Un futuro senza lavoro visto da Lyn Morone

In mostra da oggi nella sala della Filodrammatica i video dell’artista americana che analizzano il rapporto tra l’uomo moderno, la tecnologia e la vita professionale

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Un futuro senza lavoro visto da Lyn Morone

L’indirizzo programmatico Dopolavoro di Fiume CEC 2020 analizza il rapporto tra la tecnologia, la società contemporanea e il mondo del lavoro. La maggior parte degli eventi legati a questa sfera tematica porta la firma dell’associazione Drugo More, che questa sera inaugura un’altra installazione artistica, questa volta prodotta dall’artista americana Jennifer Lyn Monroe.
Il futuro che (forse) ci aspetta

Jennifer Lyn Morone

“Shema stvari” (Lo schema delle cose) è una raccolta di video in cui i cittadini raccontano la quotidianità in una Fiume post apocalittica di un mondo che (ancora) non esiste.
“Essendo io americana non ho voluto permettermi di parlare di una città che non conosco bene – ha dichiarato l’autrice – e per questo motivo mi sono rivolta ai cittadini di Fiume, selezionando persone di diversi sfondi sociali, diverse fasce d’età e interessi. Abbiamo voluto immaginare un mondo in cui il lavoro ha subito dei cambiamenti drastici e nel corso di una serie di laboratori abbiamo raccolto i pareri dei partecipanti riguardo alla loro vita e ai loro interessi se vivessero in una società in cui i bisogni primari sono soddisfatti. Quali sarebbero i nostri valori se il sistema sanitario fosse gratuito, se avessimo un reddito di base diffuso universalmente, una casa e se non dovessimo preoccuparci di arrivare a fine mese? Cerchiamo di dare delle risposte nel video, ma devo subito sottolineare che non si tratta di una visione narrativa chiara e finita. Il video non ha una fine classica, rimane aperto a diverse interpretazioni perché il futuro non arriva mai, è sempre all’orizzonte”.
A parlare dell’installazione “Shema stvari”, che verrà inaugurata questa sera alle ore 19, è stato pure Davor Mišković, direttore dell’associazione Drugo More, il quale ha spiegato che per produrre l’opera è stato necessario il lavoro di una ventina di persone, tra cui Sendi Bakotić, Anja Sabol, Tonka Mršić, Denis Kirinčić, Mia Rukavina, Zdravko Tovilović, Nebojša Zelić, Sara Salamon, Ivan Vranjić e Ivo Vičić.
“Jennifer Lyn Morone è arrivata a Fiume per la prima volta nel 2017 – ha ricordato Mišković – in occasione del progetto ‘Jennifer Lyn Morone Inc.’, che ha segnato l’inizio del suo lavoro e del suo studio del mondo del lavoro e della tecnologia. Le sue idee vanno sempre più in direzione di una società in cui il lavoro diventa obsoleto e le macchine sostituiscono interamente l’uomo. In tale società il tempo libero a disposizione è praticamente infinito e si devono ripensare alcuni valori fondamentali su cui fondare la nostra esistenza”.
Fiume a fianco delle capitali europee
Alla presentazione dell’installazione ha partecipato pure Emina Višnić, responsabile dei programmi di Fiume CEC 2020, la quale ha parlato dell’indirizzo programmatico Dopolavoro e del grande impatto che sta avendo in questi giorni. Si tratta di una corrente di pensiero di stampo europeo, estremamente moderna, attuale e rilevante, sviluppata incessantemente dall’associazione Drugo More lnegli ultimi tre anni. Il programma prende in considerazione un ampio contesto sociale e sarebbe dovuto culminare in una grande conferenza internazionale, che purtroppo è stata cancellata a causa della pandemia. Nonostante questo, però, Drugo More ha pubblicato due volumi di Atti del convegno, in cui sono racchiusi i lavori e gli studi in tema di quelli che sarebbero dovuti essere i partecipanti. Višnić ha concluso dichiarandosi estremamente fiera di poter collocare Fiume a fianco delle grandi metropoli europee.
L’entrata all’esposizione, allestita nella sala della Filodrammatica, è libera, mentre l’orario di apertura è ogni giorno dalle 17 alle 21. L’esposizione rimarrà in visione fino al 18 settembre.

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