La SMSI di Fiume alla scoperta della storia dell’automobilismo

La direttrice del MAUTO, Mariella Mengozzi, ha illustrato ai ragazzi i dettagli più avvincenti del museo, di cui è la prima direttrice donna e del passato dell'industria delle macchine

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La SMSI di Fiume alla scoperta della storia dell’automobilismo

In seguito all’apertura ufficiale della mostra “La Grande Bellezza – attraverso il design italiano dell’automobile”, allestita in occasione della VI Giornata italiana del Design 2022 in Croazia nella Galleria Kortil, in seno alla Casa croata di Cultura (HKD) di Sušak, le prime scolaresche fiumane e i primi visitatori si sono recati a vedere da vicino le vetture esposte, ma anche il resto del percorso espositivo realizzato dal Museo Nazionale dell’Automobile di Torino (MAUTO). A dare il benvenuto alla prima classe dell’indirizzo generale della Scuola Media Superiore Italiana di Fiume, accompagnata dalla professoressa di arte, Ingrid Burić e dal preside, Michele Scalembra, nonché dal Console Generale d’Italia a Fiume, Davide Bradanini, è stata la direttrice del MAUTO, Mariella Mengozzi, la quale ha tenuto una lezione incredibilmente interessante non soltanto sul MAUTO, ma anche sulla storia della progettazione e produzione automobilistica italiana.

Un settore principalmente maschile

All’inizio dell’incontro con gli studenti della SMSI, Mengozzi si è presentata, raccontando di aver lavorato sia nel settore della moda, che alla Disney in quanto responsabile delle licenze, per passare successivamente alla Ferrari, sempre nel settore delle licenze e del brand extension. Per un periodo è stata direttrice del Museo Ferrari di Maranello e dal 2018 svolge la stessa funzione al MAUTO, che però è un’istituzione pubblica e non privata.

“Il MAUTO, fondato nel 1933 da Carlo Biscaretti, è uno dei più antichi musei dell’automobile al mondo – ha spiegato la direttrice -, e nel corso di novant’anni d’attività io sono la prima direttrice donna. L’automobilismo, proprio come tanti altri settori legati all’industria, sono ancora dominati dagli uomini e per questo sottolineo il fatto di essere la prima direttrice di un museo dell’automobile con una punta di fierezza. Biscaretti, figlio di uno dei fondatori della FIAT, ha iniziato a collezionare vetture tra le due guerre, ma l’edificio del MAUTO venne inaugurato soltanto nel 1960, in vista del centenario dell’Unità d’Italia e un anno dopo la sua morte. Durante la Seconda guerra mondiale, le macchine che si trovavano all’aperto sono state mitragliate e ancor oggi si possono vedere i fori dei proiettili. Per quanto riguarda il valore delle auto, nel corso dei decenni è andato aumentando con l’interesse di aste e collezionisti e in questo momento abbiamo una Mercedes Benz che si stima valga sui 30 milioni di euro”.

Immancabile la Ferrari

Mengozzi si è soffermata sull’incredibile ruolo svolto da Enzo Ferrari nello sviluppo del design italiano, non soltanto automobilistico. L’imprenditore in un’occasione disse: “La più bella vettura Ferrari mai costruita è sempre la prossima”. Uno dei fratelli Maserati affermò invece che è l’automobile ad aver liberato la donna, per il fatto che le ha fornito non soltanto la mobilità e la libertà agognate, ma anche perché l’automobile e la produzione automatizzata in serie hanno dato vita a tutta una serie di elettrodomestici che usiamo anche oggi. Un’altra curiosità che riguarda il colore rosso delle auto della Ferrari è legata alla prassi, in uso all’inizio del secolo scorso e prescritta dalla Federazione Internazionale dell’Automobile (FAI), di assegnare nelle gare a ogni nazione un colore. Le vetture italiane per decenni erano contrassegnate dal colore rosso, mantenuto dalle scuderie della Ferrari.

Vivo l’interesse dei ragazzi

Fabio Merendino Dessardo, studente della prima classe, ha affermato di aver trovato molto stimolante la lezione, soprattutto per i dati fuori dal comune legati al design italiano.

“La direttrice del MAUTO è stata veramente esaustiva e ha risvegliato in me un grande interesse per le automobili d’epoca, anche se personalmente preferisco le moto”, ha affermato. Marin Jurada, invece, è stato particolarmente colpito dai dettagli legati all’evoluzione delle carrozzerie e dalle informazioni legate al processo produttivo delle vetture.

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