«Ridateci Fiume». Filipović: «Fiume è croata e basta». Corva: «Striscione fuori luogo»

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«Ridateci Fiume». Filipović: «Fiume è croata e basta». Corva: «Striscione fuori luogo»
Foto Katarina Knežević Metelko/Telegram.hr

“Fiume è una città croata. Questo è un fatto indiscutibile e ineluttabile, e qualsiasi appello a ridisegnare i confini è inaccettabile, sia che provenga da singoli politici o dalle tribune degli stadi“. Così il sindaco del capoluogo quarnerino, Marko Filipović, sullo striscione a doppia asta sventolato  da un tifoso italiano allo stadio di Lipsia prima di Croazia-Italia, sul quale campeggiava la scritta “Ridateci Fiume”, come si può notare nella foto che ci è stata gentilmente concessa da Katarina Knežević Metelko del sito telegram.hr.

“Condanno fermamente tali azioni – ha proseguito il primo cittadino –. Italiani, serbi, rom, bosniaci e membri di altre minoranze nazionali vivono a Fiume insieme ai croati nel rispetto reciproco, e nessuna provocazione cambierà questo dato di fatto: Fiume è e rimarrà una città croata, dove non si fanno distinzioni di alcun tipo, ma si vive tutti insieme per costruire e vivere uno stile di vita ben consolidato nella nostra città“, ha concluso Filipović.

Condanna anche da parte di Marin Corva. Il presidente della Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana ha voluto ricordare che si è tratto di uno striscione “superfluo e fuori luogo”. “Oggi la Croazia, come l’Italia, è un Paese indipendente e democratico. Zagabria e Roma fanno parte della grande famiglia europea e tra essi i rapporti sono, oserei dire, idilliaci, come forse non mai nella storia”. Quindi, “ribadisco la mia contrarietà a questo tipo di atteggiamenti estemporanei, che sarebbe meglio ignorare per non dare loro troppa importanza”, ha chiosato Corva.

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