Matteoni. «Per Orlando il giornalismo era una passione»

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Matteoni. «Per Orlando il giornalismo era una passione»

I giornalisti sono spesso meta di attacchi per le critiche, ma il modo buonista con il quale Orlando Rivetti trattava la materia lo hanno portato a godere del rispetto di tutti. Inclusi i tanti colleghi che in tutti questi anni hanno avuto modo di lavorare con lui. Uno di questi è il polese Robert Matteoni, anche lui per anni collaboratore de La Voce del popolo. “Con Orlando ho lavorato insieme alle Sportske novosti, ma lo conosco ormai da moltissimi anni – ricorda –. Prima avevo sentito di lui soltanto per il nome, poi ci siamo conosciuti di persona durante i tanti viaggi con la nazionale di calcio, come ad esempio agli Europei in Inghilterra 1996 o ai Mondiali in Francia di due anni dopo. Inoltre, veniva spesso con il Rijeka in trasferta a Pola. Di lui mi ha colpito soprattutto la passione, vera e genuina, per il giornalismo. Era quella che faceva, e lo fa tuttora, la differenza tra il giornalista di stazza, quello che adora il proprio mestiere, e colui che lo fa soltanto per dovere. Orlando godeva in tutto ciò in ogni momento della sua vita e carriera. Con il tempo questa nostra passione comune è sfociata in amicizia, anche perché essendo lui di Fiume e io di Pola avevamo una simile mentalità e visione sulle cose. Mi ricordo i tanti viaggi lunghissimi in autobus, durante i quali volentieri parlavamo di calcio italiano. Spesso giocavamo anche a briscola e tressette, un’altra sua passione. Ci aiutavamo e coprivamo a vicenda. Nel 1996, al Wembley di Londra, uno di noi vide in tribuna Enzo Bearzot e chiamò l’altro per andare a fargli un’intervista. L’anno dopo, durante la finale di Champions tra la Juventus e il Borussia Dortmund accade lo stesso con Omar Sivori. Ecco, quella fu una specie di sana competizione e allo stesso tempo amicizia, spesso necessaria per fare bene il proprio lavoro. Con Orlando se ne va indubbiamente una parte storica del giornalismo regionale e nazionale”.

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