Concessioni. Istria Verde proprio non ci sta

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Concessioni. Istria Verde proprio non ci sta

La prossima riunione del Consiglio cittadino, convocata il 28 novembre, affronterà l’argomento della stesura dei Piani sulla concessione dei demani marittimi del territorio di Pola. Ma anche prima di vedere intavolato l’argomento, l’Associazione Istria Verde reagisce con la richiesta inoltrata direttamente in mano al presidente dell’organo collegiale Tiziano Sosić, di cancellare il punto dall’ordine del giorno pertinente alla concessione di diverse, frequentatissime spiagge polesi. Motivo? Ai consiglieri e tanto meno ai cittadini non vengono forniti studi analitici e valutazioni in merito che giustifichino l’interesse pubblico, le necessità e le modalità di concessione dei demani rivieraschi.

Andando a osservare da vicino i contenuti del punto 23 dell’odg. si denota che, per norma di legge, l’unità d’autogoverno locale è chiamata ad apportare i piani annuali e triennali (a media scadenza per il periodo che va dal 2019 al 2021). Nel caso di Pola, si propongono 8 concessioni in piano d’assegnazione nel corso del prossimo triennio. Qui inserite le spiagge dell’insenatura di Saccorgiana, di Valsaline, di San Giovanni (Ambrela), della fascia costiera del resort di Punta Verudella, del villaggio turistico Splendid di Saccorgiana. Si aggiungono inoltre gli stabilimenti balneari di Stoia e di Valcane, nonché il porticciolo di Bonarina adibito al turismo nautico. Le spiagge verrebbero assegnate in concessione per dei periodi che andrebbero dai 10 ai 20 anni, mentre si valuta che l’indennizzo annuale per l’usufrutto dei demani potrebbe ammontare sulle 450mila kune. Secondo piano annuale, nello specifico per il 2019, invece, sono previste 4 concessioni da assegnare in usufrutto a scopo di sfruttamento economico. Rientrano in prima lista l’insenatura di Saccorgiana, Valsaline, San Giovanni e il porticciolo di Bonarina. Queste prime assegnazioni, prevedono un indennizzo pari a 280mila kune annuali.
Preso atto di queste proposte, gli ambientalisti giudicano inaccettabile la mancata trasparenza e la logica della quantificazione dei termini e dei mezzi finanziari da incamerare a titolo di concessione delle spiagge pubbliche, in quanto non poggerebbero su alcuna accurata, previa valutazione di una manovra che potrebbe dabbene compromettere la qualità della vita dei cittadini residenti. D’altra parte, la Legge sui demani marittimi definisce che le concessioni a favore dello sfruttamento economico possono escludere parzialmente o totalmente l’usufrutto da parte del pubblico. Asseriscono a Istria Verde che i documenti forniti per la riunione del Consiglio cittadino sono privi di informazioni riguardanti eventuali interventi di modifiche edilizie e ambientali da effettuare nelle zone litoranee destinate alla concessione e monchi di analisi sulle manutenzioni necessarie per tenere ben curate le spiagge. Altrettanto ignoti risulterebbero gli obblighi dei concessionari, che non dovrebbero, ma potrebbero, rendere alienabili ed espropriabili determinate zone facendo pagare qualsivoglia pedaggio e limitando il libero movimento alle persone. Inoltre, non esister
ebbe una specificazione circa gli stabili da consegnare o meno in usufrutto e, soprattutto, un dibattito pubblico in merito, un giro di consultazioni indispensabili con chi di competenza e con altre Regioni affacciate all’Adriatico.

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