Omaggio ai caduti in Delta.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

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