Sfilata dell’orgoglio: esame superato

In cinquecento in corteo per le vie del centrocittà per il Pride. Ingenti le misure di sicurezza

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Sfilata dell’orgoglio: esame superato
Un corteo sorridente lungo l’Arco dei Sergi in piazza Foro. Foto: DARIA DEGHENGHI

In cinquecento in corteo a sfilare per i diritti degli omosessuali e di altri orientamenti non etero della comunità LGBTIQ+, sabato sera, alla prima sfilata dell’orgoglio che, oltre al frastuono dei tamburi e dei fischietti, non ha provocato né subito alcun fastidio, a dispetto delle anticipazioni che si sono dimostrate una serie di falsi allarmi. Hanno contribuito alla sicurezza del corteo le squadre dei reparti speciali di polizia importate dalle Questure di tutto il Paese. E infatti, in tanti hanno dichiarato di non aver mai visto tanti poliziotti armati fino a questo punto. Ciò detto, bisogna concludere che Pola ha superato egregiamente l’esame dalla civiltà e che in questo ha avuto l’appoggio della Città di Pola e della Comunità degli Italiani, che ha offerto la sua sede di via Carrara per il concerto finale.

La cronaca. Il raduno ha avuto luogo in piazza Port’Aurea con il benvenuto dei promotori Ana Bačić e Jan Franjul dell’associazione “Proces”, che si sono alternati al microfono per dire che “questo è un corteo per la parità dei diritti, la giustizia e l’amore, per quelli che sono rimasti in silenzio, per un’esistenza dignitosa, per chiunque sia stato ed è tuttora discriminato, emarginato, umiliato”. Di più. “La nostra lotta non riguarda solo la comunità LGBTIQ+. La nostra lotta è per tutti gli esclusi, per tutte le donne che lottano per l’uguaglianza e per tutte le minoranze che anelano alla giustizia. La nostra lotta è anche femminista e solidale. Siamo qui per dire che non ci fermeremo fino a quando saremo tutti liberi e pari”, ha detto la presidente dell’associazione “Proces”, Ana Bačić.

Zoričić: «Un fatto di cultura generale»
A sfilare per la comunità LGBT anche il sindaco Filip Zoričić, che ha dichiarato: “La tutela dei diritti della comunità LGBTIQ+ non è solo una questione di civiltà, ma anche una fatto di cultura generale. Che siamo in grado di accettare ogni individuo, che siamo realmente tutti uguali: questo è il messaggio che vogliamo lanciare oggi. Come sindaco non tollero che nella nostra città chiunque si senta in pericolo. Pola è tollerante e multiculturale, ma dobbiamo dimostrarlo con i fatti. Sui social hanno inneggiato all’odio: siamo qui per smentirli. Tra l’altro non si tratta solo della Comunità LGBT. Anni fa abbiamo dato l’appoggio anche alla processione di San Tommaso, che pure aveva sollevato qualche sentimento antagonista. Parimenti l’anno scorso abbiamo intitolato il parco al Ponte ad Anna Frank in segno d’appoggio a chiunque sia stato privato dei diritti civili, a tutti gli angosciati e tutti gli emarginati, e allo stesso modo seguiamo i cortei dei veterani del Giorno della Vittoria e dell’anniversario della caduta di Vukovar. Sono curioso di vedere se saranno qui tutti quelli che si professano liberali o se si dimostreranno politicamente vigliacchi come temo. Quanto a me, seguo l’esempio di Vlado Gotovac, che era solito dire ‘difendete la Croazia dalla viltà e dall’odio’ e io lo dico con la stessa convinzione: ‘difendete Pola dalla viltà e dall’odio’. Questo è il nostro primo Pride e con la nostra partecipazione crollano tutte le accuse del mio presunto conservatorismo o doppiogiochismo. Chiediamoci piuttosto, come ha fatto il Papa per tutti: ‘Chi sono io per giudicare?’”.

Le richieste al Governo
Da notare a questo titolo la presenza in piazza dei deputati al Sabor Peđa Grbin e Dušica Radojčić e quella del presidente della sezione polese della DDI Valter Boljunčić. Il corteo dell’orgoglio con scritte e bandiere (anche quella dell’ex Jugoslavia) ha attraversato dunque via Sergia, il Foro, via Kandler e via Carrara per approdare alla Comunità degli Italiani di Pola per il DJ set di Pezo e Zbeletron e il concerto della band ŽEN. Franjul e Bačić hanno dato lettura al proclama del primo Pola Pride rivolto al governo della Repubblica con le seguenti richieste: frenare un regresso dei diritti LGBT, sanzionare le manifestazioni pubbliche di incitamento all’odio, affermare l’identità di genere, condannare la discriminazione e la stigmatizzazione, ammettere la libera discussione sull’orientamento sessuale in ambito scolastico e penalizzare i media che diffondono l’omofobia.

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