Sconcerto tra i soci della CI «Santorio»

In merito alla situazione riguardante l’Unione Italiana, forte richiamo ai principi di unitarietà e alla trasparenza

0
Sconcerto tra i soci della CI «Santorio»
L’Assemblea della CI “Santorio Santorio”. Foto: MARIANGELA PIZZIOLO

Affluenza contenuta per la terza Assemblea dei soci della Comunità degli Italiani “Santorio Santorio” di Capodistria, convocata venerdì sera a Palazzo Gravisi. Iniziata con le scuse del presidente Mario Steffè per la scelta della data, è proseguita con l’approvazione del Bilancio consuntivo della CI per il 2023. Dopo un excursus sulle varie attività svolte, è stato osservato che le spese postali nel 2023 hanno superato i 9.000 euro, fatto che sta spingendo a privilegiare in futuro i canali social e la newsletter per la comunicazione. Un sito Internet e una pagina Facebook ad uso esclusivo del sodalizio dovrebbero essere aperti entro l’anno, riservando la forma cartacea soltanto su richiesta. Si è poi discusso in merito al Programma di lavoro per l’anno 2024 e al relativo piano finanziario che potrà usufruire dei fondi ministeriali, ridistribuiti dalla CAN, nonché del Comune e dell’Unione Italiana. Peculiare rispetto agli scorsi anni, sarà un finanziamento specifico di 20.000 euro dell’UI per un progetto editoriale, con il quale si realizzerà una monografia sulla CI. In ogni caso, “per il 2024, oltre alla mancanza delle entrate del bar, dobbiamo ricordare che i finanziamenti sono rimasti invariati negli ultimi 18 anni”, ha puntualizzato il presidente, “per cui considerando l’aumento delle spese, l’inflazione e i rincari, saremo costretti a ridurre il volume del nostro programma”. Rimane soltanto da decidere se tagliare sulla quantità o sulla qualità delle iniziative.
L’Assemblea ha poi affrontato la nodosa questione nata in seno all’Assemblea dell’UI, riguardante la nomina della nuova coordinatrice dell’UI di Capodistria da parte della rispettiva Consulta. I due consiglieri capodistriani coinvolti hanno fornito la loro versione dei fatti. Marco Orlando, dopo aver ricordato di non essere stato presente alla famosa riunione, ha spiegato che negli intenti della Consulta si è cercato di fornire una risposta a un problema che si ripresenta ciclicamente e che necessita di una soluzione definitiva. Gianfranco Stancich, assente per motivi di salute, ha fatto invece pervenire una lettera, di cui Steffè ha letto qualche estratto. Stancich ha ribadito che la Consulta voleva aggiornare lo Statuto dell’UI e avviare l’unificazione “de facto e de iure” delle due Associazioni in Slovenia e in Croazia, per riportare alla legalità un’unica Unione Italiana.
Anche Maurizio Tremul, presidente dell’UI nonché socio sostenitore della CI “Santorio”, è intervenuto alla riunione. In primo luogo ha contestato le accuse di illegalità con le quali si demolisce l’operato venticinquennale dell’UI Capodistria, la cui istituzione “non era certo ideale, ma l’unica via possibile, che ha dimostrato di aver funzionato”. In secondo luogo, ipotizzando che l’azione dei consiglieri sloveni sia il risultato di manipolazioni esterne, Tremul ha voluto ribadire i valori fondamentali della democrazia e della trasparenza. La parola è poi passata ad Alan Medveš che ha ricordato che “la giurisprudenza può essere interpretata, ma devono essere i giuristi a farlo”. Da giurista, ha denunciato la non legalità delle azioni della Consulta, che ha nominato un nuovo coordinatore dell’UI Capodistria senza aver prima tolto l’incarico al suo predecessore. “Non è stato revocato perché non era mai stato nemmeno eletto”, ha ribattuto Orlando.
Un groviglio che ha visto i soci piuttosto frastornati. Cos’è successo? Perché? Domande primarie a cui non si trovano risposte dal linguaggio inclusivo. “Ci capisco sempre di meno”, si è sentito dire tra il pubblico. La politica, le elezioni, la rappresentanza sono tutti strumenti che, in effetti, dovrebbero essere al servizio dei soci e non un meccanismo da cui gli stessi si sentono esclusi. La questione, definita da Steffè come la “quadratura di un cerchio”, è molto complessa e si presta a diverse letture, ma se non si forniscono risposte e spiegazioni accessibili, si rischia che il tutto degeneri in un conflitto tra singoli e personalismi vari. Nel contesto è stata sollevata anche la richiesta di un’ammissione di colpa da parte dei consiglieri, per aver preso “in segreto” una decisione che riguarda la collettività e per non aver fornito poi informazioni adeguate. Anche Marco Orlando ha confermato che sarebbe stato doveroso, quantomeno, agire in trasparenza. Alla fine del dibattito, con 22 voti favorevoli e 8 astenuti, l’Assemblea ha approvato una delibera in cui si esprimono sostanzialmente tre posizioni. La prima riguarda la preoccupazione per la situazione venutasi a creare, che rischia di polarizzare la Comunità italiana sino a una spaccatura irreversibile. La seconda richiede un intervento tempestivo atto a preservare il legame storico, culturale e territoriale degli Italiani di Slovenia e Croazia, definito “unitarietà”. Infine si chiede ai consiglieri una maggiore e tempestiva comunicazione nei confronti dell’elettorato.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display