«La diversità è il dono più prezioso che abbiamo»

Il più noto astronomo croato, Korado Korlević, ha tenuto un’appassionante lezione sul tema del futuro della nostra società

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«La diversità è il dono più prezioso che abbiamo»

Correva l’anno 1995 quando nelle librerie di tutto il mondo usciva “Il Mondo infestato dai demoni – La scienza e il nuovo oscurantismo”, scritto dal celebre astronomo e divulgatore scientifico statunitense Carl Sagan. Nel suo volume l’autore immaginava un futuro contrassegnato dalla sfiducia nelle istituzioni, dalla perdita di certezze da parte delle persone, dal declino delle facoltà critiche, nonché da una società dipendente dalle tecnologie che però non sarebbe in grado di usare correttamente perché in mano a pochi. Da allora sono passati 24 anni e lo scenario descritto da Sagan si sta rivelando una vera e propria profezia. Ed è proprio prendendo spunto da alcuni passi dell’opera del ricercatore newyorchese, scomparso nel 1996, un anno dopo l’uscita del suo libro, che ieri sera in una Filodrammatica stracolma, che non è riuscita ad accogliere tutte le persone accorse, il più noto astronomo croato, Korado Korlević, ha tenuto un’appassionante lezione proprio sul tema del futuro della nostra società.

Generazione di clown

“Fino a 30 anni fa il sistema scolastico croato era tra i migliori al mondo – racconta Korlević –. Oggi invece ci troviamo in fondo a questa classifica, con solo il 2% dei nostri alunni che mostrano spiccate doti d’intraprendenza e d’ingegno. Negli Stati Uniti li chiamano geeks o nerds, ragazzi un po’ strani che però avranno successo nella vita. Per noi sono invece diversi e tendiamo a etichettarli con il termine secchioni, dandogli così un’accezione negativa. Ma è proprio la diversità il dono più prezioso che abbiamo perché ci permette di distinguerci dalla massa. Siate quindi secchioni e diversi”.
Le sfide alle quali dobbiamo preparare i nostri ragazzi sono innumerevoli. A partire dal mondo del lavoro, sottoposto oggi più che mai a continui, talvolta anche repentini, cambiamenti. A questo proposito c’è un dato sconcertante che prevede come entro il 2030 circa la metà dei mestieri sia destinata a sparire. Un altro dato sorprendente arriva invece direttamente dal Forum economico mondiale (WEF), secondo le cui stime il 65% dei bambini che oggi iniziano il loro percorso formativo, da adulti troveranno un lavoro che oggi non esiste ancora. Una conseguenza provocata dal progresso tecnologico e di una nuova rivoluzione industriale che vede protagonisti i robot e l’intelligenza artificiale. E i primi sono già tra di noi. E non solo. Alcuni hanno addirittura superato il test dell’autocoscienza. Il timore di tanti ora corrisponde alla locuzione “ribellione delle macchine”, ossia quella vista nei film di fantascienza: la guerra tra umani e robot.

Panem et circenses

“La prima battaglia di questo genere era già avvenuta nel 2015 in Siria – precisa l’astronomo – nel corso di un’offensiva nella città portuale di Latakia controllata dai militanti dell’ISIS. Secondo le stime del governo siriano, l’attacco sarebbe costato la perdita di circa 400 soldati dell’esercito governativo. A innescare l’offensiva fu quindi l’aviazione russa con dei caccia privi di piloti. L’operazione durò 20 minuti e vide il successo russo i cui velivoli non riportarono alcun danno”.
Al di là di questa tanto apocalittica quanto fantascientifica “guerra dei mondi”, paradossalmente, a preoccupare il relatore è una sorta di regressione della civiltà che ci riporta all’epoca dell’Impero romano e del “panem et circenses”.

Stadi al posto delle arene

“I Romani costruivano le arene, noi gli stadi. Allora la gente aveva bisogno dei gladiatori, oggi dei calciatori. È palese come ci troviamo invischiati in questo processo dove un calciatore vale quanto mille docenti di fisica, medici o ricercatori. Se una volta il professore di fisica ti indirizzava verso il mondo della scienza, oggi costui è insignificante perché viviamo in una società orientata alla vendita dei sogni, come nel caso dei calciatori. E chi li vende, oggi, ahinoi, è un valore aggiunto”, ha concluso Korlević, prima di prendersi un lunghissimo e fragorosissimo applauso.

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