Caso Ferlin. Inqualificabile episodio di faziosità ideologica

Bandiera a mezz’asta. Giovanni Stelli esprime piena solidarietà ai vertici della CNI

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Caso Ferlin. Inqualificabile episodio di faziosità ideologica
Giovanni Stelli. Foto: Željko Jerneić

Il prof. Giovanni Stelli, presidente della Società di Studi Fiumani – Archivio Museo Storico di Fiume a Roma, ha espresso solidarietà con una nota ai vertici della Comunità Nazionale Italiana in occasione della vicenda legata alle parole el giornalista Robert Ferlin, che ha esortato a esporre a mezz’asta la bandiera italiana sul balcone dell’emittente radiofonica fiumana in occasione della ricorrenza del 3 maggio. “A nome della Società di Studi Fiumani, nonché mio personale, desidero esprimere la totale solidarietà e condivisione della posizione da Voi espressa sulla vicenda del giornalista Roberto Ferlin protagonista di un inqualificabile episodio di faziosità ideologica e di incitamento all’odio. Mi limito a ricordare a tal proposito quanto affermato dal presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella in occasione della celebrazione del Giorno del Ricordo il 9 febbraio 2019: ‘Mentre […] sul territorio italiano […] la conclusione del conflitto contro i nazifascisti sanciva la fine dell’oppressione e il graduale ritorno alla libertà e alla democrazia, un destino di ulteriore sofferenza attendeva gli Italiani nelle zone occupate dalle truppe jugoslave. Un destino comune a molti popoli dell’Est Europeo: quello di passare, direttamente, dall’oppressione nazista a quella comunista. E di sperimentare, sulla propria vita, tutto il repertorio disumanizzante dei grandi totalitarismi del Novecento, diversi nell’ideologia, ma così simili nei metodi di persecuzione, controllo, repressione, eliminazione dei dissidenti. […] Cominciò il drammatico esodo verso l’Italia: uno stillicidio, durato un decennio. Paesi e città si spopolavano dalla secolare presenza italiana, sparivano lingua, dialetti e cultura millenaria, venivano smantellate reti familiari, sociali ed economiche. Il braccio violento del regime comunista si abbatteva furiosamente cancellando storia, diversità, pluralismo, convivenza, sotto una cupa cappa di omologazione e di terrore’. Ed è sulla base della condanna di ogni forma di totalitarismo, che le istituzioni degli esuli, come la nostra Società, e quelle degli Italiani in Slovenia e Croazia, come l’Unione Italiana, hanno intessuto da oltre trent’anni un dialogo al fine di riparare in qualche modo alle devastazioni totalitarie, devastazioni di cui purtroppo qualcuno, come dimostra l’episodio in questione, non è ancora consapevole”, ha rilevato Stelli.

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