Asili Italiani. Filastrocca di Natale di Titti e Calimero

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Asili Italiani. Filastrocca di Natale di Titti e Calimero

“Filastrocca di Natale, quante cose posso comprare, ho già visto nelle vetrine fili d’argento, nastri e stelline/il pandoro e i panettoni fanno la gioia dei golosoni”. Ma come spiegano poi i bambini delle sezioni Titti e Calimero dell’ente prescolare italiano Rin Tin Tin di Pola, “il Natale non è questo/in fondo è avere pace in tutto il mondo/volersi bene e darsi la mano/sentirsi uniti e andare lontano”. Sono messaggi d’amore e di rivincita dei valori spirituali su quelli materiali, in un contesto reale contrassegnato da malessere sociale, mentalità consumistica e anche arrivista contrapposta a coloro che vivono l’accettazione supina della condizione di nullatenenza. Ma inutile adombrare la gioia delle feste e demolire le illusioni dell’infanzia. I bimbi hanno diritto di circondarsi di luminarie, di bei pensieri e di trasmettere la propria solarità a chi li sta a guardare. Mamme, papà e nonni possono ancora imparare da loro.

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Il riccio festaiolo

​​Speciale la storiella “Il Natale del riccio” portata in scena alla Comunità degli Italiani, dai pargoli del Titti, che nei loro originali costumi hanno impersonato una comunità di erinaceini, costretti dalla loro stessa natura a passare in letargo il periodo più felice dell’anno. E così le feste non arrivano mai. A questo punto si trova il riccio tosto, che decide di uscire dalla tana per darsi da fare. Tutto solo non riesce nell’intento, ma grazie all’aiuto degli amici il party è organizzato e gratificato dalle strenne giunte dal Polo Nord. L’inno al valore dell’amicizia è celebrato anche in musica, filastrocche, poesie e balletti.

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Città vuote…

​Scenetta tutta speciale anche quella presentata dal gruppo Calimero che ha collocato sul podio il potere benefico della musica. Sta di fatto che Babbo Natale è preoccupato: le città sono vuote anche se le vetrine dei negozi sono piene… manca la musica, che rende tutto più allegro. Qualcuno ha fatto sparire tutti gli strumenti. A toglierlo dall’impaccio sarà Nonna Natale, amica di una band di baldi ragazzini, che per magia sanno suonare anche senza strumenti veri. Chitarre, maracas, piatti, trombe e tamburelli di cartone colorato formano un’adorabile e deliziosa orchestra che sa (ri)accendere il buon umore. E vai con il girotondo di Natale per culminare con il messaggio corale di buone feste.
Artefici della magia, appostate ai lati del palcoscenico, le educatrici Daniela Michelich Vojnović, Lena Mitrović, Nataša Brušić e Manuela Pereša.

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