Regione istriana: a Miletić non basta il 47%. Ferić spera

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Regione istriana: a Miletić non basta il 47%. Ferić spera

Il 47 p.c. dei voti non bastano per prendere in mano le redini della Regione. Pur essendo il risultato ghiotto, non sazia la Dieta Democratica Istriana e il sui candidato zupano, Boris Miletić. Partito dato per vincente al primo turno, da subito ha staccato gli altri candidati, superando fin dai primi risultati resi pubblici il 40 p.c. delle preferenze. Anzi, da 0 era arrivato in un botto al 48,61 p.c., tanto che si credeva che il 2 p.c. l’avrebbe guadagnato in un respiro. Ma la politica non è mai fatta di certezze. Tra gli altri tre candidati in lizza – Danijel Ferić (SDP), Irena Hrstić (HDZ) e Divna Radolović Rosanda (Demokrati) – Miletić dovrà vedersela con Danijel Ferić (22,02 p.c. delle preferenze), che ha già avuto accesa opposizione in Consiglio cittadino. Irena Hrstić si è fermata al 18,10 p.c., Divna Radolović Rosanda all’8,11.

Boris Miletić. Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

Anche in Regione bisognerà compattare le file e cercare aderenze in casa altrui. Dove?
Intanto bisogna dire che la DDI ha fatto la scelta logica, perché Miletić per la Dieta è indubbiamente il nome di maggiore caratura. E c’è da dire che forse, a ben guardare, una concorrenza tale da mangiarsi una fetta di torta spaventosamente grande da minacciare il piatto dietino, non c’era. Danijel Ferić, pur avendo macinato politica quasi da sempre non ha il carisma per portare all’SDP i voti dei soliti indecisi. Infatti, ha meno della metà dei voti di Miletić. Ma può sempre… chiedere in giro. E certamente lo farà.

Danijel Ferić. Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

Vediamo gli altri candidati di questa prima (e per loro ultima) tappa. Irena Hrstić. L’Accadizeta ha puntato su tutto su di lei mettendo sulla bilancia la pubblicità – al superlativo – che la direttrice del nosocomio aveva vendemmiato in questa lotta al Covid che ha comunque visto l’Istria in condizioni di gran lunga migliori di quella patite nel resto della Croazia e oltre. Eppoi, c’è la faccenda del nuovo ospedale. Una grande manovra passata quasi in sordina e con comunicati di trasloco all’ombra della pandemia. Ma anche l’Accadizeta ha la sua piscina di elettori nella quale non è lecito attendersi tuffi… esterni numerosi al punto da agitare le acque. La candidata così è arrivata al 18,08 p.c. Infine Divna Radolović Rosanda (p.c.), con la maglia dei Demokrati. Indumento vestito sostanzialmente da chi aveva svestito quello dell’SDP, per cui avrà racimolato anche qualche voto solitamente socialdemocratico. E magari di chi “stanco” della DDI, non convinto dell’SDP e convincentemente contro l’Accadizeta avrà dato il suo appoggio.
Le liste per il Consiglio regionale vedono quella dietina prendersi la fetta più consistente della torta; precisamente il 43,1 p.c. A seguire l’SDP (14,5 p.c.), l’Accadizeta (11), Možemo! (9,18), Pensionati 5.
Su 182.835 aventi diritto, hanno aderito al voto 80.380 elettori, ovvero il 43,96 p.c.
Quattro anni fa aveva votato il 45,14 p.c. dell’elettorato, ovvero 86.618 elettori su 187.474 aventi diritto. Le Amministrative per l’elezione del presidente della Regione avevano chiuso il conto subito al primo turno. Valter Flego (DDI e partner di coalizione) si era messo in tasca il 65,61 p.c. delle preferenze, Marino Baldini (SDP e partner di coalizione) il 18,90 e Monika Udovičić (HDZ) era arrivata all’11,85 p.c.
Nei giorni a seguire, ci saranno letture più profonde del voto. Ha da passà ‘a nuttata, insomma.

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