La forza unificante della musica

Nella Sala dei marmi del Museo di Marineria e di Storia del Litorale croato di Fiume si è tenuto il concerto della CEMAN Orchestra, intitolato «Oltre i confini»

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La forza unificante della musica
L’orchestra è stata diretta dal Mº Olsi Qinami. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

La musica abbatte tutte le barriere ed è una forza unificante. È questa l’idea che guida l’attività della CEMAN Orchestra (Central European Music Academies Network), un organico che riunisce 35 giovani musicisti provenienti da diversi Paesi in un progetto musicale avviato nel 2018, che giovedì scorso si è esibita nella Sala dei marmi del Museo di Marineria e di Storia del Litorale croato di Fiume. Il concerto, intitolato “Oltre i confini”, è stato incentrato sui capisaldi della musica colta, ovvero su brani di Beethoven e Mozart, proponendo quindi un programma che “va sul sicuro”. In veste di solista al pianoforte si è presentato il giovane albanese Adelajd Zhuri, talento pluripremiato.

Studenti di undici accademie
A salutare i presenti è stato il direttore musicale della CEMAN Orhestra, Romolo Gessi, il quale ha espresso il suo apprezzamento per la splendida Sala dei marmi del Palazzo del governo e la straordinaria acustica che rende ancora più potente il suono dell’orchestra. Ha ricordato, inoltre, che la CEMAN Orchestra è composta dai migliori studenti di undici accademie e conservatori di altrettanti Paesi europei e ha quindi ringraziato le numerose istituzioni che hanno reso possibile l’organizzazione del tour nell’ambito del quale l’organico ha fatto tappa ieri anche a Lubiana, mentre oggi si esibirà al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste (ore 18.30). Il concerto finale è in programma domani al Castello di Grisignana, sempre alle 18.30. Gessi ha spiegato inoltre che i giovani inviati dalle rispettive accademie si erano riuniti a Grisignana per qualche settimana, grazie a un accordo con la Jeunesses Musicales della Croazia, dove hanno preparato il programma del concerto.

Capisaldi della musica colta
La serata è stata inaugurata dalla Coriolano – Ouverture, Op.62 di Ludwig van Beethoven, eseguita dai giovani musicisti, sotto la guida del Maestro Olsi Qinami, con un tempo incalzante. Il drammatico brano è stato interpretato dall’orchestra con un suono omogeneo, che nello spazio relativamente piccolo della Sala dei marmi risuonava con particolare potenza, e grande vigore. Ha fatto seguito lo splendido Concerto per pianoforte e orchestra n.4 in sol maggiore, Op.58 di Ludwig van Beethoven, composto fra il 1805 e il 1806, e che lo stesso autore eseguì in veste di pianista in occasione della prima della partitura, il 22 dicembre 1808 a Vienna. Il giovane pianista Adelajd Zhuri ha interpretato con slancio e musicalità i tre movimenti del Concerto, dimostrando un’ottima preparazione tecnica e una bella intesa con l’orchestra. Il pianista ha premiato il pubblico con un bis.
La parte ufficiale del concerto si è conclusa con la celeberrima Sinfonia n.41 in do maggiore KV 551 Jupiter, l’ultima composta dal genio di Salisburgo, che la CEMAN Orchestra ha eseguito scegliendo tempi appropriati e dando vita a un’esecuzione scorrevole ed energica. L’Orchestra si è congedata dal pubblico fiumano con due bis.

Un’iniziativa di grande valore
Ricordiamo che la CEMAN Orchestra ha debuttato nel 2018 a Zagabria e Trieste e, da allora, si è esibita con successo in prestigiose sedi musicali internazionali, collaborando con brillanti solisti, quali Eleonora Hil, Giada Visentin, Momchil Pandeev, Beatrice Fitocarev, Ion Mosneaga e affermati direttori d’orchestra quali Jasenka Ostojić, Romolo Gessi, Deyan Pavlov e Denis Ceausov. L’orchestra si compone di 35 musicisti provenienti da Ucraina, Serbia, Albania, Romania, Ungheria, Bosnia ed Erzegovina, Slovenia, Croazia, Moldavia, Montenegro e Italia. Aderiscono al progetto della primavera 2024 l’Accademia Nazionale Ucraina di Musica di Kiev, l’Università della Musica di Belgrado, le Accademie Musicali di Tirana, Banja Luka, Lubiana, Zagabria, Bucarest, Budapest, Chisinau e Cetinje (Montenegro) e il Conservatorio “Tartini” di Trieste. Come spiega il testo di presentazione del concerto, “si tratta di un’iniziativa di grande valore non solo sul piano artistico, ma anche e soprattutto sotto il profilo formativo, esperienziale e per la sua valenza simbolica”.

Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

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