Asilo Fiume. «Progetto complesso di cui vado fiero»

Marin Corva, presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, tira le somme all’indomani della firma del contratto d’appalto con gli esecutori dei lavori

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Asilo Fiume. «Progetto complesso di cui vado fiero»
Il presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Marin Corva. Foto: RONI BRMALJ

Tra meno di un anno (dieci mesi) dovrebbe vedere finalmente la luce il tanto atteso asilo in lingua italiana a Fiume, che si chiamerà, appunto, “Fiume” e che verrà costruito su un lotto in zona Krnjevo. All’indomani della firma del contratto d’appalto con gli esecutori dei lavori, l’impresa edile ragusea “Supra”, il presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Marin Corva, ha voluto riassumere brevemente quello che è stato l’intero iter, a partire dalla firma della Lettera d’intenti avvenuta nel 2011. “Questo è uno dei progetti più importanti almeno per quanto riguarda la mia presidenza nella GE dell’UI – ha esordito –, assieme agli altri due progetti strategici in ambito scolastico, ovvero quello relativo alla SEI di Buie, che è stato portato a termine e quella riguardante la SEI Cittanova, per i quali l’UI ha assicurato i mezzi di cofinanziamento, versandoli alla Regione istriana. Siamo, però, ancora in attesa di individuare l’azienda che potrà realizzare l’iniziativa nei limiti di quella che è la disponibilità finanziaria. In questi anni ho cercato sempre di mettere al centro dell’attenzione della GE il mondo scuola e condiderando gli ultimi sei anni, possiamo notare che ci sono stati tantissimi investimenti, anche per quanto riguarda ora anche la SEI Belvedere, la San Nicolò, la SEI di Pola, l’asilo di Sissano e tanti altri. Il progetto dell’asilo di Fiume mi ha coinvolto ancora prima che io diventassi presidente della GE, epoca in cui ricoprivo l’incarico di presidente del Comitato esecutivo della CI di Fiume. Infatti, nel 2011 era stata sottoscritta la Lettera d’intenti tra la Comunità degli Italiani di Fiume, l’Unione Italiana e la Città, anche se l’idea era nata parecchi anni prima. Ricordo che sin da quando ero bambino, sentivo parlare della questione relativa a un asilo in lingua italiana e del fatto che i connazionali di Fiume richiedessero una struttura del genere. Una volta firmata la Lettera d’intenti, ci sono state parecchie attività da svolgere; la Città ha dovuto risolvere le questioni giuridico-patrimoniali relative al lotto interessato e una volta conclusi i lavori è stata individuata la ditta che si è occupata della progettazione. Purtroppo, però, il progetto di questo asilo si è dimostrato sin da subito molto complesso. Dobbiamo ricordare che la CI di Palazzo Modello aveva inviato già nel 2018 a tutti una comunicazione in merito al progetto, coinvolgendo il ministero degli Affari esteri, il mondo degli esuli e quindi c’era stata tanta attenzione. Questo rappresentava, però, un’urgenza, motivo per il quale ho cominciato a occuparmene non appena sono stato eletto presidente della GE dell’UI”.

Problemi con la progettazione
“In quel momento, la questione che ho dovuto affrontare per prima riguardava i problemi con la progettazione – ha proseguito Marin Corva –. La ditta scelta tramite bando pubblico nel 2014 aveva difficoltà nell’impostare il progetto sulla base di quello che era il progetto di massima iniziale, perché la ditta scelta dall’UI e la Città avevano difficoltà a trovare un linguaggio in comune. Anche se dopo alcuni incontri avevano trovato un compromesso, i mezzi per la realizzazione del progetto non c’erano. La Città, che nel frattempo aveva risolto il problema del lotto, insisteva affinché l’UI realizzasse la parte della Lettera d’intenti che riguardava i finanziamenti. Per noi rappresentava un problema in quanto i fondi non esistevano. Parlai con l’allora sindaco Vojko Obersnel al quale esposi la questione spiegando che per l’UI sarebbe stato impossibile garantire tutti i mezzi necessari e chiedendo la partecipazione della Città. Ero disposto a impegnarmi per trovare una parte dei fondi, ma era impossibile assicurare quasi 3 milioni di euro. La questione non era stata recepita con successo da parte del sindaco, il quale però aveva deciso di convocare una riunione ufficiale alla quale avevo partecipato assieme al presidente dell’UI, Maurizio Tremul, all’allora neo eletta presidente della CI, Melita Sciucca e al presidente dell’Assemblea della CI, Moreno Vrancich. In quell’occasione Obersnel aveva spiegato che la Città aveva inviato parecchie comunicazioni nelle quali in pratica ci informavano che la Città aveva portato a termine la sua parte, spendendo più di 2.500.000 delle allora kune e ci sollecitava ad adempiere a quanto contenuto nella Lettera d’intenti. Nel 2019 abbiamo tentato subito di assicurare un primo mezzo milione per questo progetto tramite il ministero degli Affari esteri, ma purtroppo, visti i problemi con la documentazione progettuale, il dicastero ha deciso di posticipare il tutto. Il discorso della documentazione non è andato a buon fine perché tra i vari tentativi per portare a termine l’iter, l’azienda con la quale avevamo firmato un contratto aveva rinunciato al lavoro. E quindi siamo dovuti ripartire da zero”.

Primi passi positivi
“Mi sono rivolto all’architetto Marko Franković con il quale abbiamo già collaborato in altre iniziative, tra le quali quella della SEI di Cittanova, affinché ci desse una mano. Era il periodo del Covid e facemmo tutto tramite la piattaforma Zoom da remoto, assieme a tutte le istituzioni della CNI di Fiume perché andava comunicata la complessa situazione creatasi. Da lì in poi, la cosa cominciò a funzionare e fummo tutti d’accordo di procedere. Esponemmo a Franković tutte le criticità riguardanti il progetto, ovvero quella relativa al lotto su cui, stando ad alcuni sondaggi, risultava ci fossero delle voragini e che non fosse ideale per la costruzione di un asilo. In seguito risultò che costruendo le fondamenta con un altro metodo, il problema potesse rientrare, anche se con un aumento delle spese. Richiedemmo un’ulteriore riunione con la Città, che allora era già guidata dall’attuale sindaco Marko Filipović e devo dire che con lui e con la sua vice Sandra Krpan, i rapporti furono sin da subito ottimi, in quanto si dimostrarono disposti a cofinanziare il progetto. Da sottolineare che più o meno in quel periodo era stato costruito l’asilo di Abbazia per il quale, purtroppo, non c’era stata la possibilità da parte dell’UI di partecipare alle spese e quindi è stato edificato autonomamente dalla Città di Abbazia. Con il nuovo sindaco siamo quindi partiti da zero, stilato il nuovo progetto di massima e si è deciso di costruire un edificio all’avanguardia. Grazie a questo effetto positivo, nonostante fossimo arrivati quasi davanti a un muro, abbiamo lavorato con l’On. Furio Radin, il quale è riuscito a fare entrare il progetto nel Piano operativo del Governo croato. Questo è stato un passo fondamentale perché siamo riusciti a ottenere i 6 milioni di kune come primo investimento. Un momento cruciale, perché alla successiva riunione che ho avuto con la Città sono stati in grado di dire ‘noi ci siamo’. La Città si è impegnata in seguito a ottenere dei fondi da parte dell’Ue e quindi siamo giunti quasi al dunque. Poi, per volontà della Città, abbiamo dovuto cambiare la chiave di costruzione, che da modulare è diventata tradizionale”.

Ulteriori mezzi da parte della Città
“Ho accettato a nome dell’UI questo cambiamento a patto che l’aumento delle spese venga coperto dalla municipalità, cosa che è stata approvata. Il progetto dell’asilo ‘Fiume’ ha un valore di 3.747.818,75 euro. La Città lo cofinanzierà con 907mila euro dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, mentre noi abbiamo assicurato l’anno scorso 900mila euro. Ulteriori 2 milioni verranno attinti dal Bilancio cittadino. Nel 2023 abbiamo firmato con la Città l’accordo e adesso finalmente si darà il via ai lavori. Ci tengo a sottolineare che sono molto fiero del progetto, del fatto che abbiamo potuto scegliere il nome e che quello proposto da me è stato accolto. Ringrazio, quindi, tutti gli uffici della Città, la ditta esecutrice, l’architetto Lidija Grebenar, che ha 4 decenni di esperienza nella progettazione di scuole e asili e tutti coloro che hanno partecipato a questo progetto che ha incontrato tantissime difficoltà e che è stato portato a termine grazie all’aiuto della Città. Un grazie particolare alla mia collega Romina Gruber, che ha seguito assieme a me la realizzazione dell’intero progetto, seguendo il necessario iter. È un progetto che ritengo essere storico, anche perché, essendo genitore, posso capire benissimo le difficoltà nel trovare un posto negli asili. Ora avremo due sezioni per i più piccini, ovvero quelle nido. Aspetto con impazienza il giorno dell’inaugurazione”, ha concluso il presidente della GE dell’UI, Marin Corva.

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