Pola. In pescheria si fa la fila

Le cozze costano 30 kune il chilogrammo e sono molto richieste a differenza del dentice a 200 kune

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Pola. In pescheria si fa la fila
Ad agosto si fa la fila per il pesce. Foto: Daria Deghenghi

Una mattina di mezza estate in pescheria. Ai banchi si fa la fila per scegliere, per pagare, per avere il pesce fresco pulito da mani pazienti (sempre in ammollo) che hanno imparato la logica del mercato a proprie spese. Ad agosto in pescheria si fa la fila per avere il meglio al miglior prezzo. D’accordo, anche questo è un ossimoro, un controsenso, perché il meglio al miglior prezzo non esiste. Si veda il dentice: costa 200 kune il chilogrammo, senza mai andare in saldo. Il rombo? Per averlo bisogna tirare fuori di tasca 180 kune. Il tonno? Il salmone? Non meno di 150 e poi fino a 180 kune per chilo di merce. In altre parole, il meglio costa e la verità è che la maggior parte della gente non ha i soldi per avere il meglio. Tuttavia, il Creatore ha creato anche il pesce per i non facoltosi. Ecco il frutto di mare che ci piace prendere a modello. Si parla delle cozze o mitili (per i gli istroveneti, che siamo noi, semplicemente “pedoci”). Gli allevamenti istriani in questo periodo dell’anno stanno tirando su un raccolto davvero eccezionale che si presta a infinite combinazioni culinarie. Le cozze in umido sono quanto di meglio offra l’estate culinaria istriana e si prestano a condire eccezionalmente sia gli spaghetti, che la polenta che le patate. Oddio, non facciamo gli schizzinosi, per gustarli nel pieno del loro sapore basta anche una fetta di pane appena sfornato, quello morbido. Insomma, le cozze costano 30 kune il chilo e fanno di una spaghettata il piatto perfetto per una giornata d’agosto. Non per niente si vendono che è un piacere. A differenza del dentice, che deve attendere i ristoratori per trovare la strada che porta alla tavola del suo consumatore.

Vediamo gli altri prezzi, che, inutile dirlo, sono belli e gonfiati rispetto ai mesi della bassa stagione (per non parlare rispetto ai mesi freddi). Branzini e orate sono in vendita a partire dalle 70 e fino alle 180 kune il chilogrammo a seconda della pezzatura: visto che è pesce d’allevamento, lo troviamo in tutte le dimensioni e di tutti i pesi, a scelta, per cui la merce si può adeguare alle esigenze della comitiva. Anche il merluzzo è aumentato di prezzo. Che sia l’effetto dell’inflazione o della domanda (estiva) in aumento, è difficile a dirsi, ma resta il fatto che non c’è verso per acquistare del merluzzo a meno di 60 kune, e anzi più spesso occorrerà pagarlo 80. A parte le cozze, e in mancanza delle sardelle, il pesce meno caro in vendita sono le salpe (a 50 kune il chilogrammo) e i lanzardi, ancora i più convenienti: un chilo è piazzato a 20 e due a 30 kune. La quantità fa la convenienza, come si usa dire. Questo non vale però per i gamberoni (120-160 kune), i calamari (90-160 kune), i barai (150-160 kune), le seppie (90), il polipo e il salmone (160-170 kune), le sogliole (120), il pagro (200), le vongole (80 kune). I turisti buongustai non fanno storie: la vacanza al mare non è completa se non si mangia pesce fresco di mare. L’esperienza turistica è anche quella che si fa in tavola.

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