In Casa Tartini i versi della pace

La tappa istriana del Festival internazionale «Palabra en el mundo» a cura di Enzo Santese

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In Casa Tartini i versi della pace
Enzo Santese, Andrea Bartole e Fulvia Zudič. Foto: MARIELLA MEHLE

Approda per la prima volta sul versante istriano il Festival Internazionale di Poesia “Palabra en el mundo” (La parola nel mondo), l’iniziativa nata a Cuba nel 2000 con spirito internazionalista, per costruire percorsi di pace, di tutela dei diritti e dell’ambiente attraverso la poesia e contro l’embargo. La kermesse in corso per tutto maggio va a toccare ben 820 città di tutto il mondo e quest’anno, accolta anche nella cornice di Casa Tartini, va a collocare Pirano sulla mappa internazionale della poesia. La tappa istriana della 17.esima edizione presso la Sala della Vedute è stata condotta dal letterato, critico d’arte Enzo Santese, uno dei coordinatori europei che quest’anno si fa promotore dell’evento anche a Zenica, Pordenone, Venezia e Trieste e in altri luoghi. Nel corso della serata è stata data voce ai versi di affermati poeti del territorio ma anche dall’Italia, Croazia e Francia, ispirati al centrale tema della pace, che si ricollega alla solidarietà tra gli individui, tra i gruppi e tra gli Stati ma anche alla capacità di ascoltare, interpretare la diversità come motivo di ricchezza. A fare gli onori di casa la presidente della Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini” Fulvia Zudič, che dopo due edizioni di successo del concorso “Festival della poesia del mare” si è detta felice di incontrare diversi amici. Un saluto ufficiale è stato rivolto anche dal presidente della CAN locale Andrea Bartole, onorato di ospitare l’evento, che porta Pirano fuori dal suo perimetro abituale, rendendolo città del mondo grazie alla poesia. “Mai come di questi tempi abbiamo bisogno di sentir parlare di pace, sopratutto vedendo lo scempio in atto nel cuore dell’Europa ma anche in Africa e in Asia. L’uomo spesso tira fuori la sua cifra più animalesca per gareggiare con gli animali, che talora sono più umani nello sguardo di quanto non lo siano gli uomini. In un momento come questo avremmo dovuto ottenere un grado di civiltà assoluto, dopo tante lotte e progressi. La poesia certamente non salverà il mondo, ma è importante parlare di pace”, ha osservato Santese. Si è trattato di un incontro tra diverse modalità espressive, dove il tocco internazionale è stato dato da Giacomo Scotti, campano trapiantato in Croazia, traduttore che si trova a suo agio con qualsiasi lingua dell’ex Jugoslavia, nonché da Florence Vanoli direttamente da Bordeaux e da Gorizia e dal regista teatrale Roberto Marino Masini. A susseguirsi nella lettura sono stati chiamati Vanja Pegan, musicista nell’anima e scrittore nonché i soci attivisti della Comunità, Ondina Lusa, Marino Maurel, Liliana Stipanov e in chiusura non potevano mancare alcune poesie di Santese, il quale ha annunciato che siccome il Festival non ingloba solamente espressioni di scrittura poetica, ma anche aggregazioni espositive che riguardano l’arte figurativa, la musica e la danza, per il prossimo anno la manifestazione potrebbe ampliare il proprio programma.

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