La «Casa del pescatore» è diventata una bella realtà

Inaugurato il Centro interpretativo fortemente voluto dal Comune di Torre-Abrega

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La «Casa del pescatore» è diventata una bella realtà
La Casa del pescatore di Santa Marina. Foto: DENIS VISINTIN

Il Centro interpretativo “Casa del pescatore” di Santa Marina è diventato realtà. Fortemente voluto dal Comune di Torre-Abrega e dal sindaco Nivio Stojnić, è stato realizzato in due fasi: nella prima è stato ristrutturato un edificio abbandonato, nella seconda sono stati realizzati i contenuti. Al suo interno espone il patrimonio materiale e immateriale legato alla pesca, visto come un potenziale di sviluppo chiave di quest’area peschereccia, interpretandone un contenuto basilare identitario della comunità locale. Ma soprattutto, eleva la qualità e il livello dell’offerta culturale e turistica. Qualche mese fa, qui è stato inaugurato il rinnovato porto peschereccio e nelle vicinanze ci sono i siti archeologici di Santa Marina, Loron e Stanzia Blek. C’è, dunque, un potenziale che può contribuire all’evoluzione dell’area.
Con il Centro interpretativo si vuole fornire un’esperienza legata al mare, alla cultura della pesca e del consumo di pesce con propositi educativi, interattivi e divertenti, offrendo ai visitatori un’esperienza memorabile, creando in loco un valore aggiunto. La sua realizzazione è costata 1.535.000 euro. Di questi, 535mila sono stati concessi dal FLAG “Istarski švoj” nell’ambito della Misura 7 della Strategia di sviluppo locale della pesca, intitolata “Promozione della pesca, dell’acquacoltura e del patrimonio marittimo”. La rimanente cifra è stata stanziata dal Comune di Torre-Abrega.
Si tratta di un Centro che, come detto da Nivio Stojnić durante la cerimonia inaugurale, si basa sui valori della memoria e della tradizione. Stojnić, nel suo discorso emotivo, è tornato alle origini della pesca locale, avviata in epoca austro-ungarica e diventata una professione durante il Regno d’Italia. I primi pescatori erano quelli di Abrega, gli Stojnić-Pici, gli Stojnić-Zuccati e i Radojković-Clabuchi, proprietari delle imbarcazioni Pinta, Santa Maria e Olivo. Esattamente un secolo fa venne realizzato il porto, con i magazzini e la casa di riparo dal maltempo, poi giunse la casa peschereccia. “Questa casa intende raccogliere in un unico luogo la memoria dei nostri nonni e dei padri, vuole farci conoscere le loro condizioni di vita e il difficile lavoro per creare tutto quello che oggi abbiamo: Santa Marina e la ricca tradizione peschereccia”, ha concluso Stojnić, proclamando ufficialmente aperto il Centro.
“Qui – ha proseguito il vicesindaco di Torre-Abrega in quota CNI Gaetano Benčić – nel secondo dopoguerra ci si riuniva per iniziare la ricostruzione. Tutto quello che sta all’interno (del Centro, nda), è stato realizzato dalle nostre famiglie, qui ci stanno il cuore, la famiglia, la tradizione. Il Centro è stato realizzato per non dimenticare ciò che siamo stati e ciò che siamo”.
Il Centro è dunque una casa della e per la gente del luogo, che con la memoria e le testimonianze ha contribuito alla sua realizzazione, ma anche per gli altri, aperta tutto l’anno, offrendo, oltre all’allestimento in visione, laboratori, trasmissione del sapere, sentimenti di tradizione e di storia. A questo penserà la curatrice Izabela Raunik Keglević. Alla cerimonia inaugurale sono intervenuti i “Paesani” della Comunità degli Italiani “Giovanni Palma” di Torre, con alcuni canti dedicati alla tradizione peschereccia. Il cantante abregano Sergio Pavat con la sua “Orchestra istriana”, ha allietato la festa, condita dall’offerta gastronomica. Dopo la cerimonia inaugurale, c’è stata la visita guidata all’esposizione ospitata all’interno del Centro. Il concerto della klapa “Cambi” ha dato il tocco finale a questa memorabile serata.

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