Aleš Bržan confermato sindaco di Capodistria

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Aleš Bržan confermato sindaco di Capodistria

CAPODISTRIA | Sono servite quasi sei ore venerdì sera per proclamare Aleš Bržan nuovo sindaco di Capodistria. Il Consiglio comunale si è riunito a Palazzo Pretorio sotto la guida della decana tra i consiglieri, la connazionale Ondina Gregorich Diabatè, che ha svolto il proprio non facile compito con sicurezza e competenza. L’organismo ha esaurito in breve tempo la formalità di costituirsi ufficialmente, confermando gli incarichi di tutti i candidati eletti il 18 novembre scorso. L’attenzione si è spostata poi sul nodo del sindaco. Il presidente della Commissione elettorale comunale, Milan Senčur ha illustrato nei minimi dettagli il lavoro dell’organismo che ha presieduto e le fasi che hanno portato a decretare la vittoria di Bržan, al ballottaggio del 2 dicembre, per soli 17 voti di scarto, delibera contestata dal sindaco uscente Boris Popovič, che ha inoltrato ricorso al Consiglio municipale. Senčur ha difeso l’operato dei comitati di seggio, rilevando che sono state riscontrate minime sviste, che in nessun modo avrebbero potuto inficiare l’esito del voto. I casi di presunte violazioni delle leggi sulle elezioni e della Costituzione, ipotizzati nell’esposto, come aver negato il voto a domicilio per alcune persone inferme o non aver garantito i diritti delle persone disabili, non sarebbero documentati a sufficienza. L’intricato caso è passato poi all’esame della Commissione per le nomine, presieduta dall’avvocato Janez Starman, consigliere comunale della Lista Bržan. I due pretendenti alla poltrona di sindaco, affiancati dai rispettivi legali, sono stati sentiti separatamente per oltre due ore. Al termine la commissione ha proposto al Consiglio municipale di rigettare il ricorso come infondato e di assegnare l’incarico a Bržan. Dopo fasi molto concitate per altre consultazioni e la stesura delle necessarie delibere, si è giunti alla votazione decisiva. In venti hanno appoggiato la nomina di Bržan, compresi i tre consiglieri ai seggi specifici della Comunità Nazionale Italiana, che sono oltre alla Gregorich, Alberto Scheriani e Mario Steffè. Come ci hanno dichiarato, la loro delicata scelta è andata nella direzione di rispettare il lavoro della Commissione elettorale comunale, composta da tecnici qualificati per interpretare le leggi vigenti. Poi vi sarà spazio per altre disamine in Tribunale. I rimanenti dieci votanti (tre erano assenti) si sono schierati contro e, quindi, a favore di un nuovo conteggio delle schede elettorali, come chiesto da Popovič. Tra questi non vi erano tre suoi stretti collaboratori. Il suo vice nel mandato precedente, Peter Bolčič, nella dichiarazione di voto, ha smorzato sul nascere illazioni circa un suo passaggio all’altro schieramento, specificando che vuole soltanto contribuire a evitare che il Comune rimanga senza una guida nei prossimi mesi e che il caso e i suoi intricati risvolti, possano giungere quanto prima nelle mani dei giudici, gli unici deputati a pronunciarsi in merito. Il ricorso alla magistratura era stato auspicato in molti interventi, da Senčur a Starman, sottolineando come il Consiglio municipale non possa trasformarsi in un Tribunale non avendo competenze specifiche. Ora Popovič e i suoi legali hanno la strada spianata per i ricorsi, prima al Tribunale amministrativo e poi, eventualmente, ancora alla Corte suprema e alla Corte costituzionale. Il sindaco Bržan, nel frattempo, potrà mettersi al lavoro, sperando che gli vengano passate le consegne quanto prima dal suo predecessore e dai responsabili dei vari uffici comunali. Poi si tratterà di lavorare per superare le pesanti divergenze tra gli schieramenti politici. “Capodistria è nostra” di Popovič detiene la maggioranza relativa in Consiglio e potrebbe ostacolare le decisioni del nuovo primo cittadino. Lo si è già visto venerdì scorso, con la prima contestazione per futili motivi: l’ordine dei posti nell’emiciclo del parlamentino comunale. La spaccatura è apparsa ancora più chiara all’atto della tradizionale foto di gruppo dei nuovi eletti: ne sono rimasti in aula poco più della metà. Prima dell’inizio della seduta costitutiva davanti al Municipio si erano radunati circa 50 sostenitori di Popovič che avevano espresso sostegno al sindaco uscente, auspicando che possa rimanere in carica anche nei prossimi anni.

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