Mauro Sambi e il libro bello dentro e fuori

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Mauro Sambi e il libro bello dentro e fuori

POLA | Il poeta connazionale Mauro Sambi, fa ritorno a Pola, la sua città, ospite della Sezione italiana della Facoltà di studi interdisciplinari, italiani e culturali, ed è subito “Una scoperta del pensiero e altre fedeltà”. Questo è il titolo della sua ultima produzione letteraria, che ha avuto sommo piacere di presentare in quelle stesse aule ospitanti la sua scuola, allora Centro d’educazione istruzione, oggi Scuola Media Superiore Italiana “Dante Alighieri”, ormai “sovrana” nel proprio edificio. Ma si è andati molto oltre alla promozione di una magnifica raccolta di versi, dimostrando che la poesia è occasione d’incontro, di dialogo, di riflessione collettiva e tanta tanta emozione da condividere assieme, per un’opera di recupero della nostalgia e della speranza, quegli stessi stati d’animo che guidano lo scrittore nella sua comunicazione con il pubblico lettore.

L’Arena in copertina

Protagonista e moderatrice del salotto letterario assieme a Mauro Sambi, è stata la docente Elis Deghenghi Olujić, che prima d’iniziare ha rivolto calde parole di benvenuto anche ai rappresentanti della casa Ronzani editore, Beppe Cantele e Claudio Rizzato in veste di direttore. Plauso alla nobile iniziativa dell’editore di Vicenza, per avere avuto il coraggio di pubblicare poesie, un fatto che al giorno d’oggi rappresenta un’impresa sempre più rara. D’altra parte gli stessi ospiti vicentini hanno posto in rilievo la forte volontà di collezionare poesia contemporanea, costruendo validi prodotti culturali, “libri belli di fuori e di dentro”, rilegati per durare nel tempo, con umiltà e indefesso lavoro.
Immaginarsi la soddisfazione per il nostro ex concittadino, oggi residente a Padova, dov’è professore ordinario di chimica generale e inorganica, l’essere stato contattato dallo stesso editore per essere inserito in una collana come “Qui e altrove. Manifesti di poesia contemporanea”. Mauro Sambi, classe 1968, come da biografia presentata dalla prof. Deghenghi Olujić, ha esordito nel 1998 con la silloge “Di molte quinte vuote” (Premio Città di San Vito al Tagliamento) confluita nel 2009 nel suo primo volume monografico “L’alloro di Pound” (Poesie 1994-2009) per i tipi della nostra casa editrice “Edit” di Fiume. Nel 2015 ha prodotto “Diario d’inverno” (Lietocolle, Faloppio) e nel 2017 la plaquette “Una scoperta del pensiero e altre fedeltà”, anticipazione dell’omonimo volume uscito quest’anno fresco di stampa, con prefazione di Bruno Nacci e l’immagine iconica dell’Arena in copertina, che accompagna il testo poetico. Ha collaborato al blog letterario Cartesensibili, curando la rubrica dedicata a profili di poeti della CNI; ha firmato i saggi introduttivi dell’opera di Loredana Boljun in istroromanzo “Graspi”; fa parte del comitato di redazione della rivista “In aspre rime” (Campanotto Editore).

Sperimentalismo conservatore

L’inquadratura dei versi di Sambi è stata estrapolata dalla docente dall’introduzione di Nacci, che parla di “sperimentalismo conservatore” quale caratteristica di una “poesia che si nutre di riferimenti, stimoli, contaminazioni, vuoi di paesaggi e atmosfere, vuoi di opere d’arte (pittoriche in primis) o letterarie: collegamenti a volte resi palesi da titoli o dediche, a volte presenti sottotraccia, linfa vitale della sua ispirazione, di quel suo raccontare in versi che si muove tra lingua nazionale e dialetto, con la consapevolezza che la poesia è unica e le lingue in cui si esprime sono i suoi provvisori spartiti”. Sempre attingendo da Nacci, “Sambi affida la propria personale visione della vita, risultante di una decantazione, frutto di una segreta alchimia, eppure capace di abbandonarsi al piacere di un cromatismo impressionista grazie all’uso, parco della metafora, con accensioni generose, con nostalgie e uno stupefatto senso del passato”. Quello che sta dietro al messaggio letterario è una rivelazione data da parte dello stesso autore, che parlando dei suoi 50 anni raggiunti, ha fatto intendere di avere tradotto in versi le conclusioni tratte dopo più di “mezzo camin di nostra vita”.

Creatività consapevole

Le 25 poesie contenute nel volume sono frutto di una creatività consapevole, non generosa come quantità di produzione, ma sempre profondamente sentita. Sentita e necessaria per esprimere riflessioni sul venir meno della memoria, sulla dignità personale intaccata, sempre più oberata e frammentata da una quotidianità inclemente, sul venir meno della speranza, sempre più difficile da conservare. Eppure, come fatto notare, il volume delle poesie e il verde smeraldo-nostalgico del mare di Sambi risultano essere una visione cromatica che perdura, come la natura che sa rigenerarsi. Con la sue squisite letture e interpretazioni di diversi suoi componimenti e traduzioni letterarie, Sambi ha dato prova del piacere di movimento letterario inserito entro schemi metrici precisi e ordinati, di libertà dentro la costrizione, di componimento consapevole e disciplinato. Meglio ancora che il dialogare sulla poesia, ha colpito la lettura di poesie inedite dialettali, zeppe di “polesanità” perduta, di sapore di casa materna e paterna, di ricordi di un’infanzia felice, una fortuna incommensurabile, che, aggiungeremmo, ha sicuramente contribuito a generare il poeta.

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