Tremul: «La pluralità della CNI è un bene»

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Tremul: «La pluralità  della CNI è un bene»

Diversi i punti che Maurizio Tremul, candidato al seggio specifico della CNI al Parlamento sloveno, ha sviluppato alla conferenza stampa indetta ieri, presente la proponente Ondina Gregorich Diabatè, che si potrebbe intendere quale reazione alle questioni che il suo avversario Felice Žiža ha affrontato agli incontri con i connazionali. “Lasciamo fuori dalla campagna elettorale ciò che nulla ha a che fare con il lavoro del deputato al Parlamento sloveno”, è stato secco Tremul, secondo il quale non è compito di un parlamentare decidere come deve organizzarsi la società civile all’interno della CNI o curare i rapporti con l’Italia. “L’organizzazione che ci rappresenta unitariamente è l’Unione Italiana, che svolge il proprio lavoro efficacemente”, ha rimarcato. Secondo Tremul, non si può definire la CNI come un partito, che ha un suo programma ideologico che di fatto escluderebbe una fetta di persone, ma bensì un sindacato che include tutti. “La Comunità ha varie anime e orientamenti politici. La pluralità all’interno della nostra CNI non è un male, ma un bene”, ha sottolineato ricordando che anche nelle liste di partito possiamo trovare i nomi di diversi connazionali, che invita a portare i valori e le istanze della CNI nei loro partiti. Inoltre, ha smentito il fatto che il deputato al seggio specifico abbia sempre collaborato con tutti i governi, sostenendo che in passato è stato “detto anche no ad alcuni governi liberali”. “Gli accordi di governo devono essere pubblici, negoziati con le istituzioni e accessibili a ogni connazionale”, ha enfatizzato Tremul, osservando che non si può definire un “accordo pubblico” soltanto se presentato alla stampa o perché i presidenti delle CAN hanno potuto visionarlo. Ha evidenziato che l’Unione Italiana non ha mai visto l’ultimo accordo siglato con il governo, né dibattuto in merito e dire che “l’Unione Italiana ne era a conoscenza, perché Marko Gregorič, presidente della CAN isolana e vicepresidente della Giunta esecutiva dell’UI lo ha preso in visione, equivale a disinformare”. Tremul si è anche soffermato sulla questione relativa ai corsi in lingua italiana per educatori d’asilo e insegnanti di classe alla Facoltà di Pedagogia dell’Università del Litorale. “In realtà, il 70 per cento dei corsi viene svolto in lingua slovena, sono previste soltanto alcune ore di esercitazioni in italiano e gli studenti possono sostenere in lingua italiana gli esami e scrivere la propria tesi. Ciò è troppo poco per preparare adeguatamente dei profili professionali così importanti”. “Se eletto”, ha osservato, “mi impegnerò acciocché i corsi vengano interamente svolti in italiano”.

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