Umago. Manodopera carente in tutti i settori

Scarseggiano soprattutto gli stagionali. Intanto una ditta edile ha ingaggiato decine di operai africani

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Umago. Manodopera carente in tutti i settori

Mancano operai per l’agricoltura, la pesca, l’edilizia, l’imprenditoria, il turismo. Il problema è serio e si pensa sempre di più alla manodopera straniera. Decine e decine di operai africani sono stati già ingaggiati da una ditta che si occupa d’edilizia. Il problema è anche la lingua, ma chi ha bisogno di lavoro la impara presto. Croati e bosniaci oggi preferiscono altri lidi, se ne vanno in Germania, Italia, Austria, dove sono ricercati perché lavorano bene. Nella stragrande maggioranza dei casi si cercano stagionali per 5-6 mesi, nell’edilizia a lungo termine, idem per la pesca, mentre l’agricoltura cerca manovalanza per la raccolta di patate, cipolla, pomodoro e per la vendemmia. Pochi mesi di lavoro, per un guadagno limitato, ma che per chi è senza un impiego può significare il pane.

 

Stiamo diventando la fotocopia di molti Paesi europei, dove la manodopera scarseggia da molti anni e dove gli stranieri si sono fatti strada. In pochi anni ciò succederà anche in Croazia, nonostante le quote fisse già imposte dal governo. Le associazioni di categoria da anni segnalano la mancanza di manodopera, ma pochi le ascoltano. Mancano inoltre scuole professionali, quelle per l’avviamento al lavoro, le triennali che danno un diploma da utilizzare subito. E quando ci sono, mancano gli studenti, perché sempre meno giovani vogliono fare i falegnami, i muratori, i piastrellisti, i meccanici, gli elettricisti, i camerieri, i cuochi: la lista è davvero lunga. D’estate poi le cose si fanno più difficili perché si lavora di più e con il caldo. Viviamo nella società del consumismo, dove, quando un orologio si guasta, lo si butta via, anche perché nessuno più lo ripara. Idem per le scarpe, il frigorifero e il televisore.

E solo ora ci si accorge di quanto, fino a trent’anni fa, erano importanti gli stagionali della Slavonia, della Bosnia ed Erzegovina, della Macedonia, ecc. Gente che veniva ingaggiata soprattutto dall’”Istraturist” e che era anche ben pagata, al punto da rimanere a Umago e farsi una famiglia. Nel villaggio degli stagionali che gli umaghesi chiamavano “Biafra” oggi bisognerebbe erigere un monumento, perché era il simbolo del lavoro estivo, della gente che lavorava praticamente tutto il giorno, tutti i giorni, lontano da casa.

Gli operai scarseggiano anche sulle barche da pesca

Dunque che fare? Mentre la Città ha già predisposto alloggi e agevolazioni per gente qualificata, come i medici del Pronto soccorso, il personale paramedico e gli agenti di Polizia, per gli stagionali le cose stanno diversamente. Anche la “Plava Laguna”, che ha rilevato l’“Istraturist”, ha pensato di creare le condizioni ottimali per gli stagionali, ma non sempre è così facile. Gli alloggi costano parecchio e il risultato è che la paga stagionale non copre le spese.

Un tempo la politica occupazionale era diversa e questa comprendeva anche stimoli e tasse ribassate per le attività deficitarie o per le imprese che investivano nelle zone economicamente depresse, come l’Alto Buiese. E proprio per questa ragione era stata fondata anche la famosa “Digitron” di Buie: da una parte per fermare l’esodo verso l’Italia, dall’altra per dare un lavoro alla gente di casa nostra. Ora tutto questo non c’è più.

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