Baraccopoli Il sindaco Miletić gioca in difesa

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Baraccopoli Il sindaco Miletić gioca in difesa

La baraccopoli Rom di Pola è un argomento che torna agli onori della cronaca tutti gli anni in corrispondenza della stagione turistica per un motivo molto semplice: ha sede nientemeno che nel centro storico, a due passi dal più importante monumento romano in Istria: l’anfiteatro. A sollevarlo in sede di Consiglio municipale Gordana Čakić, consigliere di Barriera umana (Živi zid) al suo primo mandato, non perché teme il degrado dell’ambiente e del decoro urbano, ma perché teme gli sfratti delle famiglie che poi finiscono in strada. Ma se la strada non è un’alternativa, non si può neanche asserire che baracche costruite con tavole di legno e coperture di amianto, senza pavimenti e senza il benché minimo isolamento termico, possono essere considerate abitazioni a pieno titolo. Inoltre, c’è da mettere in chiaro che queste abitazioni sono doppiamente abusive: intanto perché infrangono tutte le leggi sull’edilizia e in secondo luogo perché infrangono tutte le norme sulla proprietà, che è sacrosanta. Infatti il suolo su cui si erge il deturpante accampamento è pubblico, o meglio, è proprietà della Città di Pola. Che naturalmente avrebbe tutto il diritto di sfrattare gli inquilini, demolire le catapecchie e radere al suolo quell’accozzaglia di rifiuti che le circonda destando orrore nei passanti. Fatto questo, si potrebbe finalmente iniziare a progettare un’opera di recupero, nuove costruzioni o nuove superfici pubbliche in armonia con le esigenze di un centro allargato che graviti attorno l’Arena. Invece no. Non se ne farà nulla. E il sindaco Boris Miletić ha spiegato i motivi del suo indugiare.
“È vero, la baraccopoli è abusiva ed ora che abbiamo finalmente chiarito le dispute patrimoniali, noi potremmo tranquillamente sgomberarla e demolirla con una sola ingiunzione, se fossimo solamente dei burocrati che non vogliono sentir ragione. Ma siamo solo dei burocrati? Siamo insensibili al punto da non vedere i volti dei bambini alle finestre? No, non possiamo agire da burocrati”, asserisce il sindaco e prosegue: “So per certo che alcuni Rom hanno lasciato le rispettive baracche, che se ne sono andati chissà dove. A una delle famiglie abbiamo assicurato la sistemazione in uno degli alloggi pubblici. Come si svuota una baracca, così provvediamo a demolirla, affinché non venga occupata subito da altri senzatetto. E così abbiamo intenzione di proseguire, passo per passo, fino a quando non avremo spopolato la baraccopoli. È vero che si procede a passo di lumaca, ed è possibile che passino degli anni. Ma non abbiamo altra scelta se non siamo dei burocrati, ma uomini in carne ed ossa. Nel frattempo si provvede a tenere l’accampamento in ordine nei limiti del possibile, facendo leva sulle maestranze dell’azienda municipalizzata per la nettezza urbana. Quando poi verrà il momento di ripensare l’area, vedremo di darle una nuova destinazione e un nuovo aspetto”, ha concluso Miletić.

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