Centro sociale Rojc: una metamorfosi da 10 milioni di euro

A 35 anni dalla sua smilitarizzazione, l’ex casermone sta per cambiare aspetto. Attualmente ospita 106 associazioni civiche di ogni genere especie che, dedicandosi alle proprie attività, creano un programma comune di valore aggiunto

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Centro sociale Rojc: una metamorfosi da 10 milioni di euro
L’ingresso un po’ sconcio del Centro sociale che sarà oggetto di rifacimento. Foto: DARIA DEGHENGHI

Fino a vent’anni fa non ci credeva ancora nessuno, nemmeno i primi squatter che avevano osato l’impossibile. Che un casermone di 16.739 metri quadrati edificato nel 1870 per l’Accademia militare dell’Impero austro-ungarico, potesse diventare un giorno la “cittadella della società civile”, come oggi la definisce il sindaco Filip Zoričić, non sembrava inserirsi agevolmente nell’ordine naturale delle cose. E invece le prime associazioni civiche del nuovo ordinamento socio-economico hanno osato e l’hanno avuta vinta sulle legge di mercato ancora in forma embrionale. La perseveranza di una nuova categoria di cittadini “attivi” si è imposta su una generazione di amministratori e legislatori con una concezione ancora molto fosca dei concetti di proprietà privata, pubblica e collettiva, al punto che, avendo i primi insistito e gli altri lasciato fare, e siccome da cosa nasce cosa, oggi il centro sociale Rojc, che del passato militare e antifascista del vecchio ordinamento ha mantenuto soltanto il nome e l’aspetto esteriore, è diventato di fatto la seconda casa dei polesi. Se vi fossero ancora dei dubbi, è bene dirlo subito: non c’è famiglia in città che non abbia almeno un membro tra i frequentatori del Centro, e si calcola che per le sale e gli spazi condivisi, ma anche per il cortile, passino tra i mille e passa utenti al giorno. Detto questo – il tuffo nel passato era un obbligo – si torna in medias res per dire che a 35 anni della sua smilitarizzazione, il Rojc sta per cambiare anche aspetto oltre che funzione. Ieri il sindaco Filip Zoričić ha diffuso sui social i rendering della metamorfosi in procinto di decollo fino alla conclusione dell’opera nel 2027.

Il cortile interno.
Foto: DARIA DEGHENGHI

Dieci milioni in «tasca»
“Abbiamo assicurato una copertura di 10 milioni di euro per la riqualificazione del Rojc, centro sui generis perché ospita tutte le associazioni non governative del territorio e ne promuove l’attività. A Pola abbiamo una cittadella della società civile e non c’è altro luogo in Croazia dove si possano trovare 106 associazioni civiche di ogni genere e specie che, dedicandosi alle proprie attività, creano un programma comune di valore aggiunto. Cultura, sport, assistenza psico-sociale e tutela socio-sanitaria, attività per il tempo libero dei bambini e dei giovani, assistenza ai disagiati e ai disabili, tutela ambientale, cultura tecnica, tutela delle minoranze nazionali e altre attività di ampio interesse sociale nascono in questa sede per irradiarsi in ogni direzione”, ha scritto il sindaco su Facebook e aggiunto che il Rojc è anche un buon esempio di collaborazione instaurata con successo tra l’amministrazione pubblica e le organizzazioni non lucrative di utilità sociale. E oggi che il Centro sociale non solo giustifica la propria esistenza ma supera tutte le aspettative che Pola ha riposto nei suoi confronti, è arrivato il momento per dare il via alla sua riqualificazione verde, edilizia e paesaggistica insieme. Tanto per ricorrere ancora alle parole del sindaco, a breve il Centro sociale indosserà nuove vesti per guadagnare giardini pluviali, parchi, parcheggi, giochi, campi sportivi, ciclopiste ma la lista è piuttosto lunga. L’opera pubblica entra nel novero degli Investimenti Territoriali Integrati (strumento ITU) e sarà cantierata entro la fine di quest’anno per volgere al termine nell’arco di tre anni. Dei dieci milioni da investirci, l’85 per cento sono soldi europei del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 mentre il restante 15 per cento grava direttamente sul bilancio della Città di Pola.

Il parcheggio antistante l’ex casermone.
Foto: DARIA DEGHENGHI

Fruizione senza limiti
Giorni fa, l’assessore al Patrimonio Samanta Barić e l’architetto paesaggista Marko Sošić dello studio Kappo hanno presentato al pubblico il progetto di massima della riqualifica degli ambienti esterni del Rojc in funzione di tutta la cittadinanza e non solo delle associazioni inquiline. L’opera è entrata nell’elenco dei soli otto progetti pilota nazionali di recupero e rilancio di aree urbane in degrado, deindustrializzate o smilitarizzate che siano. Gli stessi cittadini hanno partecipato alla progettazione enunciando i propri desideri, le speranze e i suggerimenti sull’utilizzo dello spazio che occupa il pendio meridionale di Monte Zaro e in particolare l’enorme isolato compreso tra le vie Gaj, Tartini, Rovigno e Kranjčević. Naturalmente non è stato possibile integrare nel progetto ogni desidero formulato, anche perché è stato necessario rispettare alcune condizioni espressamente richieste dall’UE per avere gli incentivi. Tra questi l’apertura a tutta la cittadinanza e una fruizione senza limiti e privilegi, ma siccome l’amministrazione cittadina ci è arrivata anche da sola, non vi sono state particolari imposizioni o correzioni in tal senso.

Le facciate interne.
Foto: DARIA DEGHENGHI

Rain garden e Pump track
Nell’ampio cortile del Rojc, ora piuttosto spoglio, e in prevalenza usato come parcheggio, verranno allestiti un parco giochi, campi sportivi in sostituzione di quello (precario) esistente, vialetti pedonali e zona relax, un parcheggio ridotto o decurtato di una quarantina di posti macchina ma in compenso meglio integrato nel panorama che guadagna aree verdi, filari d’alberi e rain garden per un drenaggio più agevole delle acque pluviali, un parcheggio per biciclette e monopattini, un campo di bocce, un’area fitness con attrezzi all’aperto, una pump track o circuito di salite, discese e curve paraboliche per salti e acrobazie in bicicletta, un giardino per cani, un parco artistico-didattico per l’educazione all’ambiente, una stazione di ricarica per veicoli elettrici, uno spazio per l’accesso ai mezzi di rifornimento e una rampa elettrico-meccanica per il controllo dei veicoli in entrata e in uscita dal centro. Dulcis in fundo, tutto questo ben di Dio di servizi, attrezzi e aree pubbliche sarà ingentilito da 70 nuovi alberi del futuro parco urbano da aggiungere ai platani tuttora esistenti, longevi e fortunatamente in ottime condizioni di salute nonostante l’età avanzata, che ovviamente saranno mantenuti in vita.

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