Capodistria: La CAN locale si mobilita per Palazzo De Belli

L’intento è recuperare lo stabile dall’incuria sia per le necessità della CNI sia per l’intera cittadinanza

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Capodistria: La CAN locale si mobilita per Palazzo De Belli

Nell’ambito delle iniziative per salvare Palazzo De Belli avrà parte attiva la Comunità Nazionale Italiana. La presidenza della CAN capodistriana, nel corso della sua ultima seduta, ha deciso di intavolare colloqui con il Comune affinchè l’antico edificio venga affidato ai connazionali. Il Palazzo di via Cankar, di fronte al Ginnasio sloveno, risalente alla seconda metà del 16.esimo secolo, versa in condizioni pietose. Dopo essere stato per decenni dimora di numerose famiglie, è stato abbandonato al suo destino, senza la necessaria manutenzione. Al pianterreno hanno trovato posto le officine del Teatro comunale dove vengono realizzate le scene necessarie per le varie rappresentazioni. Le altre finestre sono state transennate con tavole in legno per impedire occupazioni abusive o atti vandalici, ma è chiaro che urge un intervento di recupero completo.

Un dettaglio laterale della casa

L’Amministrazione comunale aveva ipotizzato nelle scorse settimane la vendita al miglior offerente, ma si erano levati subito cori di protesta che chiedevano che Palazzo De Belli rimanga di proprietà municipale. Il ricordo della fine fatta da altri antichi stabili, ceduti a persone fisiche o giuridiche, lasciati poi crollare per essere rasi al suolo e sostituiti con case moderne, ha ferito le coscienze di molti capodistriani, che non desiderano si ripeta lo scempio in via Cankar (un tempo via Eugenia). Non potevano rimanere indifferenti i connazionali, che con le loro istituzioni sono sempre stati in prima fila per tutelare il patrimonio storico-culturale della città, ad esempio gli importanti segni degli stretti legami con Venezia. La CAN di Capodistria, presieduta da Fulvio Richter, ha assicurato di avere idee ben precise su quale uso fare del palazzo in questione e quali contenuti dargli per il bene della Comunità italiana ma anche della cittadinanza in generale. Ovviamente i fondi andrebbero reperiti, assieme probabilmente all’Unione Italiana, tramite progetti europei o con l’aiuto dell’Italia. Il cammino è certamente ancora lungo, ma la tempestiva reazione della CAN fa ben sperare per il futuro di Palazzo De Belli.

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