Marino Ghetaldi, un angelo di costumi e un demonio in matematica

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Marino Ghetaldi, un angelo di costumi e un demonio in matematica

Si celebra quest’anno il 450° anniversario dalla nascita di Marino Ghetaldi (Marin Getaldić in croato e Marinus Ghetaldus in latino), uno dei pionieri della geometria analitica. Nato a Ragusa (Dubrovnik) il 2 ottobre 1568 (stando ad alcune fonti l’anno di nascita potrebbe però essere il 1566, nda), Ghetaldi è considerato uno tra i più illustri scienziati rinascimentali dalmati. Il teologo, scienziato, storico e religioso veneziano Paolo Sarpi lo definì “angelo di costumi, demonio in matematica”. La comunità accademica croata gli attribuisce l’epiteto di padre fondatore della matematica nazionale. A sua volta, il portale Internet Mathematica italiana (http://mathematica.sns.it/), lo annovera – in virtù delle antiche origini pugliesi (tarantine) della sua famiglia – tra le file dei matematici italiani.

Oltre allo studio della matematica Ghetaldi si distinse per il contributo fornito allo sviluppo della fisica, in particolare dell’ottica. Tra i suoi mentori figurano personaggi dello spessore di Cristoforo Clavio e Michel Coignet. Allacciò vivaci e stimolanti scambi epistolari con alcune delle menti più brillanti del suo tempo, tra le quali Galileo Galilei, Paolo Guldino (Habakkuk Guldin) e Christoph Grienberger, polemizzando, invece, con il poeta e matematico francese Clément Cyriaque de Mangin. Il suo valore di studioso è provato dal fatto che sebbene non potesse vantare titoli accademici, gli venne offerta la cattedra di matematica dell’Università di Lovanio (Belgio), considerata all’epoca uno degli Atenei più prestigiosi. Inoltre, stando a fonti storiche, risulterebbe che persino l’Accademia dei Lincei prese in considerazione la possibilità di accogliere lo studioso raguseo nelle sue file.
Un omaggio filatelico
A questo illustre personaggio storico la Posta croata (HP) ha dedicato di recente un francobollo celebrativo (emissione numero 1.137). Il tagliando è stato emesso lo scorso 19 aprile nell’ambito della serie filatelica dedicata ai personaggi memorabili della storia croata (Znameniti hrvati). Il valore facciale del francobollo (stampato in una tiratura di 100mila esemplari), ammonta a 3,10 kune (l’importo è indicato sul lato sinistro superiore). La veste grafica è stata curata dal designer zagabrese Luka Juras. Sul lato destro della vignetta è raffigurato il ritratto di Ghetaldi, mentre su quello sinistro sono riportati – su sfondo grigio (lavagna) – dei calcoli, delle formule e dei diagrammi (tracciati in colore bianco e giallo), tratti dagli scritti tramandatici dallo scienziato.

Una biografia trilingue

Il francobollo (29,82 per 35,50 millimetri) è caratterizzato da una dentellatura a pettine (14). È stato stampato su carta gommata da 102 grammi al metro quadrato, negli stabilimenti della tipografia AKD di Zagabria, che si è avvalsa della tecnica offset multicolore. Completano la leggendadel francobollo le scritte “Hrvatska”, “HP” e il logo della Posta croata (lato superiore sinistro); “Juras” e “2018” (lato superiore destro); “1568-1626” e “Marin Getaldić” (margine inferiore). Il francobollo è disponibile in fogli da 20 pezzi. Ciascun foglio comprende 18 sigilli per lettere di forma rettangolare e altri quattro di forma quadrata. È disponibile pure una busta primo giorno (FDC 7/2018), quest’ultima, condivisa dal francobollo stampato per celebrare Ghetaldi con gli altri due emessi nella medesima serie (uno dedicato alla pittrice Nives Kavurić-Kurtović e l’altro allo stratega militare, poeta e letterato Petar Preradović). L’annullo del primo giorno è stato in uso all’ufficio postale 10101 di Zagabria. Inoltre, l’HP ha provveduto a pubblicare un bollettino illustrativo trilingue (croato, inglese e tedesco), dedicato ai tre francobolli celebrativi. La biografia di Ghetaldi pubblicata sull’opuscolo è stata curata da Osor Slaven Barišić, membro del consiglio direttivo dell’Istituto per la fisica dell’Università di Zagabria (IFS).

Origini aristocratiche

Ghetaldi, discendente di un’antica famiglia aristocratica, trascorse l’infanzia nella sua città natale, che all’epoca poteva fregiarsi di essere il centro amministrativo di una fiorente e prospera Repubblica marinara indipendente. A partire dal 1586 il nostro protagonista ebbe l’opportunità di ricoprire incarichi di rilevo nell’amministrazione della Repubblica di San Biagio. Arrivò persino a rappresentarla in veste di Ambasciatore a Costantinopoli. Inoltre, fece parte del Maggior Consiglio, fu capitano nella penisola di Sabbioncello, per assumere successivamente incarichi in seno agli organi preposti all’acquisto del sale e all’amministrazione degli armamenti della Repubblica (suo il progetto del Castello nuovo (Pozvizd), la torre difensiva più alta della cinta muraria di Stagno/Ston).

Ghetaldus 03
Gli specchi ustori

A proposito di requisiti bellici e studi sull’ottica, a Ghetaldi è attribuita la costruzione di uno specchio parabolico del perimetro di 66 centimetri che la Repubblica Ragusea impiegò a fini difensivi. Un oggetto custodito oggi in Inghilterra, nel Museo marittimo nazionale di Greenwich a Londra.
Stando ad alcune fonti il matematico e fisico raguseo avrebbe realizzato uno specchio ustore addirittura più grande (oltre due metri di diametro). Uno strumento capace di riflettere i raggi solari, in modo da sviluppare nel punto nel quale erano convogliati (fuoco) una temperatura di 1.500 gradi centigradi. Al fine di potersi dedicare allo studio e alla realizzazione degli specchi ustori Ghetaldi fece realizzare nel 1608 a Ragusa (Dubrovnik) un laboratorio che successivamente, in ommaggio al suo soprannome, venne denominato “Grotta di Bete”.
Gli scritti
Nel corso dei suoi viaggi di studio in giro per l’Europa (Italia, Francia, Inghilterra, Germania…), Ghetaldi entrò in contatto con alcune delle menti più illuminate del suo tempo. Un resoconto dettagliato dei suoi pellegrinaggi è costituito dal volume “Variorum problematum collectio”. Un opuscolo che fu pubblicato nel 1607, e che più che per gli appunti di viaggio è considerato importante per la presenza delle soluzioni di 42 problemi geometrici. Una prova che Ghetaldi stava applicando l’algebra alla geometria.

I principi della geometria analitica

I risultati dei suoi studi, analisi e osservazioni Ghetaldi li raccolse in numerosi scritti, che iniziò a pubblicare all’inizio del XVII secolo. Il suo lavoro più importante, il “De resolutione et compositione mathematica”, fu pubblicato a Roma, nel 1930, dunque solo dopo la sua morte. La pubblicazione – contiene i primi cenni sui principi della geometria analitica – fu resa possibile grazie al mecenatismo del cardinale Francesco Barberini. Altri suoi lavori degni di nota furono il “Promotus Archimedes” del 1603 (si tratta del primo libro pubblicato da Ghetaldi) e il “Nonnullae propositiones de parabola”. Il primo presenta un’accurata tavola dei pesi specifici dei solidi e dei liquidi calcolata da Ghetaldi grazie a una sorta di scala idrostatica.
Il secondo, invece, era incentrato sullo studio delle parabole ottenute dalle sezioni coniche. Marino Ghetali morì a Ragusa (Dubrovnik) l’11 aprile 1626. Nel corso della vita fu sposato con Annetta de Sorgo (Anica Sorkočević), deceduta dando alla luce la terza figlia avuta dalla coppia.

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