Fiume. Graduale ritorno alla normalità: è questione di giorni (foto)

Tra due settimane percorribili le quattro corsie tra Žabica e Braida, tra l'8 e il 9 giugno pronta la rotatoria a Vežica

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Fiume. Graduale ritorno alla normalità: è questione di giorni (foto)
Foto Roni Brmalj

Possiamo prepararci alla normalità, gradualmente. È nella natura umana sapersi adattare a ogni avversità, ma non prima di una fase di adattamento forzato. In questo periodo i cittadini di Fiume dovrebbero attraversare proprio questa fase delicata in una città piena di cantieri un po’ ovunque, in centro e in periferia. Siamo lieti di poter dare delle notizie confortanti. Gran parte dei lavori a cui facciamo riferimento è legata al grande progetto di miglioramento della rete idrica e di smaltimento delle acque reflue, finanziato con i mezzi europei, nel contesto dell’Agglomerazione di Fiume. L’investitore è la municipalizzata Vodovod i kanalizacija (ViK), motivo per cui abbiamo voluto incontrare il suo direttore Andrej Marochini per fare il punto della situazione. Passando subito al sodo, gli abbiamo chiesto quando verrà riaperta la corsia settentrionale da Žabica alla mensa studentesca “Index” in Braida. La risposta di Marochini è stata secca: “Questo segmento sarà percorribile in entrambe le direzioni, lungo le quattro corsie, tra l’11 e il 13 giugno prossimi”.
Tra i punti nevralgici interessati da lavori c’è l’incrocio tra le vie Strižić e Dukić dove viene costruita la rotatoria per accedere al Centro clinico-ospedaliero, località Sušak, e al Campus universitario. “Ci siamo impegnati a concludere i lavori, asfaltando la rotatoria, tra l’8 e il 9 giugno”, ha detto il direttore della ViK.

In via Adamich non succede nulla?

I lavori alla rete idrica e fognaria hanno avuto come conseguenza la chiusura di una delle principali arterie del centro, cioè via Adamich, lungo la quale sembra che non stia succedendo nulla. Non ci sono macchine edili e nemmeno operai. “Devo ammettere che ci sono state delle osservazioni nei miei confronti proprio su questo argomento. In effetti, forse, non siamo riusciti a spiegare in che cosa consiste il ‘microtunneling’, cioè il metodo di posa delle condutture. Pertanto, cercherò di spiegarlo nuovamente. Le tubazioni vengono sistemate a una profondità da 3,5 a 4,5 metri. Non si scava in superficie, bensì i segmenti di 3 metri di lunghezza, vengono fatti scorrere partendo dal livello prestabilito. Stiamo scavando nel terrapieno, lì dove un tempo c’era il mare, per cui scavare in modo tradizionale non è possibile, anche a causa della presenza di altre installazioni a profondità inferiori. Scavando con metodi tradizionali comporterebbe il rischio per la stabilità degli edifici vicini. Però, siccome non ci sono lavori in superficie, la gente è portata a pensare che non si stia facendo nulla e che la strada sia stata chiusa senza motivo. Lì dove passano le tubazioni non ci sono trincee in superficie. In questo preciso istante, invece, vengono posate con il metodo di ‘microtunneling’ le condotte tra il Mc Donald’s verso piazza Adria”.
Lungo il percorso c’è di tutto. Osservando, lì dove ciò è possibile, l’interno delle fosse, si notano tubature e cavi di ogni sorta. “Sì, c’è di tutto, anche installazioni dismesse. Dobbiamo passarci sotto e in molti punti gli scavi devono venire effettuati in modo manuale per non danneggiare nulla. All’altezza della sede della Regione litoraneo-montana, in via Adamich, abbiamo trovato tubi del gas a 10 centimetri di profondità. Sarà necessario spostarle”, ha spiegato Andrej Marochini.

Zona riservata ai mezzi pubblici?

Non è un’ipotesi nuova, rivoluzionaria, ma sembra che possa venire presa seriamente in considerazione. Via Adamich riservata ai trasporti pubblici e ai taxi? Nel momento in cui ci sarà la nuova autostazione in Žabica con la strada, in fase di progettazione, in direzione Ovest fino alla D403, il traffico tra il Canal morto e piazza Žabica si potrà svolgere in entrambe le direzioni, come avviene oggi, provvisoriamente, in seguito alla chiusura di via Adamich. Visto che ci si è ormai abituati alla chiusura di quest’ultima, perché non farlo in modo permanente, consentendo ai soli mezzi pubblici di percorrerla. È stato fatto qualcosa di simile a Trieste dove è stata creata una vasta zona pedonale tra le vie in cui passano soltanto i bus. Pochi giorni fa abbiamo avuto modo di sentire il professor Janez Kožalj, ex vicesindaco di Lubiana nonché docente alla Facoltà di architettura. Ha spiegato, nel corso di un dibattito legato alla pianificazione urbanistica, che una delle vie del centro della capitale slovena, rimasta a lungo chiusa per lavori, venne tagliata fuori dal traffico cittadino e trasformata in zona pedonale. In altre parole, la gente era già abituata a doverne fare a meno per cui la chiusura definitiva non è stata un evento drammatico. Oggi, chi visita Lubiana, può godersi il centro storico, un’oasi mitteleuropea, senza auto, grazie al coraggio di prendere delle decisioni drastiche. Chissà se ci riusciremo anche a Fiume…

Foto Roni Brmalj
Foto Roni Brmalj
Foto Roni Brmalj

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