Abusivismo edilizio: la crociata di Medolino

Il sindaco Ivan Kirac e il presidente del Consiglio, Vladimir Veljović, hanno incontrato la stampa per denunciare il dilagare del fenomeno nel Comune

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Abusivismo edilizio: la crociata di Medolino

Il fenomeno dell’abusivismo edilizio, che ormai da un decennio prospera indisturbuato, è un’autentica piaga. Una ferita continuamente riaperta dalle promesse di condono edilizio e non soltanto. A promuovere il cemento illegale è un altro “incentivo”: la quasi matematica certezza che l’immobile abusivo non verrà abbattuto. Le ordinanze di demolizione effettivamente eseguite sono l’eccezione, non la regola. E il mattone fuorilegge continua a prosperare, devastando il paesaggio e arrecando non solo un danno all’ambiente, ma anche all’erario e alle casse delle singole amministrazioni pubbliche locali. Così, diversi sindaci hanno deciso di alzare la voce di fronte allo scempio del territorio.

L’esempio di Bijeca

Lo ha fatto ieri anche il sindaco di Medolino, Ivan Kirac, che assieme al presidente del Consiglio comunale, Vladimir Veljović, ha radunato la stampa a ridosso della spiaggia di Bijeca, proprio davanti a una delle tante costruzioni abusive presenti sia a Medolino che nelle altre località del Comune. Il primo cittadino ha quindi spiegato che la costruzione di Bijeca è l’esempio di come l’abusivismo edilizio sia diventato un grandissimo problema anche per il Comune di Medolino. “La costruzione di quest’immobile è iniziata nel rispetto dei permessi rilasciati. Non appena i lavori hanno preso una piega decisamente diversa alle autorizzazioni abbiamo deciso di rivolgerci all’Ispettorato edilizio, che a sua volta ha ordinato la sospensione dei lavori e la chiusura del cantiere. Tuttavia la costruzione è continuata” ha detto il sindaco, aggiungendo che il Consiglio comunale ha votato compatto contro l’abusivismo edilizio. Il sindaco Kirac ha pure ricordato che il Comune ha approvato di recente alcuni modifiche al suo Piano d’assetto territoriale, che oggi non consente la costruzione di edifici o altre strutture che disturbino la visuale dell’intera località e devastino il territorio.

“Continueremo a lottare contro questo fenomeno” ha proseguito il primo cittadino, aggiungendo che spesso i committenti dei lavori si affidano al fatto che le autorizzazioni necessarie saranno rilasciate in un secondo tempo. Kirac ha successivamente dichiarato che nell’area protetta di Capo Promontore è già iniziata la demolizione di alcune strutture abusive e la rimozione delle tante mobil house presenti. Il sindaco ha inoltre sottolineato che il Comune ha adottato una serie di misure che non permettono nemmeno di costruire muri e muretti in cemento sui terreni agricoli.

Ivan Kirac e Vladimir Veljović

Richieste modifiche

La conferenza stampa del primo cittadino è stata seguita con particolare interesse anche dalla proprietaria dell’immobile di Bijeca, Marica Jakić, e dal suo avvocato Dino Čekada. “Ci troviamo sia nel tempo che nel momento sbagliato”, ha commentato il legale della donna, che per quanto riguarda l’immobile della sua assistita ha dichiarato non trattarsi né di un caso di frammentazione di un terreno agricolo né di una mobil home posizionata all’interno di un’area protetta. “Bijeca è un’area edificabile”, ha ricordato l’avvocato, aggiungendo poi che le autorizzazioni a costruire sono state rilasciate dal Comune di Medolino, al quale è stato poi richiesto di modificare i permessi. “L’iter procedurale è tutt’ora in corso”, ha concluso Čekada. Ieri non è intervenuta Marica Jakić, che comunque nei giorni scorsi, non appena appreso che il sindaco avrebbe parlato del suo caso alla stampa, aveva commentato la faccenda, dicendo di essere in possesso dei permessi di costruzione. In un secondo tempo la donna si era corretta, spiegando che l’autorizzazione era stata rilasciata soltanto per il pianoterra e non per tutti e tre i piani dell’immobile. In seguito aveva dichiarato di avere richiesto al Comune, lo scorso mese di febbraio di rivedere il permesso, aggiungendo anche i due ulteriori piani. Richiesta che, a quanto pare, non è stata accolta o perlomeno non è ancora stata presa in considerazione dall’amministrazione comunale.

Marica Jakić e Dino Čekada

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