Nella sanità latita l’uso dell’italiano

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Nella sanità latita l’uso dell’italiano

PIRANO | Il deputato italiano al Parlamento di Lubiana, Felice Žiža, ha incontrato lunedì sera in Casa Tartini i connazionali piranesi, nell’ambito delle visite nelle Comunità degli Italiani. Nel corso di un colloquio molto disteso e amichevole, il parlamentare ha raccolto gli appunti dei presenti sulla loro vita d’ogni giorno, con particolare riferimento all’uso della lingua italiana e al rispetto del bilinguismo. Sono emerse opinioni, anche contrastanti, ma nel complesso preoccupanti, sulle possibilità di comunicare con il personale delle istituzioni sanitarie, dove evidentemente molti sarebbero in grado di svolgere il loro lavoro in italiano, ma non desiderano farlo, oltre naturalmente a tutti i medici e paramedici che, essendo originari di altre regioni slovene, non hanno mai avuto la possibilità di studiare l’italiano. Il parlamentare è tornato a esortare gli appartenenti alla CNI all’uso dell’italiano nel disbrigo delle varie pratiche negli uffici pubblici o anche semplicemente per fare acquisti e ordinare un caffè al bar. Per avere un quadro preciso della situazione il dott. Žiža si è impegnato a chiedere l’evidenza di quanti dipendenti di ospedali e poliambulatori percepiscano l’aggiunta paga sul bilinguismo. Ha rilevato che nella capitale riscontra grande apertura nei confronti delle minoranze autoctone e disponibilità dei competenti Ministeri per risolvere i problemi esistenti. Il Dicastero della funzione pubblica potrebbe così verificare le norme di legge sull’impiego nel comparto pubblico, con l’obbligo della conoscenza dell’italiano nel nostro territorio, motivando anche gli studenti delle scuole slovene a imparare la seconda lingua ufficiale della zona, se ambiscono a un posto negli uffici dove avranno contatti con la cittadinanza. I presenti, molti dei quali dirigenti scolastici o insegnanti, in carica o a riposo, sono tornati sul problema della nostrificazione dei diplomi, che mette in difficoltà i giovani che studiano in Italia e poi tornano nel Capodistriano in cerca di lavoro. Le procedure sono spesso complesse e sottraggono alle scuole risorse umane importanti. Žiža ha riferito di contatti preliminari con il nuovo ministro dell’Istruzione Jernej Pikalo per valutare anche in Slovenia l’applicazione della prassi già in vigore per le scuole slovene in Italia, dove i titoli accademici vengono riconosciuti ai laureati in Slovenia con procedure semplificate. La parola è passata poi ai giovani in sala, vera novità degli incontri con il deputato rispetto a Isola e Capodistria. Hanno espresso soddisfazione per poter conferire con il loro rappresentante a Lubiana, cosa che in passato non avveniva e hanno poi posto l’accento sulla necessità di sviluppare la base economica, nonché sulle opportunità di lavoro per i giovani connazionali. Nella sua risposta Žiža ha assicurato anche in futuro il suo stretto contatto con i connazionali, ma ha tenuto a sottolineare l’importante lavoro svolto dal suo predecessore a Lubiana, Roberto Battelli, che in un periodo molto delicato della nostra storia ha saputo tutelare con la nuova Costituzione e le leggi i nostri diritti, rimanendo poi sempre attento alle necessità di singoli e istituzioni. Circa la base economica sono stati ricordati gli sforzi che vengono fatti dalla CAN costiera con i bandi di concorso per fondi a perdere da destinare agli imprenditori. Sempre dal pubblico è partita la richiesta al parlamentare per il ripristino degli antichi toponimi, tanto cari ai piranesi, come quello di Santa Lucia. Žiža ha chiesto che sia reiterata la richiesta a livello locale e da parte sua chiarirà con i competenti organismi statali, gli strumenti a disposizione per recuperare il nome originario della località.

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