Bradanini: «Ascoltare e dialogare è fondamentale»

A colloquio con il Console generale d’Italia a Fiume. «CEC 2020 è un’occasione straordinaria», dice e annuncia a breve un giro d’incontri con le autorità, nelle Comunità degli Italiani e nelle altre realtà della CNI

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Bradanini: «Ascoltare e dialogare è fondamentale»

Collaborazione, ascolto e dialogo; sono queste le parole chiave del ragionamento proposto dal Console generale d’Italia a Fiume, Davide Bradanini, in occasione del nostro primo incontro, a poche ore dal suo arrivo a Fiume, il primo giorno del suo incarico di capo missione nella sede consolare in Riva. Ci accoglie con una disponibilità rara in questi tempi in cui tutto sembra essere soggetto ai ritmi dettati dai social in cui l’agenda è definita dal numero dei like più che dal valore intrinseco del contenuto postato. “Sono arrivato a Fiume ieri e ho assunto l’incarico oggi – dice –. Non ho avuto ancora modo di conoscere ufficialmente nessuna delle Comunità degli Italiani che operano sul territorio di competenza consolare, ma spero di farlo in tempi quanto più brevi. Sono curioso di conoscerle e di conoscere le peculiarità che le contraddistinguono. Ascoltare e dialogare è – sottolinea – fondamentale”. Le occasioni di certo non mancheranno, già in questa fase si sta predisponendo l’agenda, ma onde non posticipare oltre già in apertura, prima di dare il via all’intervista vera e propria, il Console generale Bradanini, ci tiene a rivolgersi direttamente a quelli che nei prossimi anni saranno i suoi interlocutori e formulare “a tutti i lettori della Voce gli auguri di buon anno”.
Croazia, meravigliosa e accogliente
Laureato in Scienze politiche, Bradanini ha conseguito un Master in Studi europei presso il Collegio d’Europa a Bruges in Belgio e un Dottorato di ricerca in Scienze politiche con una tesi sul processo d’integrazione europea e i sindacati italiani negli anni ‘90. Ha iniziato la carriera diplomatica nel 2013 e questa è la sua seconda missione all’estero, alla quale giunge dopo un’esperienza nella Rappresentanza delle Nazioni Unite a Roma. È sposato, ha un figlio di due anni e a Fiume si stabilirà con la famiglia. “Abbiamo scelto questa sede anche perché è una delle sedi migliori in cui crescere un bambino e in cui vivere con la propria famiglia”, ci rivela, confermando che la Croazia la conosce già. “La conosco da Roma, dal Ministero, avendo lavorato alla Direzione generale Unione europea, nell’unità Adriatico e Balcani, ma oltre all’esperienza professionale conosco la Croazia anche per i numerosi viaggi turistici in questo Paese meraviglioso e accogliente. Purtroppo non conosco la lingua croata, ma spero di impararla presto”. Tornando poi all’esperienza professionale aggiunge: “Quello che mi ha formato di più, nella mia esperienza professionale, è stata la consapevolezza che soltanto attraverso iniziative di dialogo e integrazione, anche al di là dei rapporto bilaterali italo-croati, si possono raggiungere traguardi comuni. Penso all’Iniziativa centro-europea, a quella Adriatico-Ionica, alle triangolazioni assieme alla Slovenia, alla presenza della Comunità italiana in Croazia e alla Comunità croata in Italia, che sono fattori di arricchimento, che possono giovare alle relazioni italo-croate e alla stessa Comunità italiana”.
Parlando di iniziative di dialogo e integrazione a Fiume, città che tra pochi giorni inaugurerà ufficialmente l’anno di Capitale europea della Cultura, è difficile non portare il discorso su CEC 2020…
“Si tratta di una straordinaria occasione per la città di Fiume e per la Croazia nel suo complesso, anche nel contesto della presidenza croata dell’UE nel primo semestre di quest’anno. È un’occasione straordinaria da ogni punto di vista e vorrei congratularmi con chi ha reso possibile questo grande successo, quindi con le autorità locali. Il titolo che gli organizzatori hanno deciso di dare a quest’iniziativa, Porto delle diversità, penso che sia il titolo più appropriato per dare la necessaria visibilità alla natura poliedrica dell’identità fiumana. Da parte nostra, contribuiremo a Fiume 2020 con una serie di eventi culturali. Ci sono alcune iniziative già in programma, le eredito dal mio predecessore Paolo Palminteri che so che ha fatto un lavoro straordinario e molto apprezzato dalla Comunità italiana e dalle autorità locali. Mi riferisco in particolare alla mostra ‘Il violino oltre i confini: Stradivari a Fiume, Kresnik e Cremona’ e al concerto della Venice Baroque Orchestra e Giuliano Carmignola in programma il 14 febbraio al TNC ‘Ivan de Zajc’. In seguito avremo altre occasioni di lavorare insieme, ci saranno la Settimana della lingua italiana, la Settimana della cucina italiana… e altre iniziative alle quali sto già riflettendo”.
Di tutto questo avrà modo di parlare a breve con le autorità in occasione degli incontri che immagino siano pianificati a breve…
“Abbiamo già in programma un incontro con il sindaco di Fiume, Vojko Obersnel, e programmeremo un incontro con il presidente della Regione litoraneo-montana e più in generale con le autorità locali e regionali nella circoscrizione consolare. Parleremo di questo e di tanti altri temi che toccano la Comunità italiana”.
Rimaniamo a Fiume e alle iniziative legate a CEC 2020 tra le quali figura anche la collocazione delle targhe con gli odonimi storici. In queste l’italiano non manca. Quanto sono importanti segnali di questo genere?
“È fondamentale in generale per tutte le città europee che sono città dense di storia non perdere il legame con quanto successo nei decenni e nei secoli passati. È un qualcosa che purtroppo avviene nel nostro mondo postmoderno. È tanto più rilevante per una città come Fiume che ha vissuto negli ultimi 150 anni delle trasformazioni molto radicali in tempi molto ravvicinati. Quindi, un riconoscimento visivo di quella che è stata l’identità urbana della città penso che sia fondamentale. Lo è anche da un altro punto di vista a mio avviso, cioè consente di rafforzare ulteriormente i rapporti che sono già eccellenti con alcune delle associazioni degli esuli in Italia. Mi riferisco in questo caso alla Società di studi fiumani di Roma, che ha collaborato a questo progetto e che lo ha apprezzato moltissimo. Quindi, è un grande merito che riconosco alla Città di Fiume.”
Il riconoscimento pubblico della lingua che immancabilmente esprime cultura e identità è importante, ma altrettanto importante è l’effettivo uso quotidiano della lingua…
“Una comunità è per definizione formata da più persone che in quanto esseri umani non possono vivere senza comunicare e quindi la coesione della comunità non può essere mantenuta e rafforzata senza prestare attenzione costante alla lingua, che è a sua volta espressione di una cultura, di un modo di stare insieme. È per questo che ritengo fondamentale, e farò di questo uno dei punti fermi del mio mandato, impegnarmi affinché la lingua italiana sia sempre più utilizzata dalla nostra comunità, che venga mantenuta e insegnata ai bambini, negli asili, nelle scuole elementari e medie superiori e nelle Università. La lingua è secondo me è un elemento fondamentale per mantenere la coesione della nostra comunità ed ecco che si spiega anche l’importanza di un giornale quotidiano in lingua italiana.”
Sul territorio di insediamento della Comunità italiana la situazione è variegata. In alcune aree c’è la possibilità di accedere a un’istruzione formale che va dall’asilo nido all’Università, in altre invece i punti di riferimento sono la famiglia e le Comunità degli Italiani…
“La promozione e la tutela della lingua e della cultura italiane sono possibili grazie all’impegno quotidiano degli appartenenti alle Comunità italiane il cui valore è indiscutibile, ai fondi messi a disposizione dallo Stato italiano e da alcune Regioni, ma anche all’ampia tutela che lo Stato croato garantisce alla Comunità italiana autoctona nel Paese. È molto prezioso. Non è così dappertutto”.
È tradizione che a inizio mandato il Console generale incontri i connazionali. Quando possiamo attenderci il giro di visite nelle Comunità degli Italiani e alle istituzioni della CNI?
“Mi impegno a visitarle tutte. Non vedo l’ora di cominciare questo percorso di conoscenza e di ascolto delle Comunità italiane. Mi impegnerò innanzitutto su questo e per individuare insieme ai connazionali le priorità della nostra Comunità nazionale, il tutto d’intesa e in stretto raccordo con l’Ambasciata a Zagabria. È proprio grazie alle istituzioni, alle scuole, alle Comunità che la nostra realtà è molto più rilevante in Croazia di quanto i numeri non possano far pensare.”
Sul territorio avrà modo di sentire storie diverse che esprimono diverse necessità e/o ambizioni…
“Al momento ne ho una conoscenza teorica, spero di averne presto una conoscenza diretta. Non mi sfugge la complessa articolazione della Comunità italiana in Croazia sia geografica, di interessi, di storia e di rapporto con le autorità locali. Quello che è fondamentale è ricondurre questa molteplicità in un disegno coerente, in un’unità di rappresentanza della Comunità nel suo complesso, è questo il compito dell’Unione Italiana. Da parte mia come Console generale mi impegnerò molto anche in questo senso”.
Uno dei punti fermi che accomuna tutti i connazionali indipendentemente dal luogo di residenza è il rapporto con il Consolato generale, un rapporto sul quale incide molto il legame con l’Italia…
“Di questo mi ha raccontato il mio predecessore Paolo Palminteri che, mi lasci ripetere, mi sembra abbia fatto un lavoro molto apprezzato qui e rispetto a cui vorrei lavorare in continuità anche per quanto riguarda questo suo rapporto informale e di amicizia con le Comunità italiana. Sono fin d’ora a disposizione personalmente dei connazionali che si vorranno rivolgere a me e ai miei collaboratori al Consolato generale. Il Consolato generale è una delle case degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia e sarò felice di conoscere tutte le Comunità e di avviare questo rapporto”.
La dieta mediterranea
“Per quanto riguarda la Settimana della cucina italiana nel mondo dobbiamo programmare d’intesa con la Farnesina le iniziative che caratterizzeranno il prossimo anno. La Croazia è come l’Italia uno dei Paesi promotori dell’iscrizione all’Unesco della dieta mediterranea come patrimonio immateriale dell’umanità. Nel 2020 ricorre il 10º anniversario dell’iscrizione, credo che lavorare insieme sulla dieta mediterranea in particolar modo con questa regione della Croazia sarà fondamentale. Ho avuto modo di apprezzare e apprezzo quotidianamente la ricchezza della cucina di questi territori e quindi credo che avremo occasione di lavorare insieme. Va detto però che è difficile in questa parte del mondo poter far conoscere aspetti della cucina italiana che non siano già noti agli italiani di queste terre. Conoscono benissimo la gastronomia italiana, ma ci impegneremo”.
Settimana della cultura italiana
Riguardo alla Settimana della lingua italiana nel mondo abbiamo un’anticipazione grazie a un messaggio di pochi giorni fa. Il tema dell’edizione 2020 sarà L’italiano tra parola e immagine, graffiti, illustrazioni, fumetti. Un tema molto interessante che spero consenta di attrarre anche giovani e bambini interessati in particolare ai fumetti italiani, che hanno segnato l’infanzia e l’adolescenza di generazioni di italiani”.

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