Orietta Marot all’UPT: «Tutto per il bene della minoranza italiana»

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Orietta Marot all’UPT: «Tutto per il bene della minoranza italiana»
Orietta Marot. Foto Željko Jerneić

Orietta Marot è stata eletta per il ruolo di componente elettivo dell’Assemblea dei Soci in seno al Consiglio di Amministrazione dell’Università Popolare di Trieste. Si tratta di un evento senza precedenti, in quanto mai prima d’ora una persona che viveva di qua dal confine era entrata a far parte del CdA dell’UPT. Orietta Marot è stata eletta il 21 giugno ed entra così di diritto in un CdA composto da cinque membri in totale, due dei quali vengono nominati dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, uno dalla Regione Friuli Venezia-Giulia e uno dall’Università degli Studi di Trieste.

Grande esperienza
Orietta Marot nel corso degli anni è stata uno dei massimi esponenti della Comunità Nazionale Italiana, avendo ricoperto il ruolo di direttrice dei Servizi amministrativi dell’Unione Italiana di Fiume, di presidente del Consiglio della minoranza nazionale italiana della Regione litoraneo-montana, nonché di presidente della Comunità degli Italiani di Fiume. Ha anche esperienza diretta di come operano i consigli di amministrazione, avendo fatto parte di quello dell’EDIT. Come se non bastasse, è una delle due uniche persone in Croazia alle quali è stata riconosciuta l’onorificenza di Commendatore della Repubblica Italiana.

Forte responsabilità
In virtù del contributo che Orietta Marot potrebbe dare al futuro dell’UPT e in modo particolare ai rapporti fra l’Ente morale triestino e l’Unione Italiana, abbiamo deciso di contattarla per un approfondimento. “Considero questo incarico una grande responsabilità. Spero che faremo un buon lavoro e che di conseguenza ci saranno ripercussioni positive su tutta la minoranza. Io ho sempre lavorato così, tutta la mia vita e ho intenzione di continuare a farlo”, ha sottolineato Orietta Marot, che ci ha poi raccontato come sia giunta all’idea di candidarsi.

Un’ottima idea
“Io sono in pensione da cinque anni, però con il cuore continuo a seguire ogni giorno tutto quello che accade nella nostra minoranza. Per qualche anno mi sono dedicata a fare la nonna, ma ora che le nipoti sono cresciute passo le mie giornate tra Trieste e Fiume frequentando certi ambienti dai quali è stata ventilata l’idea di una mia possibile candidatura. Siccome conosco bene il funzionamento dell’UPT, per avervi collaborato per lunghi anni, e penso si possa dire che conosca bene anche come funziona l’Unione Italiana, mi sono convinta che l’idea possa essere buona, con la conferma che è avvenuta al momento del voto”, ha affermato Orietta Marot, che effettivamente durante la sua carriera professionale si è occupata in maniera molto specifica dei rapporti fra l’Unione Italiana e l’Università Popolare di Trieste, tessendo una fitta rete di collaborazione e contribuendo alla realizzazione di numerosi progetti.

“Vorrei ringraziare tutti quelli che mi hanno votata. L’Assemblea dell’UPT è formata prevalentemente da persone che frequentano i corsi. Il fatto che siano venuti a votare in una giornata così torrida conferma che l’UPT ha degli ottimi professori, che fanno bene il loro lavoro e che trasmettono un senso di attaccamento. Questa partecipazione dimostra che c’è un attaccamento e di conseguenza che l’UPT sta lavorando bene”, ha rilevato Orietta Marot.

Si dovrà collaborare
“Io credo che negli anni l’UPT abbia dato tanto; mi ricordo in modo particolare delle escursioni studio e delle borse libro, di cui tantissimi connazionali hanno usufruito per il tramite delle Comunità degli Italiani. In passato si è sempre collaborato bene e bisogna tornare a lavorare in questo modo. So che negli ultimi anni ci sono state delle difficoltà, ma bisogna sedersi tutti attorno ad un tavolo e mettersi d’accordo su come fare per fare il bene comune: quello della minoranza. So che i tempi sono cambiati, le circostanze sono diverse, l’Unione Italiana non ha mai gestito tanti soldi dalla Croazia come ora, ma noi tutti abbiamo bisogno dell’UPT e va ripristinato il ruolo che aveva negli anni. Si dovrà discutere tutti assieme, con buone intenzioni e pensando al bene della minoranza. Io so lavorare soltanto così e alla mia età non ho certo intenzione di cambiare”, ha concluso Orietta Marot, alla quale non possiamo che augurare buon lavoro per questa nuova importante sfida che si ritroverà ad affrontare.

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