Buie. All’Upa «Non restar sensa parole»

L’iniziativa, sostenuta dal Ministero della Cultura e dei Media, è volta alla tutela e alla conservazione dei beni culturali immateriali, nel caso specifico del dialetto istroveneto

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Buie. All’Upa «Non restar sensa parole»
Approfondimento sui beni immateriali. Foto: ERIKA BARNABA

Un “cruciverbone” per far apprendere ai giovani il dialetto istroveneto, il tutto con il sostegno del Ministero della Cultura e dei Media, che ha appoggiato il progetto dell’Università popolare aperta buiese. Nell’ambito del concorso ministeriale per la tutela e per la conservazione dei beni culturali immateriali, il progetto dell’Upa “Non restar sensa parole” ha ottenuto un sostegno di 1.161,32 euro. Nell’atrio della sede dell’istituzione è stato quindi posizionato un grande cruciverba plastificato, che gli alunni delle scuole elementari hanno già iniziato, attraverso il gioco, a risolvere, dapprima su carta e poi, con lettere giganti sul plastificato, il tutto dopo aver appreso il significato di “bene immateriale”.

“Da un paio di anni il dialetto istroveneto fa parte del patrimonio culturale immateriale protetto iscritto nel Registro del Ministero della Cultura e dei Media della Repubblica di Croazia. Con il progetto ‘Non restar sensa parole’ si vuole, attraverso il gioco, salvaguardare e trasmettere da generazione a generazione il dialetto istroveneto. Prima d’iniziare con il gioco vero e proprio, spieghiamo agli alunni il significato di bene immateriale e come possiamo contribuire alla sua salvaguardia. Per la realizzazione di quest’iniziativa abbiamo collaborato con i veri buiesi e abbiamo chiesto a Marino Dussich, profondo conoscitore di questo dialetto e autore del dizionario buiese-italiano, delle parole che si usavano a Buie e che ormai sono dimenticate”, ha rilevato la f.f. direttore dell’Upa, Tanja Šuflaj.
Dopo i primi incontri con gli alunni della SEI “Edmondo De Amicis” di Buie, l’intenzione è quella di coinvolgere pure i loro coetanei dell’elementare croata. “Se attraverso questo gioco i bambini impareranno almeno una parola in dialetto buiese, per noi sarà già un successo”, ha aggiunto Šuflaj.
Gli obiettivi dell’iniziativa sono offrire modelli innovativi per la valorizzazione del dialetto istroveneto, in questo caso buiese, l’apprendimento attraverso il gioco, la cooperazione intersettoriale, la valorizzazione del patrimonio culturale immateriale, la proposta di attività inclusive e partecipative e il rafforzamento della cooperazione tra operatori culturali e cittadini.

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