«Italia-Belgio finale anticipata. Zlatko Dalić? Merita fiducia»

Igor Cvitanović a tutto tondo sull'Europeo. «La favorita al titolo? Al termine dei gironi avrei detto gli azzurri, ma dopo l'Austria... La Croazia? È stata sfortunata a incontrare subito la Spagna. E ha ancora bisogno di Modrić»

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«Italia-Belgio finale anticipata. Zlatko Dalić? Merita fiducia»

Il treno Euro 2020 è arrivato alla fermata chiamata quarti di finale. Sono rimaste in otto a giocarsi il titolo. Quattro grandi potenze del calcio internazionale (Italia, Belgio, Spagna e Inghilterra) da un lato, e quattro outsider (Svizzera, Ucraina, Repubblica Ceca e Danimarca) che sognano di ripetere il miracolo danese (1992) e greco (2004), dall’altro. Tra le magnifiche otto non c’è la Croazia, giustiziata dalla giovane e spigliata Spagna di Luis Enrique. Ma non ci sono nemmeno i campioni del mondo della Francia, i grandi favoriti della vigilia. Fuori anche i campioni uscenti del Portogallo, la Germania e l’Olanda. In altre parole, fuori sei titoli mondiali e sette europei già agli ottavi! La verità è che questo Europeo sta regalando tante sorprese e chissà che anche i quarti possano ribellarsi alle sentenze già scritte e alle gerarchie già cementate. Per fare il punto della situazione, nonché le carte di ciò che ci aspetta da qui fino alla finalissima di Wembley, siamo andati a scomodare Igor Cvitanović, allenatore e noto opinionista tv. Non prima però di aver di aver tracciato un bilancio del cammino della Croazia.

 

Igor, da 1 a 10, quale voto daresti all’Europeo della squadra di Dalić?

“Un bell’8. La Croazia ha fatto il suo centrando gli ottavi. Poi è stata sfortunata a imbattersi subito nella Spagna. Se fosse capitata la Svezia, ora staremmo qui a parlare di quarti”.

Qual è stata la chiave della sconfitta maturata contro le Furie Rosse?

“Non è facile giocare contro di loro. Hanno un palleggio asfissiante che non ti permette di respirare e che ti costringe a difenderti per lunghi tratti. Per giocartela non puoi permetterti cali di tensione e invece è successo proprio questo, ossia un paio di errori individuali che sono costati l’eliminazione. Però alla squadra va riconosciuto il merito non aver mai mollato, riuscendo a recuperare due gol nel finale. E farlo contro la Spagna non è da tutti”.

Qual è stato il principale errore commesso da Dalić?

“Lo dicevo già in tempi non sospetti: Oršić meritava più considerazione. Il selezionatore ha le sue gerarchie ed evidentemente si fida più di Rebić e Brekalo. Comunque è lui l’allenatore ed è una sua legittima scelta”.

In questi giorni uno dei temi più roventi è il futuro di Dalić sulla panchina della nazionale. Secondo te rimarrà in sella fino ai Mondiali del prossimo anno?

“Intanto ha un contratto fino al Qatar… Io sono un sostenitore della continuità. Negli ultimi due cicli tra Mondiali ed Europei ha fatto un ottimo lavoro raggiungendo grandi risultati, perciò non vedo perché dovrebbe farsi da parte. Merita fiducia”.

Lui ha più volte ribadito di godere del sostegno dello spogliatoio. Secondo te è davvero così?

“Credo di sì. È ovvio che ci sono dei giocatori insoddisfatti, ma è normale che sia così perché è impossibile avere 26 calciatori contenti”.

E Modrić? Pensi che quella con la Spagna sia stata la sua ultima partita con la maglia della nazionale? Ormai va per i 36…

“Mi auguro di no. La squadra ha ancora bisogno di lui, della sua classe e della sua esperienza. È un punto di riferimento per tutti, in particolare per i più giovani. Con lui in campo la squadra si sente molto più sicura”.

Dalić non ha mai nascosto un certo attrito tra i senatori e i giovani. In che misura quest’aspetto potrebbe aver inciso sul clima all’interno dello spogliatoio?

“Il divario generazione crea sempre qualche frizione nel gruppo ed è una cosa normalissima. Non credo però che questo abbia inciso. Anzi, si è vista unità perché altrimenti la squadra non avrebbe lottato con la Spagna fino alla fine”.

Chi vincerà l’Europeo?

“Dopo la fase a gironi avrei detto Italia, poi però agli ottavi contro l’Austria haNNO faticato parecchio, oltre che aver fatto vacillare le mie certezze. Dopo l’eliminazione della Francia in tanti sostengono che la favorita numero uno sia il Belgio… Ad ogni modo, ne sapremo di più al termine del big match di domani sera. Una sorta di finale anticipata”.

I punti di forza degli azzurri?

“Sono reduci da una striscia d’imbattibilità infinita e sicuramente questo dà molta stabilità e fiducia al gruppo. Hanno un mix perfetto di giovani di grande talento come Chiesa, Locatelli, Pessina, e altri più esperti come Chiellini e Bonucci che rappresentano lo zoccolo duro. Oltretutto sono in uno stato di forma pazzesco ed è difficile anche solo segnargli un gol, figuriamoci batterli”.

Delle quattro outsider approdate ai quarti credi che qualcuna potrebbe ripercorrere le orme della Danimarca nel 1992 o della Grecia nel 2004?

“Mai dire mai. Nella parte bassa del tabellone ci sono Ucraina, Repubblica Ceca e Danimarca e chiaramente hanno più chance rispetto alla Svizzera di spingersi lontano”.

Chi è la più completa delle quattro?

“La Danimarca. È quella che fin qui ha dimostrato maggior solidità”.

Però è orfana del suo leader e capitano Eriksen…

“Paradossalmente però questo potrebbe rivelarsi un vantaggio. Naturalmente tutta la squadra è stata colpita per quanto successo, ma al tempo stesso quella tragedia sfiorata ha dato una marcia in più al gruppo. La Danimarca sta giocando anche per lui e la vedo davvero super motivata”.

Chi è il miglior giocatore dell’Europeo?

“È ancora troppo presto. Lo scopriremo soltanto al termine del torneo”.

Allora colui che ti è piaciuto di più.

“Mi piace un sacco Lukaku. E poi Pogba. Se la Francia fosse arrivata fino in fondo penso che sarebbe stato lui il miglior giocatore dell’Europeo”.

E la sorpresa?

“Locatelli. Nel girone è stato semplicemente devastante. La sua crescita è vertiginosa”.

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