Momiano. Storia di contese e vendette

Conferenza del prof Josip Banić sul periodo medievale del borgo, dal primo accenno nelle fonti storiche a Simone Rota

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Momiano. Storia di contese e vendette
Il pubblico in sala nella Casa dei castelli. Foto: NICOLE MIŠON

La Casa dei castelli di Momiano ha ospitato la conferenza storica dal titolo “Castrum Mimiliani: Il percorso medievale di Momiano, dal primo accenno nelle fonti storiche a Simone Rota (1035-1548)” tenuta dal prof. Josip Banić del Dipartimento di Storia della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Fiume. Un pubblico molto interessato ha seguito l’intervento del docente medievalista, tra le cui fila erano presenti l’assessore regionale alla Cultura e alla Territorialità Vladimir Torbica e la sovrintendente alle Belle arti della Regione, Lorella Limoncin Toth. A introdurre la serata e a fare gli onori di casa è stata la direttrice della struttura ospitante, Tanja Šuflaj, la quale ha dato il benvenuto al relatore e al pubblico.
Nel corso degli anni il castello di Momiano e la sua storia sono stati studiati e analizzati in profondità, soprattutto per quanto riguarda la storia legata alla famiglia Rota, proprietaria del maniero a partire dal 1548. Le vicissitudini che hanno caratterizzato il borgo nei secoli precedenti, invece, sono meno conosciute. L’intento del prof. Banić è stato appunto quello di approfondire il periodo precedente all’acquisto della fortezza da parte della famiglia che ne avrebbe dato il nome. Il cosiddetto “atto di nascita” della rocca risale al 4 giugno 1035; infatti, un documento attesta per la prima volta l’esistenza dell’edificio come parte dei possedimenti del monastero di San Michele a Visinada nei pressi di Castelvenere. Nel 1102 il possedimento passò invece al patriarca di Aquileia Ulrik I di Eppenstein, in seguito alla donazione in cambio della salvezza dell’anima da parte di Ulrik II di Weimer e della moglie Adelaide.

Aquileia, gli Asburgo e Venezia
Nel corso del 1200 ci furono diverse contese per il territorio istriano, tra cui anche Momiano, tra Aquileia e diverse casate, che sfociarono in attacchi e conseguenti vendette con l’uccisione di alcuni nobili illustri. Come da fonti storiche, verso la fine del secolo, nel 1290, il conte Alberto I di Gorizia imprigionò Ulrik I di Momiano. Nel 1309, invece, nel mezzo della guerra tra Venezia e il Patriarcato di Aquileia, il quale appoggiava il conte di Gorizia, i momianesi sostennero la Repubblica di San Marco. Momiano venne venduta in un breve periodo a diversi proprietari, finché non finì tra i domini dei conti di Gorizia, i quali dopo un’incursione a Capodistria, subirono le reazioni di Venezia, affiancata anche da Aquileia, portando a una guerra in Istria, ha spiegato il professore. Da qui si giunse al giorno più buio della storia della cittadina: infatti, il 21 agosto 1344, fu emanato l’ordine di distruggere diverse fortificazioni, tra le quali quella di Momiano.
Nel 1374 nella penisola iniziò l’era degli Asburgo, i quali ripristinarono l’uso del castello, mai realmente raso al suolo ma in disuso per un periodo. A partire dal 1500 Venezia espanse sempre di più i suoi possedimenti in Istria, includendo anche l’area nord-occidentale e i manieri che ne facevano parte, anche se formalmente il castello di Momiano era amministrato dai fratelli Giacomo e Bartolomeo Raunacher. I due, il 27 gennaio 1548, lo vendettero per 5550 ducati d’oro a Simone Rota, il quale ne entrò ufficialmente in possesso il 30 giugno 1548. Da qui ebbe inizio l’era dei Rota, ha concluso il prof. Josip Banić. Vicissitudini intricate e complesse che dimostrano l’importanza come punto strategico del castello nel corso della storia medievale e non solo.

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