Maurizio Tremul: «L’italianità è valore aggiunto»

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Maurizio Tremul: «L’italianità è valore aggiunto»

Tra addobbi natalizi e corse all’acquisto per trovare il regalo giusto da fare in occasione delle feste, dicembre è tradizionalmente il mese dei bilanci. Che cosa è stato fatto e che cosa rimane da fare. Per farne uno incentrato sull’ambizione di migliorare e semplificare la governance dell’Unione Italiana nel contesto di un rinnovo istituzionale che punta a un ampio coinvolgimento dei connazionali e di tutte le realtà associative e istituzionali interessate abbiamo incontrato il presidente dell’UI, Maurizio Tremul. Fermo sostenitore della necessità di spingere tutti i soggetti interessati verso un accordo ambizioso che recepisca la spinta a incrementare i rapporti e a rafforzare le relazioni a tutto vantaggio di un’efficace tutela e della valorizzazione della CNI, Tremul conferma anche in quest’occasione la necessità di un’azione politica capace di mettere in evidenza i connotati unici e speciali della CNI che si riflettono nei legami tra Italia, Croazia e Slovenia, ma che sono anche fonte di arricchimento della crescita sul territorio.
“L’obiettivo che mi sono posto in termini di ruolo politico dell’Unione Italiana non è ancora raggiunto pienamente, ci siamo dati quattro anni di tempo per articolarlo e realizzarlo. Si tratta di un tema emerso con grande costanza e forza in tutti i dibattiti che ho organizzato nelle Comunità degli Italiani per discutere sulla riforma della strutturazione dell’UI. Tutti, sia in Slovenia sia in Croazia, ci hanno chiesto maggior ruolo politico. Evidentemente l’obiettivo che mi sono prefissato per il mandato coglieva un clima esistente all’interno della CNI. È emerso che si tratta di un’esigenza sentita. Sono soddisfatto di quanto fatto quest’anno, siamo sulla strada giusta. Abbiamo posto al centro dell’attenzione, anche politica della CNI, temi che altri non pongono e lo abbiamo fatto cercando di coinvolgere tutti. Penso al tema del bilinguismo, a quello legato alla scuola che abbiamo aperto e del quale si discute, si parla di normative e della loro modifica in Croazia, ma soprattutto in Slovenia… L’Unione Italiana e la sua Assemblea si propongono come dei luoghi in cui è possibile il confronto. Credo che il lavoro sia stato avviato bene; certo, bisognerà fare ancora di più nei prossimi anni in modo da rafforzare ulteriormente questo ruolo e di consentire che porti risultati concreti e importanti per la nostra Comunità.”
Un ruolo istituzionale e visibile
L’obiettivo impone l’intensificazione del dialogo con le istituzioni…
“In questo senso credo che si possa parlare di un primo risultato concreto. A Roma abbiamo avuto colloqui istituzionali sia a livello parlamentare sia con esponenti del governo, lo stesso vale anche per la Regione Friuli Venezia Giulia, dove abbiamo avuto diversi incontri con i rappresentanti delle istituzioni. Non sempre tutto è andato come abbiamo desiderato, ma un alto livello di interlocuzione c’è. Dopo molti anni abbiamo avuto un’audizione alla Commissione esteri alla Camera, abbiamo incontrato tutte le forze politiche e le abbiamo sensibilizzate sui temi importanti per la CNI, abbiamo un’interlocuzione diretta con l’FVG, contatti con i governi… I rapporti che abbiamo impostato non si esauriscono soltanto nell’ambito delle questioni tecnico-finanziarie, lo scambio di idee riguarda anche il sostegno della Nazione Madre in senso lato.”
Per quanto riguarda la Croazia e la Slovenia?
“In Croazia il ruolo, anche politico, dell’Unione Italiana si sta pure rafforzando grazie al grande lavoro che in questo contesto sta svolgendo il deputato della CNI, Furio Radin, che è anche vicepresidente del Sabor e che sta appunto dando un ruolo istituzionale e visibile all’UI e alla CNI. Lo fa in pieno accordo e condivisione con noi. Anche in Slovenia l’UI ha ripreso un ruolo politico che forse inutilmente a qualcuno dà fastidio. Stiamo cercando di svolgere con maggiore forza e efficacia quanto compete all’UI, ovvero gestire e curare un rapporto organico riguardo alle istituzioni unitarie.”
I giovani, fonte di arricchimento
Altrettanto importante è stimolare il dialogo interno. Le progettualità nascono anche da uno scambio di idee…
“La nostra volontà di sollecitare un dibattito e un confronto politico al nostro interno, senza mai scadere nella polemica, ha sortito l’effetto di creare nella nostra realtà le condizioni per far emergere la società civile, che in alcuni casi sta dando segni importanti di un nuovo risveglio. Siamo testimoni anche di nuove progettualità che si stanno portando avanti e che hanno una possibilità di sviluppo potenzialmente molto forte, penso al progetto europeo ‘PRIMIS – Viaggio multiculturale tra Italia e Slovenia attraverso il prisma delle minoranze’ finanziato sul I Bando per i Progetti strategici a valere sul Programma Interreg V-A Italia-Slovenia 2014-2020, del quale l’Unione Italiana è Lead partner e che porterà non soltanto al recupero di un palazzo storico a Capodistria, il Palazzo Gravisi-Buttorai, fatto importante ma relativo, ma anche alla creazione del primo Museo multimediale interattivo digitale della CNI e quindi, potenzialmente, a una nuova istituzione. Al contempo si sta facendo un lavoro sui nostri dialetti, l’istroveneto e l’istrioto, e anche qui c’è l’idea di creare un Ente che possa valorizzare questa dimensione. La Giunta esecutiva sta portando avanti attività che puntano a coinvolgere i giovani e gli imprenditori. Nel settore imprenditoriale stiamo lavorando per crerare l’Incubatore d’Impera Creativa ‘Istria’, presso gli spazi che abbiamo in proprietà come UI a Santa Lucia, in piena collaborazione con la Comunità di Pirano, e offrire ai nostri giovani l’opportunità di sviluppare e concretizzare la loro creatività economica. Sempre, negli anni ho investito molto sui giovani: sono tanti i connazionali delle nuove generazioni che hanno potuto lavorare con me presso l’UI a Capodistria, ma anche a Fiume, nella realizzazione di svariati progetti, con reciproco arricchimento e in un percorso che ora si va giustamente rafforzando, di creazione della leadership della nostra Comunità. In questo rapporto ho sempre trasmesso, e tuttora lo sto facendo, le mie esperienze, il mio sapere, le mie conoscenze e la mia rete alle nuove generazioni, per una perpetuazione e preparazione costante, della classe dirigente della CNI. Una classe che deve esser fatta di donne e uomini autonomi, consapevoli e responsabili, che pensano con la propria testa, che sentono fortemente e coltivano l’orgoglio italiano, l’amore per il prossimo, animati da sani principi etici e da alti valori morali, che amano la nostra cultura, lingua e identità, con i piedi per terra e la capacità di guardare oltre la linea dell’orizzonte, di buttare il cuore oltre lo steccato, di crescere una visione e di perseguire un sogno. In questo percorso molto è quello che ho dato loro, moltissimo l’arricchimento che da loro ho ottenuto. Tutto questo consente di dire che si sta facendo molto per espandere il nostro campo d’azione. Lo trovo positivo perché questo atteggiamento ha il grosso vantaggio di coinvolgere un numero più ampio di persone. Anche per quanto riguarda il rapporto con gli esuli si sta facendo un percorso per concretizzare una forma di collaborazione più istituzionale e più operativa, mentre prosegue immutato il più che proficuo rapporto con gli Sloveni in Italia.”
Qualificare la nostra presenza
A livello locale come stanno le cose? Si riesce a incidere sui progetti e sulle iniziative che vengono attuate sul territorio?
“Riguardo al territorio dobbiamo assumere una dimensione politica anche più forte di prima, non soltanto sul piano italo-italiano, ma anche su quello della cogestione del territorio. Dobbiamo partecipare alla definizione delle strategie e delle iniziative a livello locale. Dobbiamo rafforzare la nostra presenza anche consolidando il coordinamento e la sinergia fra tutte le nostre realtà e istituzioni, e fare in modo che la nostra capacità di incidere nella gestione della cosa pubblica a livello locale, regionale e nazionale diventi ancora più forte. È questo l’obiettivo al quale guardare perché in questo modo qualificheremo ulteriormente la nostra presenza facendo sì che i nostri valori, le nostre questioni, le tematiche che ci stanno a cuore siano maggiormente comprese, valorizzate e attuate.”
Fare rete è importante anche per comunicare in modo chiaro e pervasivo le necessità della CNI, che spesso sono, mutatis mutandis, quelle sentite da tutti gli abitanti di un territorio…
“Come CNI abbiamo varie organizzazioni e istituzioni che si occupano di tematiche diverse e talvolta complementari. A volte queste si sovrappongono perché sta nell’ordine delle cose, ma indubbiamente possiamo parlare di una rete. Rafforzarla e renderla quanto più efficace ed efficiente possibile è fondamentale perché questo ci consentirebbe di intervenire meglio nella gestione o nella partecipazione della gestione del territorio e della res publica. Se andiamo divisi non riusciamo ad ottenere l’obiettivo che vogliamo. La volontà di aprire un confronto interno su temi che ci interessano come cittadini hanno l’obiettivo di aprire un confronto sulle scelte strategiche, di addivenire a una sintesi da presentare nelle varie sedi istituzionali preposte con una visione d’insieme nata a monte non per una scelta imposta da fuori, ma come risultato di un confronto aperto, democratico serio e pluralistico. In questo momento i dibattiti li stiamo organizzando noi come Unione Italiana e spero l’approccio si allarghi in modo da consentirci di rapportarci alle realtà del territorio con una strategia di azione molto chiara in cui ognuno svolge il proprio ruolo. Ma siamo appena agli inizi. Noi, tra consiglieri comunali, cittadini e regionali, sindaci e vicesindaci, vertici delle istituzioni regionali, abbiamo una rete di quasi 120 amministratori pubblici connazionali che in un’azione coordinata con tutte le altre nostre organizzazioni possono dare un contributo fondamentale per raggiungere alcuni obiettivi straordinari. In alcuni casi abbiamo mancato delle occasioni, ma si può sempre recuperare. Dobbiamo avere un approccio ragionato e serio perché altrimenti non riusciremo a incidere quai soggetti politici attivi, rilevanti e riconosciuti, facendo valere la nostra peculiarità e l’identità del territorio di cui noi siamo portatori.”
Il rispetto dell’identità
La chiave è fare sistema?
“Fare sistema e incominciare anche a svolgere politicamente con maggiore incisività il nostro ruolo nelle istituzioni nelle quali siamo presenti. Nel momento in cui si assumono dei ruoli negli organismi pubblici non va dimenticato che accanto all’identità politica, a volte partitica, abbiamo anche un identità culturale, linguistica e nazionale di appartenenza alla Comunità Nazionale Italiana e in quel contesto possiamo fare in modo che questa nostra identità sia maggiormente rispettata, valorizzata e affermata. Possiamo veicolare valori di convivenza, integrazione, dialogo multiculturale affermando le capacità della CNI di dare valore aggiunto alla crescita e allo sviluppo del territorio.”
Chiudiamo con un augurio per Natale e Capodanno…
“Noi siamo innanzitutto persone con un’identità familiare importante. Siamo figlie, figli, padri, madri, nonne, nonni, sorelle, fratelli, nipoti, zii, cugini… e dobbiamo cercare di creare per noi e per gli altri che vivono attorno a noi una vita serena. Se stiamo bene noi riusciamo a far star bene le persone attorno. Se riusciamo a creare serenità attorno a noi riusciamo a portare questa serenità sul posto di lavoro, nelle CI e in tutti i luoghi dove creiamo lingua, cultura e identità. L’augurio è pertanto di essere noi quanto migliori possibile perché poi riusciamo a fare che anche gli altri lo siano a tutto vantaggio dell’armonia nella bellezza della diversità. Auguro a tutti una comunità coesa, unita, pluralistica in cui ci siano il rispetto delle idee e la capacità di un articolare un confronto sereno e argomentato tenuto conto che ogni idea ha il suo valore ed è degna di considerazione. Dal confronto possono nascere progettualità migliori per l’intera Comunità Nazionale. È questa la strada che auspico per il prossimo anno. A tutti auguro un sereno Natale e grandi soddisfazioni personali e professionali. Poniamo al centro della nostra vita noi stessi per poter dedicare la giusta attenzione a coloro che ci circondano. Creiamo Comunità.”

 

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