LA RECENSIONE. L’area istroquarnerina nei versi del Sommo Poeta

Pubblicato il numero 219 della rivista trimestrale di cultura «La Battana» che si unisce alle celebrazioni di «Dante 700»

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LA RECENSIONE. L’area istroquarnerina nei versi del Sommo Poeta

Si unisce alle celebrazioni del settimo centenario della morte del padre della lingua italiana la rivista trimestrale “La Battana”, pubblicata dalla Casa editrice Edit e appena uscita dalle stampe.

 

Il settecentesimo anniversario della scomparsa di Dante Alighieri è occasione per celebrare l’opera del Sommo Poeta in tutto il mondo. Come è stato scritto nella Premessa dalla caporedattrice Corinna Gerbaz Giuliano, con i versi “Sì com’a Pola, presso del Carnaro ch’Italia chiude e suoi termini bagna…” lo stesso Dante nomina i luoghi dell’area istroquarnerina, e allora la penisola istriana, Pola, il Quarnero e Fiume, nell’edizione gennaio/marzo della rivista di cultura, vogliono rendergli omaggio.

La sezione Saggi si apre con il contributo dal titolo “Gli spazi geografici nelle opere letterarie di Dante Alighieri” di Romana Macuka Zelenak ed Eliana Moscarda Mirković. Il contributo è un estratto della tesi di laurea inedita discussa presso l’Università degli Studi “Juraj Dobrila” di Pola in data 25 settembre 2020. Scrivono le autrici: “L’analisi dei luoghi geografici citati nelle opere di Dante Alighieri suscita da secoli l’interesse degli studiosi. L’obiettivo di questo contributo è ripercorrere, attraverso le ricerche condotte principalmente da Hans Honnacker (Dante e il mondo: i luoghi geografici nella Divina Commedia, 2019), le località menzionate nella Divina Commedia, per ricostruire l’itinerario dantesco attraverso città europee ed extraeuropee. […] Lo scopo principale del saggio è quello di effettuare una disamina degli spazi geografici per così dire ‘extra moenia’ riportati dal Sommo Poeta nei vari canti del poema e che rappresentano un aspetto meno noto e approfondito nell’ambito dell’esegesi dantesca”.

Il secondo contributo dal titolo “Il ‘Poema distrutto’ di Raoul Diddi. Quando la bellezza cede alle macerie” di Stefano Duranti Poccetti e Alessandro Ferro analizza la produzione in versi dell’autore toscano scomparso nel lontano 1957.

I suoi versi denotano una sensibilità poetica di prim’ordine, ma scontano la propria pena nell’oblio che talvolta investe anche i più valorosi tra i poeti. A conclusione della sezione dedicata alla saggistica il contributo di Francesco Aprile dal titolo “Estetica e differenza digitale: il glitch”.

È proprio sul versante teorico/pratico che si apre un campo d’azione all’interno della poetica glitch, la quale si inscena in squarci e frammentazioni, lungo il corso del ‘900, a cavallo della pratica che prende il posto della dimensione teorica, consentendone, per vie traverse, un’esplicazione antiautoritaria e antiunitaria che svincola il risultato dalle gabbie del dogma.

La sezione L’angolo della poesia ospita i versi di Rodolfo Zucco che conduce il lettore nel mondo dei sogni. A seguire una selezione di poesie di Lidia Delton, scomparsa a novembre del 2020. Le poesie sono tratte dalla raccolta “Granai de pulvaro/Granelli di polvere” edita dalla Casa editrice Edit nel 2010.

La poetessa e scrittrice dignanese durante la sua vita si dedicò alla creatività poetica scrivendo nell’antico dialetto locale istro-romanzo. In chiusura di fascicolo si propongono tre recensioni: la prima, di Enzo Santese, ripercorre il volume di Roberto Coccolo, “Il tempo fermo”, edito dalla casa editrice Hammerle di Trieste nel 2020. La seconda è di Elis Deghenghi Olujić che indaga una delle ultime fatiche letterarie di Giacomo Scotti “Sei più cinque donne con la penna in mano. Scrittrici e poetesse dell’Istria e del Quarnero”, edite da Vita Activa Edizioni, Trieste, 2020.

Chiude la rassegna il contributo di Maurizio Casagrande sul libro di Renato Pennisi dal titolo “L’impazienza”, pubblicato per i tipi di Interlinea, Novara, 2019.

La rivista riporta in copertina e al suo interno alcune opere del designer industriale Boris Herceg. Nato a Zara nel 1958, espone i suoi lavori dal 1976. Ha partecipato a trentotto mostre collettive e a cinque mostre personali, tre delle quali all’estero. Nel segmento dell’arte visiva dal 1977 intraprende un lavoro sperimentale e di ricerca. Affina in continuazione la sua arte pittorica combinando diverse tecniche e rafforzando l’interesse per l’astrazione. Dalla sua ricerca artistica e dalle modalità di trattamento della superficie pittorica, nonché dai cambiamenti di formato, emergono la determinazione e la coerenza insite nella scelta dei motivi pittorici. I contrasti di forma e consistenza presenti nelle sue opere sono permeati dal ritmo e dall’eco della vita pulsante. Il manoscritto del pittore si configura allora come un sismografo della sua sensibilità interna; a volte appare forte e deciso e a volte invece traballante, trasportato dall’onda dei suoi stati d’animo interiori e da una sorta di nostalgia.

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