Pola. Le bici in attesa di tempi migliori

Il servizio di condivisione delle due ruote è fermo a causa dell’emergenza sanitaria, ma anche per colpa dei vandali

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Pola. Le bici in attesa di tempi migliori

Bici sparite, stazioni di noleggio vuote, stalli mezzi demoliti: così muore un servizio con la complicità dell’epidemia e del vandalismo. E dire che l’Europa aveva assegnato 1,3 milioni di euro per aiutare Pola a diventare una smart city votata alla mobilità sostenibile. Sono trascorsi quasi 5 anni da quando in altrettanti punti strategici cittadini vennero installate le stazioni di noleggio delle biciclette elettriche acquistate per invogliare i cittadini e i turisti a fruire di un servizio utile, pratico e non inquinante. La nuova forma di trasporto della bicicletta condivisa dal pubblico doveva inaugurare la moda o la sana abitudine del cosiddetto bike sharing, strumento di mobilità sostenibile destinato ad aumentare l’utilizzo delle bici che non costringono a pedalare a perdifiato, ma aiutano gli spostamenti in prossimità anche dove il mezzo pubblico non può arrivare. Una bella soluzione al problema dell’ultimo chilometro o tratto di percorso che separa la fermata del mezzo pubblico dalla destinazione finale dell’utente. Invece, è stata fatta cilecca. Vogliamo supporre che le bici elettriche cittadine stanno riposando in qualche rimessa in attesa di giorni migliori. Nel medesimo tempo, invece, diverse stazioni di ricarica risultano finite al centro di appassionate gare di tiro al bersaglio o addirittura spiantate dal cemento. In alcuni punti, i cavi che spuntano dalla pavimentazione, testimoniano che qui ci stava la colonnina per il noleggio della bici. Oltre a tanto, non appena era stato attivato il servizio pubblico di noleggio, diversi fruitori non avevano ritenuto “opportuno“ restituire la due ruote presa in prestito, faccenda che aveva costretto a introdurre il sistema dei tesserini e dei pagamenti a costi simbolici. E adesso, il mancato utilizzo, il vandalismo e la noncuranza di singoli ha decretato la fine della smart mobility a Pola che a sua volta dovrà restituire i soldi all’Europa? Si spera di no, anche perché la Città intende tornare alla carica.

 

Il progetto Movesmart
Stando alla ricapitolazione fornita dal capoufficio cittadino Aleksandar Matić, tutte le attività di acquisto di bici, stazioni e attrezzature erano state sbrigate dal 2013 al 2016, poi era arrivato il nullaosta della commissione europea a controllo effettuato. L’assegnazione derivante dal programma UE FP7 era stata approvata e, come appreso, non sottostà ad obbligo di restituzione. Il progetto Movesmart era stato avviato come proposta di collaudo per sondare l’interesse nei confronti di questo tipo di servizio con il fine di attivarlo e perfezionarlo come sistema di trasporto pubblico. La gestione dello stesso era stata assunta dall’azienda municipale Pula parking. In seguito erano arrivati i contributi del Fondo per la tutela ambientale e l’efficienza energetica, nonché del Ministero del Turismo, che sono stati investiti nella realizzazione del tragitto ciclabile 308, comprese le stazioni di rifornimento a Stoia e in via Tommasini. Negli ultimi tre anni, questa forma di trasporto è stata potenziata dall’acquisto di 20 nuove bici elettriche per un investimento di 400mila kune di cui 100mila assegnate dal Fondo ambientale.

Aleksandar Matić

Sei stazioni di rifornimento
“In questo momento – specifica Aleksandar Matić – Pola dispone di sei stazioni di rifornimento: ai Giardini, al Terminal di Siana, a Veruda, Stoia e nelle vie Tommasini e Smareglia. Tre aggiuntive sono collocate alle fermate smart nelle aree di passeggiata a Lungomare e a Saccorgiana. A causa l’epidemia di Covid la scorsa primavera, la Città, non ha provveduto a bandire il concorso di fornitura pubblica per la gestione e la manutenzione delle stazioni di rifornimento. Il sistema non aveva potuto funzionare per ragioni di sicurezza sanitaria. Al fine di riattivarlo per la prossima primavera, perché si tratta in fin dei conti di un servizio stagionale, sono in corso i preparativi per la fornitura pubblica. Tra giorni si uscirà con il concorso cui seguirà la sottoscrizione del contratto di gestione e manutenzione per un periodo annuale. L’esito di questa ripresa, però dipenderà dall’evolversi della crisi epidemica“.

Annunciato questo, Aleksandar Matić, rivolge un appello ai cittadini invitandoli a non devastare questo patrimonio perché ogni riparazione costa denaro pubblico che potrebbe essere dirottato in progetti utili.

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