Marin Blažević se ne deve andare

Il Consiglio cittadino ha accolto la proposta del Consiglio teatrale di destituzione del sovrintendente del Teatro Nazionale Croato «Ivan de Zajc» dal 31 ottobre

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Marin Blažević se ne deve andare
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Marin Blažević ha perso la fiducia del Consiglio cittadino, che ha votato la sua destituzione in data 31 ottobre. Si è risolta così, dopo mesi di attacchi pubblici e diatribe tra il sovrintendente, gli esponenti di partiti politici e diversi dipendenti ed ex dipendenti del Teatro che avevano espresso pubblicamente il loro scontento, la questione del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume, almeno per il momento. Infatti, ora bisogna attendere il “verdetto” del ministro della Cultura e dei Media, Nina Obuljen Koržinek, la quale aveva dichiarato di recente di non avere intenzione di approvare la destituzione di nessun sovrintendente a metà mandato. Vedremo se nel frattempo cambierà idea, vista l’atmosfera tossica che si è venuta a creare negli ultimi anni in seno al Teatro e che in seguito si è riversata anche fuori dall’ente teatrale diventando un peso per tutti coloro che seguono la scena culturale fiumana.

Il primo dei due punti all’ordine del giorno relativi al Teatro fiumano ha riguardato la richiesta di dimissioni in data 31 dicembre 2023 proposta da Blažević stesso, il quale aveva spiegato di non avere niente in contrario a lasciare le redini del Teatro a qualcun altro, ma di voler concludere prima i progetti iniziati finora. Il punto seguente, invece, ha riguardato la proposta di destituzione immediata in data 31 ottobre, inoltrata dal Consiglio teatrale, il quale aveva proposto Bojan Šober a sovrintendente facente funzione a partire dal 1.mo novembre.

Ribadite le ragioni del Consiglio teatrale
Bojan Šober, membro del Consiglio teatrale, ha voluto spiegare per quale motivo si vuole rescindere immediatamente il contratto di Blažević. Per quanto riguarda i desideri del sovrintendente, invece, ha affermato di non poter commentare i motivi della decisione di Blažević di lasciare il posto di lavoro appena tra quindici mesi.
Il dibattito che è seguito si è concentrato su argomentazioni che ci sono ben note in quanto sono già state esposte alle sedute del Consiglio teatrale, del Consiglio per la cultura della Città di Fiume e durante conferenze stampa e interviste col sovrintendente. In sostanza, i rappresentanti dei partiti a favore di Marin Blažević, tra cui l’SDP, hanno salutato la richiesta del sovrintendente definendola “logica, corretta e in buona fede”, mentre l’opposizione ha criticato in primo luogo il precedente politico e amministrativo di voler lasciare il proprio posto di lavoro per motivi personali, ma posticipando la messa in atto di tale decisione a una data così lontana nel tempo.
Prima del voto il capodipartimento cittadino per la Cultura, Ivan Šarar, ha chiesto la parola e ha spiegato che gli abbonamenti per la nuova stagione sono in vendita e la direzione attuale, composta da sei direttori e un sovrintendente, regge sulle proprie spalle questo programma. Il sovrintendente, com’è giusto che sia, deve rispondere anche finanziariamente per i risultati conseguiti da questo stesso programma nel corso di tutto il 2023.
Quando la proposta è stata messa al voto sono stati 17 i consiglieri che hanno rigettato la richiesta di Blažević, 8 coloro che l’hanno sostenuta, mentre quattro sono stati gli astenuti.

Un invito al cambiamento
Il punto successivo all’ordine del giorno è stato quello che ha destato il maggior numero di controversie, in quanto le informazioni condivise dal Consiglio teatrale e da Marin Blažević erano discordanti e le due parti si sono accusate a vicenda di mentire.
Bojan Šober ha spiegato che lo scontento in seno al Teatro, ma anche al di fuori dell’istituzione, è cresciuto negli ultimi tempi e si è manifestato palesemente il 4 maggio 2022, quando il resoconto finanziario e programmatico dello “Zajc” è stato bocciato alla seduta del Consiglio cittadino.
”Questo fatto in sé basterebbe a togliere la fiducia al sovrintendente – ha puntualizzato -. Anche il personale del Teatro punta il dito sugli errori e la gestione irregolare di Blažević. I contratti dei direttori sono il risultato di favoritismi personali, proprio come alcune decisioni finanziarie e di altro tipo. Ad esempio, Blažević aveva proposto al Consiglio teatrale un nuovo tecnico e noi lo avevamo prontamente accettato perché non avevamo ragione di dubitare della sua buona fede. Pochissimo tempo dopo la sua assunzione Blažević ha modificato il suo contratto, ha alzato il coefficiente e gli ha affidato la funzione di direttore della tecnica. Reputo che si sia preso gioco di noi in quanto membri del Consiglio teatrale, preposto alla supervisione del suo operato. Anche quando gli avevamo chiesto di fornirci in visione i contratti dei direttori degli ensemble, ciò ci era stato negato e noi lo reputiamo un processo di ostruzione”.

Il progetto CEC 2020
Sul modo di gestire il lavoro del Teatro e i rapporti interpersonali si è detto tutto e il contrario di tutto, ma uno dei punti sui quali la maggior parte dei consiglieri si è trovata d’accordo è il fatto che Blažević non aveva chiesto al Consiglio teatrale l’autorizzazione per svolgere alcuni lavori, da lui definiti “intellettuali”, nell’organizzazione del progetto Fiume Capitale europea della Cultura 2020. In questo modo Blažević non solo ha peccato di hybris, ma ha violato la legge secondo la quale un dipendente deve ottenere l’approvazione del datore di lavoro se vuole svolgere una mansione parallela a quella che già svolge. Šober ha ribadito che il Consiglio teatrale non aveva approvato alcuna collaborazione esterna e che il Consiglio cittadino è in dovere di accettare la proposta del Consiglio teatrale di destituzione di Blažević in quanto il sovrintendente ha perso la fiducia dello stesso e ha danneggiato l’onore e il nome del Teatro.
Ai consiglieri si è rivolto pure Dražen Mikulić, membro del Consiglio teatrale, il quale ha proposto Bojan Šober (cantante lirico, ex direttore dell’Opera ed ex sovrintendente) a ricoprire nuovamente quest’incarico.

La parola a Marin Blažević
Dopo due mesi di attacchi giunti da diverse parti, ma tutti ugualmente indirizzati verso la persona di Marin Blažević, la presidente del Consiglio cittadino, Ana Trošelj, ha deciso di dare la possibilità a Blažević di esporre finalmente le sue ragioni e di contestare le accuse nei suoi confronti. Il sovrintendente è stato molto concreto e conciso nel suo intervento e ha dichiarato che il Consiglio teatrale non ha chiesto ispezioni o altre misure nei suoi confronti e in tutti gli attacchi dell’ultimo anno gli argomenti principali contro la sua persona gli imputerebbero di essere incompetente, un tiranno e un bugiardo.
“Com’è possibile che allora il TNC sia giunto a uno dei più importanti traguardi durante il mio mandato? – si è chiesto -. Ho portato lo ‘Zajc’ ai Giochi estivi di Ragusa, il Dramma Italiano si è esibito al Teatro Rossetti di Trieste, abbiamo visitato 25 destinazioni non solo in Croazia, ma in tutta l’Europa e l’Opera fiumana ha partecipato al Festival di Savonlinna, in Finlandia. Negli ultimi due anni abbiamo realizzato tutti i progetti pianificati e abbiamo avuto entrate pari a 3.5 milioni di kune. Il Consiglio teatrale ha accettato all’unanimità tutte le mie proposte e i resoconti finanziari e programmatici, persino quelli respinti dal Consiglio cittadino. Quando il TNC di Zagabria era in crisi sono stati 400 gli artisti a firmare una petizione contro l’allora sovrintendente, mentre nei miei confronti non sono mai stati mossi passi di questo tipo. Mi vengono imputati degli scandali, ma non vengono menzionate le leggi che avrei infranto. Nei miei confronti non è stato intentato alcun processo, non mi è stata imputata alcuna accusa, nessun procedimento legale”.
In conclusione del suo intervento Blažević ha elencato i premi ottenuti dal Teatro e gli artisti che lo sostengono e ha condannato ancora una volta il fatto che il Consiglio teatrale abbia rigettato la sua proposta di assunzione di Giorgio Surian a direttore dell’Opera.

L’ultima sarà del ministro
Nel corso del dibattito si sono susseguite decine di interventi, botta e risposta, dichiarazioni più o meno pertinenti al tema discusso. Uno dei più interessanti è stato quello di Nebojša Zelič di Možemo!, il quale ha spiegato che le ragioni del Consiglio teatrale possono essere più o meno valide, ma ciò che più dà nell’occhio è la modalità di assegnazione dei compiti e dei progetti teatrali e il fatto che Blažević abbia preso in mano la regia di spettacoli e opere, anche se non aveva alcuna esperienza precedente in questo campo.
Un altro argomento molto valido è giunto da Duško Milovanović (SDP) il quale si è chiesto perché il Consiglio teatrale non abbia messo in guardia per tempo sulle presunte carenze nelle finanze e nei programmi dello “Zajc”, ma li aveva approvati all’unanimità.
La consigliera Iva Davorija ha sottolineato la politicizzazione della situazione e si è dichiarata contraria al fatto che Bojan Šober, membro del Consiglio teatrale, subentri a Marin Blažević, in quanto il primo è in chiaro conflitto d’interesse e il sovrintendente dovrebbe essere una persona neutra in senso politico.

Sono tutti responsabili
Ai presenti si è rivolto pure il sindaco Marko Filipović, il quale ha affermato che tutti sono responsabili, in un modo o nell’altro, della situazione in cui si trova il Teatro.
“In quanto sindaco ho cercato di districare questo problema col dialogo e la mediazione, ma non ci sono riuscito – ha affermato -. Mi rendo conto dell’aria che tira e voglio soltanto ribadire che la decisione del Consiglio cittadino dovrà comunque passare al vaglio di Nina Obuljen Koržinek, ministro della Cultura e dei Media”.
La prima proposta del Consiglio teatrale, ovvero la destituzione di Blažević in data 31 ottobre ha ottenuto 19 voti a favore e 10 contrari, mentre la proposta di nominare Bojan Šober sovrintendente facente funzione è stata approvata con 16 voti a favore e 13 contrari.
La decisione del Consiglio cittadino verrà inoltrata al Ministero competente, che ha 30 giorni per approvarla o meno.

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