Le sfumature musicali spiegate a teatro

La fiaba «Pierino e il lupo», proposta al TNC «Ivan de Zajc», ha fatto divertire gli alunni delle scuole elementari italiane di Fiume

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Le sfumature musicali spiegate a teatro
Il trio jazz. Foto: RONI BRMALJ

La fiaba musicale “Pierino e il lupo”, portata al TNC “Ivan de Zajc” del capoluogo quarnerino dal Teatro di Capodistria, ha divertito i bambini delle scuole elementari italiane di Fiume e ha insegnato loro i principi alla base dei vari generi musicali. Lo spettacolo non differisce dall’originale in quanto alla storia raccontata, che possiede tutti gli elementi del libretto del musicista russo Sergej Prokof’ev (scritto nel 1936), porta però degli elementi più contemporanei, soprattutto nel dialogo con pubblico. Il narratore (Francesco Borchi) si muove sulla scena con spigliatezza e dialoga con il pubblico ponendo agli spettatori delle domande e ascoltando le risposte. I bambini interpellati non solo hanno avuto la possibilità di dire la propria, ma in alcuni momenti, come per esempio quando il narratore chiede loro di fare il verso della papera, hanno potuto gridare a squarciagola.

Il narratore Francesco Borchi imita l’uccellino.
Foto: RONI BRMALJ

Tornando all’inizio, “Pierino e il lupo” è una pièce decisamente informale e divertente, con momenti che sembrano (ma probabilmente non sono) improvvisati. Gli espedienti di scena, come ad esempio l’utilizzo della musica per descrivere un personaggio, non sono stati usati a insaputa degli spettatori, ma il narratore spiega ai ragazzi perché la musica jazz veloce e dai toni alti è consona a descrivere l’uccellino, il valzer col suo ritmo ondeggiante è adatto all’anatra, lo swing sinuoso al gatto, un tango profondo e lento al burbero nonno, l’hip-hop di strada al lupo, la marcia militare ai cacciatori o il samba vivace al personaggio principale, Pierino. Non solo i ragazzi hanno imparato le caratteristiche di questi generi musicali, ma il narratore ha pure spiegato loro perché nel tango il contrabbasso non si suona col metodo pizzicato, ma con l’archetto e perché nello swing la batteria si suona con le spazzole e non con le bacchette. In questo modo gli spettatori non hanno solo guardato (e ascoltato) la fiaba musicale, ma hanno potuto comprendere come vengono prodotti, sia a teatro che nell’industria cinematografica, gli effetti sonori del mimetismo musicale. Autore degli arrangiamenti e dei brani è Anže Vrabec, il quale ha suonato il pianoforte, ovvero la tastiera, mentre al contrabbasso c’era Jan Gregorka e alla batteria Matjaž Skaza. Il narratore ha raccontato, dunque, ai bambini la storia di “Pierino e il lupo” facendo uso di pochissimi elementi scenici: un cancello della staccionata, un ramo di un albero e una sedia. Per rendere l’idea dei personaggi sono bastati un becco per l’uccellino, le zampe dell’anatra, le orecchie del gatto, la barba del nonno e la coda del lupo. Quello che è sicuramente stato un fuori programma, ma rientra nel “bello della diretta” dell’arte teatrale sono state le difficoltà del narratore a districare la corda con la quale avrebbe dovuto legare il lupo per appenderlo all’albero. Il narratore ha sudato vistosamente, ma ha risolto il problema legando il lupo alla sedia piuttosto che all’albero. Tutto sommato uno spettacolo con la regia di Jaka Ivanc per tutte le età, bello, innovativo e poco impegnativo.

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