La riunione del Consiglio della CAN di Capodistria di mercoledì sera si è concentrata principalmente sulla delicata tematica inerente alla diatriba in atto tra i consiglieri al seggio specifico comunale, Alberto Scheriani e Ondina Gregorich Diabatè. Onde instaurare un confronto e giungere a chiarimenti in merito, l’invito alla riunione è stato esteso anche al vicesindaco e consigliere comunale Mario Steffè e alla stessa Gregorich Diabatè, quest’ultima però assente. L’incontro, guidato dal presidente Fulvio Richter, è iniziato con un minuto di raccoglimento per commemorare il Giorno del Ricordo, che ricorre il 10 febbraio. Approvati l’ordine del giorno e la verifica dei verbali, i consiglieri hanno discusso la richiesta del Comitato dei Garanti su proposta della Gregorich Diabatè in merito al foglio informativo della CAN, “Informa”. Il presidente Richter ha sottolineato che la pubblicazione essendo di uso interno della CNI non sottostà alla Legge sui media, pari ad altri fogli informativi registrati presso i competenti uffici ministeriali, che necessitano in primo luogo di un comitato di redazione. Sotto il punto varie è stato dibattuto il diverbio non ancora dipanato, innescato nel corso dell’ultima riunione del Consiglio comunale di Capodistria, del 27 gennaio scorso, quando il consigliere Scheriani ha richiesto al sindaco, al servizio giuridico del Comune e alla Commissione elettorale particolare, chiarimenti in merito alla posizione e allo status della Gregorich Diabatè, che ha firmato un emendamento al Bilancio municipale presentato dal partito Levica (Sinistra), in qualità di consigliere comunale indipendente. I consiglieri hanno preso visione dei comunicati diffusi da entrambe le parti nei giorni scorsi e si sono detti dispiaciuti che la consigliera Gregorich Diabatè non fosse presente per esprimere la propria posizione. Il consigliere Scheriani ha lamentato la mancanza di dialogo e il mirino puntato negli ultimi tempi sui singoli e sulle istituzioni della CNI. “Che ci siano delle critiche va benissimo, si può sempre sbagliare e confrontandosi anche migliorare. Essere attaccati fa parte del gioco, ma non per questo dobbiamo fare del male alla Comunità Nazionale Italiana. Non accetto che vengano denigrate le nostre istituzioni, tutte indispensabili, con la propria particolarità e soggettività. Questa situazione non si è creata per volontà nostra. I rapporti all’interno del gruppo consiliare della CNI in sede comunale negli ultimi tre anni, soprattutto con la Gregorich Diabatè, non erano idilliaci. Cerchiamo però di guardare avanti e concentrarci sulle problematiche fondamentali che riguardano la nostra Comunità”, ha osservato Scheriani. “La CAN comunale – ha ribadito Richter –, deve guardare agli interessi dei connazionali e non dei partiti, che devono rimanere fuori dalle istituzioni della CNI”. Dello stesso avviso anche il consigliere Scheriani, che ha rimarcato la necessità di essere equidistanti e apartitici, i conflitti interni vanno risolti nei luoghi deputati e uno di questi è proprio il Consiglio della CAN. Mario Steffè, presidente della “Santorio Santorio”, consigliere al seggio specifico e vicesindaco di Capodistria ha osservato che “si tratta di un periodo turbolento e che gli animi si stanno ulteriormente surriscaldando in quanto si è arrivati a un anno elettorale con diverse scadenze importanti. Il discorso è legato a filo doppio a quelle che sono delle azioni di sbarramento, di screditare gli altri e di iniziative di vario tipo a diversi livelli. Tutto ciò conduce alla ‘politica della clava’. I confronti in atto molto serrati ci portano a perdere di vista le problematiche serie. Siamo tenuti a operare per il bene della CNI e per rispondere alle necessità dei connazionali. Tante volte si antepongono i singoli a quelli che dovrebbero essere i fini ultimi. La divergenza di idee è legittima, ma esorto al dialogo trasparente e alla collaborazione, essenziali per agire su tutte le tematiche prioritarie che ci riguardano e sono contrario a qualsiasi tipo di strumentalizzazione”.
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