Con la Domenica delle Palme è iniziata la Settimana Santa per i fedeli della religione cristiana. In tale giorno si ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, sul dorso di un asino, mentre il popolo lo salutava sventolando rami di palma e di ulivo. Nelle chiese di tutta la Croazia sono stati letti brani del Vangelo in cui sono stati descritti i supplizi cui è stato sottoposto Gesù e la sua morte sulla croce. I fedeli hanno portato con sé rametti di ulivo perché l’officiante potesse benedirli.
Il presidente della Conferenza episcopale croata (HBK), l’arcivescovo di Zagabria, mons. Dražen Kutleša, nel corso del suo sermone ha rilevato che: “Il Getsemani, il luogo dell’agonia più profonda di Gesù, rappresenta simbolicamente l’epicentro della lotta spirituale che prevale nel mondo”. Ha osservato, inoltre, che il racconto del gesto di Gesù nel giardino del Getsemani riecheggia attraverso i secoli, inviando un messaggio potente ai credenti di tutte le generazioni “mentre attorno a noi infuria un’invisibile ma intensa battaglia spirituale tra le forze del bene e quelle del male, molti di noi, purtroppo, dormono profondamente”, ha detto l’arcivescovo Kutleša durante la liturgia celebrata nello spazio liturgico consacrato al beato Alojzije Stepinac e allestito al Kaptol in attesa che la cattedrale di Zagabria, lesionata dai terremoti del 2020 torni agibile. “Questa sonnolenza – ha proseguito – non è solo uno stato fisico, simboleggia la nostra lentezza spirituale, la mancanza di consapevolezza della realtà che ci circonda. Di fronte ai continui attacchi del Maligno, la nostra impreparazione e passività spirituale gli permettono di espandere la sua influenza”.

A Fiume si è svolta la processione guidata dall’arcivescovo di Fiume, monsignor Mate Uzinić.