Buie. Società venatorie: accordo con la Città

In caso di pericolo, per proteggere persone, animali e beni, i cacciatori potranno intervenite anche nei centri urbani e nel loro immediato circondario

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Buie. Società venatorie: accordo con la Città
Josip Čulinović, Rino Prelac, sergij urbac, Fabrizio Vižintin e Mauricio sincović. Foto: Erika Barnaba

Nel Municipio di Buie è stato firmato un accordo inerente le attività venatorie nelle aree esterne ai terreni di caccia del comprensorio cittadino, con lo scopo principale di proteggere e salvaguardare le persone, gli animali e le proprietà. Alla presenza del legale della Città, Mauricio Sincović, il contratto è stato firmato dal sindaco Fabrizio Vižintin, da Sergij Urbac, presidente della Società venatoria “Fazan” di Buie e da Rino Prelac, presidente della Società venatoria “Diana” di Momiano. Prima della firma, a fornire maggiori informazioni è stato Josip Čulinović, esperto del programma di protezione della selvaggina della Città di Buie.
“Questo programma è un atto giuridico decennale approvato dal Ministero dell’Agricoltura in accordo con gli altri Ministeri. Secondo la legge sulla caccia, i titolari della licenza dispongono di una propria riserva. Tuttavia, queste superfici in certi punti collimano. Secondo la legge è impossibile operare a 100 metri dal confine con il luogo abitato. Ora, con questo documento, potremo gestire anche questi ambiti”, ha sottolineato Čulinović.
In altre parole, le Società venatorie potranno operare sia nelle immediate vicinanze che nell’insediamento stesso. A scanso di equivoci, è stato spiegato che l’obiettivo principale è la protezione delle persone, degli animali e dei beni e che i cacciatori useranno i fucili da caccia solamente in casi eccezionali, ovvero in situazioni di reale pericolo.
Come esempi sono state fornite delle situazioni ipotetiche, come nel caso in cui un cinghiale ferito si rifugi nel cortile di una casa privata. In questo caso i cacciatori potranno intraprendere legalmente tutte le azioni per evitare che l’animale metta in pericolo l’incolumità delle persone. Fatto pure l’esempio di una situazione ipotetica in cui una volpe rabida si avvicini a un asilo o a una scuola. Dovesse succedere, i cacciatori potranno agire, previa approvazione di tutte le autorità competenti, adottando tutte le misure possibili e lasciando l’abbattimento come ultima opzione.
È stato inoltre sottolineato come non mancheranno ulteriori azioni che avranno l’obiettivo di controllare la situazione sanitaria della selvaggina e di adottate misure per prevenire danni ai terreni agricoli, senza tralasciare tutta una serie di attività educative inerenti il salvataggio della selvaggina dai disastri naturali.
L’accordo autorizza quindi le citate Società venatorie a operare anche nel raggio di 100 metri dall’insediamento, come pure nell’insediamento stesso, principalmente con l’obiettivo di risolvere situazioni di pericolo imminente causate dalla selvaggina e allo stesso tempo con lo scopo di prevenire quanto sopra indicato.

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