Pola. Cimitero, 30 tombe abbandonate all’asta

Buona parte dei sepolcri detengono valore storico e come tali rientrano in una determinata categoria di tutela

0
Pola. Cimitero, 30 tombe abbandonate all’asta
L’espansione dell’area cimiteriale a fianco del camposanto storico. Foto: www.montegiro.hr

Anche se mancano ancora le date precise e i prezzi di partenza per l’acquisto di 30 tombe abbandonate nel camposanto storico del Cimitero di Monte Giro, le Pompe funebri hanno dato l’annuncio della loro messa in vendita programmata nell’ormai vicina stagione autunnale. Quanto andrà presto all’asta sono posti di sepoltura, ormai vuoti da decenni, dimenticati e ricoperti da erba secca, o con lastre divelte, ma non solo. Da quanto reso noto e dalle immagini esibite in Rete per anticipare quest’iniziativa commerciale, risulta che buona parte dei sepolcri detengono valore storico rientrano in una determinata, corrispondente categoria di tutela. Le modalità di messa all’asta pubblica sono specifiche dal momento che le offerte dovranno venire inoltrate in forma scritta e le tombe verranno aggiudicate ai migliori offerenti. Per poter partecipare alla vendita, bisognerà attestare la residenza nel territorio della Città di Pola e dimostrare di non essere già in possesso di una tomba nel Cimitero cittadino di Pola o in quello di Stignano. Gli interessati potranno concorrere per l’assegnazione di più tombe e nel caso uno stesso richiedente risultasse il migliore offerente per più di un sepolcro, avrà diritto di sceglierne soltanto uno, di propria preferenza. La municipalizzata “Monte Giro”, invita gli interessati a tener d’occhio le pagine ufficiali del servizio pubblico al fine di conoscere la data d’inizio del concorso per l’invio delle offerte scritte.

Pietra antica tutta da recuperare.
Foto: MONTE GIRO

Criteri di gestione e manutenzione
Nei precedenti concorsi, più o meno recenti, i prezzi di partenza per l’assegnazione delle tombe ai nuovi titolari variavano da un minimo di 18mila a un massimo di 41mila kune.
Erra chi crede di poter rilevare le tombe storiche, oggetto del prossimo concorso, per poi poter effettuarne una ricostruzione o delle modifiche rilevanti.
Per ciascun sepolcro in area cimiteriale antica esistono criteri di gestione e manutenzione precisa che vengono specificati anticipatamente, con la pubblicazione della lista delle tombe messe all’asta. È così dal 2010 a questa parte, quando la Città di Pola aveva finalmente proclamato il cimitero storico di Monte Giro patrimonio culturale d’importanza locale, destinato a essere iscritto nel registro dei beni culturali ovvero nella lista conservata negli archivi del ministero croato della Cultura. E fu la fine dello scempio.
La prima garanzia con cui si era iniziato a porre fine ai trattamenti scriteriati, agli interventi invasivi e deturpatori compiuti nel corso degli anni passati a causa di una gestione del tutto insensibile.
Allora si disse che la salvezza per il cimitero storico di Pola fosse arrivata in ritardo, ma fu il primo passo fondamentale verso la conservazione del patrimonio sopravvissuto, cultore della memoria collettiva e del ricordo delle genti che fanno parte della storia cittadina.
L’importante proclamazione, conforme alla Legge sul patrimonio culturale, aveva trovato l’epilogo nell’altrettanto strategica elaborazione dello “Studio sullo sviluppo storico-ambientale – indirizzi per la conservazione dell’area memoriale del cimitero di Monte Giro” firmato da Raul Marsetič e Nataša Nefat.
Non guasta ricordare che grazie a quello studio, la zona cimiteriale costituita dai tre storici campi sepolcrali “A”, “B” e “C”, diventava patrimonio da tutelare, fatta eccezione per l’area sepolcrale denominata “comunal”, destinata alla sepoltura decennale.
Entro il camposanto, eletto a bene culturale, erano stati evidenziati 1.008 monumenti sepolcrali, per i quali era stata individuata la necessità di introdurre differenti regimi di tutela. La municipalizzata “Monte Giro” aveva ottenuto dettagliate “istruzioni per l’uso” ovvero indicazioni di “trattamento”.
Sono quattro i regimi di tutela nei quali rientrano i sepolcri. Fanno parte della categoria I, complessivamente 480 tombe, per le quali un qualsiasi intervento comporta la richiesta di permessi speciali ai competenti uffici di sovrintendenza del patrimonio storico e architettonico (concessi i restauri, riparazione e manutenzione, proibite manovre che cambino l’aspetto primigenio e comportino la copertura di scritte e la cancellatura dei nomi degli antichi proprietari).
Il secondo regime di tutela è applicato su 354 tombe di cui diverse sono state oggetto di vendita nelle ultime aste pubbliche. In questo caso sono possibili minimi cambiamenti, in armonia con lo stile originario del monumento funerario, finalizzati a correggere interventi, che nel tempo ne avevano rovinato l’aspetto e, come conseguenza, ridotto il valore, previo permesso dell’ufficio cittadino addetto al patrimonio architettonico. Altre 139 tombe sono beni storico-culturali di terza categoria. Gli interventi di rinnovo, la scelta dei materiali e la modellatura delle lastre, degli altri elementi e decorazioni tombali devono essere consoni all’originale e all’ambiente memoriale. Anche in questo caso va richiesto il nullaosta del competente ufficio. Resta la quarta categoria di tutela per tombe che possono venire ricostruite con materiali nuovi consoni all’area cimiteriale.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display