Capodistria. Bilinguismo, più attenzioni e sinergie a tutti i livelli

La tematica affrontata all’ultimo incontro di stagione in seno al ciclo denominato «Agorà capodistriana»

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Capodistria. Bilinguismo, più attenzioni e sinergie a tutti i livelli
Ampia la partecipazione all’incontro. Foto: KRIS DASSENA

È stato dedicato al bilinguismo, un argomento tanto delicato quanto spinoso, l’ultimo appuntamento di questa stagione del ciclo di dibattiti denominato “Agorà capodistriana”, andato in scena presso la caffetteria “Loggia”. Promosso con l’intento di favorire la cultura del dialogo e uno scambio di idee e di opinioni su questioni legate al territorio, anche l’incontro di lunedì sera ha ottenuto un buon responso di pubblico, il che secondo la curatrice dell’iniziativa, la professoressa Vesna Mikolič, va a dimostrare che si tratta di una tematica che sta particolarmente a cuore alla cittadinanza. Il dibattito, nel quale tutti i presenti hanno avuto modo di intervenire, è stato avviato da Alenka Likar, docente di italiano nelle scuole con lingua di insegnamento slovena e da Lara Sorgo, connazionale piranese, ricercatrice presso l’Istituto di studi etnici di Lubiana.

Nell’elencare i motivi principali di un bilinguismo zoppicante in regione, spesso e volentieri si punta il dito verso le scuole della maggioranza, secondo molti carenti nell’insegnamento della lingua del territorio. La prima ospite nel suo intervento ha portato così all’attenzione il rapporto distaccato che i giovani hanno con l’italiano e l’impegno giornaliero degli insegnanti nel cercare di avvicinare non soltanto la lingua, ma anche la cultura italiana ai propri discenti. A sottolineare l’importanza delle scuole è stata anche la Sorgo, che però ha rilevato che i bambini solitamente ereditano dai genitori il modo in cui considerano una determinata lingua per cui, secondo lei, è necessario incanalare un’opera di educazione a tutto tondo. “La componente minoritaria e maggioritaria dovrebbero lavorare in sinergia per far capire a chi vive in questo territorio che la diversità linguistica e culturale sono motivo di ricchezza”, ha ancora affermato. Successivamente è andata in scena una discussione animata che ha visto partecipi in egual modo sia gli appartenenti alla CNI sia alla popolazione maggioritaria, che congiuntamente hanno espresso il proprio rammarico rispetto allo stato di salute precario della lingua italiana nelle aree di insediamento storico. Ad intervenire tra gli altri sono stati il deputato Felice Žiža e il vicesindaco di Capodistria, nonché presidente della locale CI, Mario Steffè. Particolarmente caustico è stato il commento dell’attivista e personaggio di spicco della scena culturale capodistriana, Irena Urbič che ha dichiarato: “Ogni comunità marginale, non soltanto nazionale, vive, respira e si sente come dettato dalla maggioranza. Quando sparirà l’ultimo appartenente alla CNI, sarà giunto il momento per noi della maggioranza di guardarci allo specchio”.

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