«Antidiva». Un successo il concerto di Anamarija Knego

Al Teatro Nazionale Croato «Ivan de Zajc» di Fiume la primadonna fiumana si è esibita con Dubravka Šeparović Mušović, Diana Haller, Antonio Haller e Petar Kovačić

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«Antidiva». Un successo il concerto di Anamarija Knego
Anamarija Knego con l’Orchestra diretta dal Maestro Hribernik. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

È stato un evento di particolare spessore il concerto di gala dell’altra sera al Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume, intitolato “Antidiva”. In veste di protagonista si è esibita la primadonna Anamarija Knego, alla quale si sono uniti come ospiti i suoi colleghi e amici, ovvero i mezzosoprano Dubravka Šeparović Mušović e Diana Haller, l’oboista Antonio Haller e il violoncellista Petar Kovačić. L’Orchestra sinfonica di Fiume e il Coro dell’Opera sono stati diretti invece dal Maestro Marko Hribernik.

Uno spaccato delle prossime produzioni
La bella serata ha offerto al pubblico fiumano uno spaccato delle prossime produzioni operistiche pianificate nello “Zajc”, ma è stata anche una rassegna di interpretazioni di altissimo livello, sia quelle vocali che strumentali. Anamarija Knego ha curato la parte visiva del concerto, dando vita a un evento raffinato, al quale ha donato pure un tocco personale. Semplice, ma d’effetto, è stata l’idea di proiettare sullo sfondo del palcoscenico immagini astratte e non, illuminando la scena con luci che cambiavano con ogni nuovo brano eseguito.
Anamarija Knego ha “rotto il ghiaccio” con la splendida e impegnativa aria “Casta Diva” e la cabaletta “Ah! Bello a me ritorna” tratte dall’opera “Norma” di Vincenzo Bellini. Il soprano fiumano è caratterizzato da sempre da una spiccata musicalità e da una voce limpida e agile che con il passare degli anni ha acquisito ulteriore spessore. La sua interpretazione della celeberrima aria è stata cesellata e controllata in ogni registro, anche se all’inizio forse un po’ riservata. Molto belli gli interventi del Coro e dell’Orchestra, gestiti mirabilmente dal Maestro Hribernik, che hanno contribuito a un’esecuzione ricercata.

Forte carica emotiva
Nel duetto di Norma e Adalgisa “Deh, con te… Mira, o Norma”, ad Anamarija Knego si è unito il rinomato mezzosoprano fiumano Diana Haller, che si distingue per la sua voce intensa e l’ottima dizione. Le due artiste hanno eseguito il duetto con una forte carica emotiva dalla quale traspariva, però, anche un sentimento di autentica amicizia.
È stata quindi la volta dell’oboista fiumano Antonio Haller, che ha sciorinato tutto il suo talento nel Concerto sopra motivi dell’opera “La Favorita” di Gaetano Donizetti di Antonio Pasculli, dimostrando, oltre all’ottima preparazione tecnica, anche grande musicalità. È stata questa pure un’occasione per sentire in veste di solista uno strumento affascinante e dal timbro raffinato che raramente abbiamo occasione di goderci ai concerti sinfonici. Il pubblico ha premiato con prolungati applausi la brillante esecuzione del giovane musicista.
Ha fatto seguito il duetto di Aida e Amneris “Fu la sorte dell’armia tuoi funesta” tratto dall’opera “Aida” di Giuseppe Verdi, nel quale, assieme a Knego nei panni di Aida, si è esibita Dubravka Šeparović Mušović in veste di Amneris. Lo straordinario mezzosoprano ha rubato la scena con la sua potente e vellutata voce, l’accattivante interpretazione che denota le sue grandi doti attoriali e la carismatica presenza scenica. Anamarija Knego ha quindi offerto una sentita esecuzione della struggente e difficilissima aria “Oh, patria mia”, tratta sempre dall’opera verdiana.

Musica intensamente lirica
A Knego si è nuovamente unita Dubravka Šeparović Mušović per il duetto “Nechám ještĕ dveře otevřeny” di Jenůfa e Kostelnička, tratto dall’opera “Jenůfa” di Leoš Janáček, in cui le due interpreti hanno eseguito con convinzione la drammatica scena, al che Šeparović Mušović ha interpretato con trasporto l’aria “Co chvila… Co chvila…”, tratta sempre dalla medesima opera. Per l’occasione, le due artiste hanno indossato creazioni realizzate a maglia dalla stessa Anamarija Knego.
Sul palcoscenico è poi salito il noto violoncellista fiumano Petar Kovačić, che ha proposto la Romanza per violoncello e orchestra in Fa maggiore, trv. 118 di Richard Strauss, un brano che per più di un secolo era stato relegato all’oblio. Venne dato alle stampe per la prima volta nel 1986 e solo ultimamente si trova più spesso sul repertorio concertistico. Kovačić ha eseguito questo brano intensamente lirico con un suono pastoso e una tecnica brillante, rendendo le belle linee melodiche con grande espressività, in un intenso dialogo con l’Orchestra, guidata con un gesto tranquillo e preciso dal Maestro Hribernik.

Grandi doti attoriali
Nella parte finale del concerto sono stati proposti tre numeri tratti dall’opera “Don Carlo” di Verdi. Nel duetto della principessa d’Eboli e di Elisabetta “Pietà! Perdon!”, Knego e Diana Haller hanno proposto un’esecuzione in cui entrambe le artiste hanno dimostrato le loro non indifferenti doti attoriali, oltre che quelle vocali. Ha fatto seguito l’aria “O, don fatale!”, in cui Diana Haller passava con disinvoltura dai passaggi drammatici a quelli lirici.
La parte ufficiale del concerto si è conclusa con l’aria di Elisabetta “Tu, che le vanità!”, eseguita con slancio da Anamarija Knego, che si è destreggiata negli impegnativi e frequenti passaggi dalla voce di petto a quella di testa con notevole naturalezza.
L’Orchestra, sotto la direzione del Maestro Hribernik, ha dato un sostegno solido e ispirato ai solisti. Lo stesso vale per il Coro dell’Opera, che anche questa volta è stato all’altezza.
In seguito ai forti e prolungati applausi, Anamarija Knego ha offerto un bis, un’aria di “Madame Butterfly” di Puccini. Il secondo bis ha visto Knego assieme a Dubravka Šeparović Mušović e a Diana Haller nell’esecuzione di una divertente versione “femminile” della celeberrima canzone del Duca di Mantova “La donna è mobile”, tratta dall’opera “Rigoletto” di Verdi.

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