La CI di Dignano da 70 anni custode della cultura locale

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La CI di Dignano da 70 anni custode della cultura locale

DIGNANO | Un anniversario offre sempre una doppia opportunità: guardarsi indietro e riflettere sul grande successo raggiunto e guardare avanti verso nuovi obiettivi. È con questo spirito che la Comunità degli Italiani di Dignano, venerdì sera, ha festeggiato il suo 70.esimo anniversario di attività. Un traguardo importante che gli attuali vertici del sodalizio hanno voluto condividere con gli amici e i collaboratori, ma soprattutto con i tanti soci e attivisti che, nonostante le mille difficoltà, non hanno mai smesso di credere nella CI, sostenendone progetti e attività.

Fiducioso sguardo al futuro

L’onore e l’onere di ringraziare coloro che negli ultimi settant’anni hanno dato il proprio contributo alla nascita e alla successiva crescita del sodalizio non poteva che spettare a Livio Belci, presidente uscente del sodalizio. Invitato a prendere parola, Belci ha tenuto un discorso carico di emozioni e gratitudine, in cui ha ripercorso le tappe fondamentali della storia della CI locale, una bella favola iniziata nella lontana estate del 1948 con l’inaugurazione ufficiale del Circolo Italiano di Cultura “Lorenzo Forlani”. “Da allora a oggi la nostra associazione ha dovuto affrontare mille sfide”, ha detto Belci, aggiungendo però che la Comunità non è mai venuta meno al compito di arginare quei processi di marginalizzazione e d’assimilazione cui è stata sottoposta dopo le tragiche vicende che hanno segnato e determinato le vicende del Novecento, che hanno segnato la storia e il destino della Comunità Nazionale Italiana. “Nonostante tutto, la CI di Dignano si è ritagliata e guadagnata uno spazio ben preciso sia a livello locale che regionale e oltre, diventando un punto di riferimento per chiunque apprezzi i valori dell’arte e della culturale in generale”, ha rilevato Belci, fortemente convinto del fatto che l’associazione degli Italiani di Dignano – con i suoi canti popolari, i suoi costumi, il suo dialetto istrioto, la sua creatività artistica e il suo rispetto delle tradizioni – rappresenti oggi un importante e vivace tassello del ricco mosaico culturale dell’Istria, che nessuno è mai riuscito a cancellare. “Per questo non posso che ringraziare tutti gli attivisti che in questi settant’anni hanno lavorato con entusiasmo, costanza, umiltà e spirito di sacrificio, organizzando e partecipando a spettacoli e manifestazioni, ma anche portando a termine ricerche e altro ancora”, ha sottolineato, ricordando che la
CI di Dignano ha sempre avuto un coro, un gruppo folcloristico, la filodrammatica, la banda, i minicantanti e altro ancora. Livio Belci ha successivamente elencato alcune iniziative particolari (“I Circoli cantano”, l’Ex Tempore di pittura, il Torneo di scacchi “Coppa Lorenzo Forlani”, il Festival del folclore “Leron”, il Premio letterario “Favelà”…) organizzate nel corso degli anni dalla CI dignanese. “Naturalmente – ha proseguito – niente di tutto questo sarebbe stato possibile senza il supporto dell’Unione Italiana, dell’Università Popolare di Trieste, della Regione Istriana, del Veneto e della Città di Dignano, che ci ha donato Palazzo Bradamante, ristrutturato nel 2005 grazie a un finanziamento del governo Italiano”.

Il presidente uscente ha concluso dicendo che “con orgoglio posso affermare che la nostra Comunità, consapevole e fiera della propria identità e del proprio retaggio, guarda con ottimismo al futuro”.

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Crescere con qualità

A rivolgersi ai tantissimi presenti in piazza del Popolo, ai piedi di Palazzo Bradamante, è stato quindi il neopresidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul. “Oggi con orgoglio e fierezza festeggiate 70 anni dalla fondazione della Comunità degli Italiani, allora Circolo di Cultura di Dignano”, ha detto, aggiungendo che “la nostra presenza qui, però, affonda le proprie radici in tempi ben più lontani e ha lasciato un’impronta indelebile sul nostro territorio d’insediamento storico, in termini di cultura, civiltà, lingua e identità, che oggi permeano e forgiano ogni angolo di Dignano e di tantissimi altri centri urbani e rurali dell’Istria, del Quarnero e in parte della Dalmazia. Un’identità da sempre, storicamente plurale, che ci ha visto convivere per secoli in pace e per alcuni decenni del secolo scorso, invece, in contrapposizione violenta. Una contrapposizione che conseguentemente ha modificato in modo radicale la fisionomia dello spazio antropico con l’esodo della parte maggioritaria della componente italiana”. Tremul ha aggiunto che il patrimonio e la ricchezza culturale di cui noi rimasti nella nostra Patria siamo gli eredi e oggi interpreti, non solo devono essere perpetuati e mantenuti vivi, ma devono conoscere una nuova stagione di vigore e rinnovamento, che coinvolga la cura per la qualità e la riconoscibilità del nostro agire”.

L’orgoglio di Dignano

“Siete i custodi della cultura dignanese”, ha quindi dichiarato il sindaco, Klaudio Vitasović, che ha colto l’occasione per ringraziare e lodare la CI per le tante attività e i tanti progetti realizzati nel corso di questi settant’anni. “Siete l’orgoglio di Dignano e siete sinonimo di cultura, di tradizioni, ma anche di genuinità dell’essere dignanese”, ha rilevato il sindaco.
Un saluto ai presenti è stato pure dal presidente uscente dell’UI e vicepresidente del Sabor, Furio Radin.”Viva Dignan, Viva i bumbari, Via l’Istria e Viva noi”, ha detto Radin, che ha ricordato il giorno dell’inaugurazione della nuova e prestigiosa sede della CI dignanese, una Comunità che non ha mai deluso, non soltanto per le tantissime attività, ma perché è riuscita a rendere Dignano una città viva, una città con un futuro.
Alla festa per il 70.esimo anniversario della CI non sono mancati neppure il console generale d’Italia a Fiume, Paolo Palminteri, la vicepresidente della Regione istriana, Giuseppina Rajko e il neopresidente della Giunta esecutiva dell’UI Marin Corva, i quali hanno colto l’occasione per congratularsi con i dignanesi e augurare al sodalizio tanti altri successi. Il rappresentante della Repubblica d’Italia ha sottolineato, inoltre, che la CI dignanese è una Comunità storica, che ha dato un notevole contributo allo sviluppo di tutto il territorio di Dignano e della Regione. Palminteri ha inoltre lodato l’ottima integrazione esistente tra la Città e la Comunità. A rivolgersi al numeroso pubblico pure Anita Forlani, figura storica della CI locale, nonché pluriennale presidente del sodalizio.
Chiusa la parte riservata ai discorsi, la festa è proseguita con l’esibizione del coro misto, che diretto da Orietta Šverko ha interpretato alcuni brani dedicati a Dignano, e del gruppo folcloristico del sodalizio dignanese, nonchè del coro “Lino Mariani” della CI di Pola, diretto da Ileana Pavletić Perosa (al pianoforte il maestro Branko Okmaca) e della banda “Naša Sloga” di Babici. Infine, la “Lino Mariani” e il coro misto della CI locale hanno eseguito un suggestivo “Va pensiero” a voci unite.

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