Boccine, che passione. Ritorno alla CI

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Boccine, che passione. Ritorno alla CI

Incredibile ma vero, dopo una pausa durata la bellezza di 12 anni, il bar della Comunità degli Italiani di Pola ha resuscitato la vecchia (all’epoca veneratissima) tradizione dei tornei di “boccine”, l’alternativa italiana del gioco del biliardo in cui non si fa uso delle stecche. Il primo tentativo di contrastare l’oblio ha sortito un’adesione di giocatori non massiccia, ma in compenso piena d’entusiasmo per la ritrovata consuetudine. Rincuora anche l’interesse dei giovani, i trentenni di oggi che all’epoca dei mitici tornei degli anni Ottanta erano ancora in fasce. I ragazzi hanno imparato le regole del gioco sommarie da padri, zii, nonni e ora coltivano la passione con la tenacia degli autodidatti, fermo restando che devono ancora affinare l’arte. Non per niente ha vinto l’esperienza. Chi prima e chi dopo, nei quarti o nelle semifinali, le coppie dei giovani concorrenti si sono lasciate sopraffare dai colleghi più esperti e più astuti, per cui ad aggiudicarsi la vittoria è stata la coppia consolidata di Dalen Barlessi e Mario Stell. Naturalmente si è giocato ben oltre l’esaurirsi del torneo (qualcuno non ha mancato di chiamarlo “Scempions League”), in buona compagnia, con occasionali visite a una tavola imbandita di prosciutto istriano, formaggi, pane e vino, offerti dalla casa, o meglio dal gestore del Bar Circolo 17, David Diković.

Da notare che l’idea di ripescare il torneo dal dimenticatoio è dello stesso Diković, che a furia d’osservare il gioco dei clienti è diventato giocatore a sua volta e ha fatto proseliti tra gli amici del seguito. Sua anche una ricerca condotta sul tavolo da biliardo presente nella Comunità degli Italiani di Pola dagli albori della sua attività negli anni Cinquanta. Il biliardo risulta essere stato costruito a Torino e sembra che prima dell’esodo fosse stato in uso al Caffé bar “Adua” di Largo Oberdan (oggi Giardini), con titolare tale Giulio Passman, del quale in seguito si sono perse tutte le tracce. Con l’esodo, naturalmente, se ne sono andati sia i gestori che molti clienti dei bar e delle osterie di Pola. Ma è rimasto questo biliardo che non si sa bene come abbia fatto a migrare dai Giardini al “Circolo” (in realtà, non ha fatto molta strada), su desiderio e per opera di chi. Alla Comunità degli Italiani stanno cercando di scoprirlo anche perché si vorrebbe allestire una mostra di fotografie d’epoca e recenti che abbiano a che fare con la consuetudine del gioco delle boccine in città. Un gioco della tradizione italiana che si coltiva da decenni anche nella Caserma dei Vigili del fuoco in via Dobrila, dove è custodito un altro dei biliardi storici di Pola, gemello di quello della Comunità degli Italiani. 

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